Anche questa settimana vi proponiamo una raccolta dei nostri migliori articoli: news, approfondimenti, traduzioni, interviste e recensioni. Tutto quello che è accaduto nel mondo con uno sguardo sempre attento alle realtà della pace e della nonviolenza. Questa settimana vogliamo dedicare questa sezione ai 43 studenti messicani, scomparsi per più di un mese a Iguala. Solo oggi si è scoperta la terribile sorte che hanno avuto e il tragico finale di questa storia. Tutta la Redazione è vicina alle famiglie di quei 43 giovani e indignata insieme a loro. È inammissibile, inconcepibile e doloroso sapere che ancora oggi si compiano nel mondo tragedie simili e soprattutto che non si faccia niente per impedirle.

Le nostre news

Messico

Messico: nessuna traccia dei 43 studenti scomparsi, in migliaia manifestano: Si sono tenute manifestazioni in tutto il Paese, ieri, prima che la tragica notizia arrivasse. Decine di migliaia di manifestanti hanno invaso le strade di Città del Messico, chiedendo il ritorno dei 43 studenti scomparsi oltre un mese fa. I manifestanti hanno gridato lo slogan “li hanno presi vivi, li rivogliamo vivi”, mostrando un grande striscione con le immagini dei desaparecidos. La loro scomparsa ha attirato l’attenzione e l’indignazione della comunità internazionale e si è trasformata in una vera e propria crisi per il presidente Enrique Peña Nieto (Articolo di Redazione Italia).

Messico: i 43 desaparecidos sarebbero stati assassinati: Il Procuratore Generale del Messico in una conferenza stampa del 7 novembre ha dichiarato che i 43 studenti scomparsi il 26 settembre sarebbero stati assassinati e in seguito inceneriti dalla banda di narcotrafficanti “Guerreros Unidos”. Tre dei narcos, arrestati, avrebbero confessato il delitto. Non è stato ancora possibile identificare i resti dei corpi: un laboratorio austriaco se ne occuperà. Nel frattempo, le autorità considerano i ragazzi ancora ufficialmente “desaparecidos” e le famiglie hanno affermato di volerli considerare ancora vivi, in assenza prove certe (Articolo di Redazione Italia).

Cile

In Cile soffia il vento del fascismo: il nipote di Pinochet lancia un nuovo partito di destra: Si chiama Augusto Pinochet Molina e sta riorganizzando i seguaci dell’ex dittatore cileno in un nuovo partito politico di destra che si chiama “Orden Republicano Mi Patria”. Il nuovo movimento condanna i matrimoni gay, sostiene la legalizzazione della marijuana e vuole tornare alla Costituzione in vigore ai tempi del dittatore. Malgrado le forze pro-Pinochet si fossero già organizzate sei anni fa in un movimento noto con il nome “Per il mio paese”, dopo l’arresto di un assistente dell’ex dittatore nelle scorse settimane, Pinochet Molina ha dato impulso alla costituzione del nuovo partito che i sostenitori definiscono di centro-destra. Malgrado sappiano benissimo degli abusi perpetrati a suo tempo dai militari sui cittadini, i supporter del nipote di Pinochet continuano a riferirsi alla dittatura come a un “governo militare” che è stato seguito da una “caccia alle streghe” e da una “vendetta” che ha portato in carcere dozzine di ufficiali (Articolo di Il Cambiamento).

Burkina Faso

A Ouagadougou ritorno alla normalità e fiduciaNella capitale Ouagadougou torna la normalità all’inizio della settimana. Le attività quotidiane sono tornate regolari: banche e negozi aperti, alunni a scuola e gente che fa la spesa al mercato. Solo le pubbliche amministrazioni funzionano a regime ridotto. La calma è tornata dopo giorni di confusione globalmente la gente è rassicurata e prova un sentimento di sollievo. Ma l’attesa verso nuovi sviluppi sul piano politico è grande e si attende con speranza che i militari lascino presto il passo alla formazione di un nuovo governo (Articolo di Misna).

Congo

Congo: nuovi massacri nei pressi della città di Beni: Dagli inizi di ottobre ad oggi nella città di Beni e nei suoi dintorni sono state uccise almeno 101 persone in attacchi di presunti miliziani dell’ADF (Allied Democratic Forces – Forze Democratiche Alleate). Vittime della crescente violenza dell’ADF non è più solo la popolazione civile delle città ma sempre più anche i gruppi di Pigmei che vivono nelle foreste attorno a Beni. Durante l’aggressione del 1 novembre, i miliziani dell’ADF hanno ucciso sei civili e due soldati nel quartiere di Bel Air (Articolo di Associazione per i popoli minacciati).

Libia

Libia: le milizie occupano i pozzi, sciolto il Parlamento: La crisi libica è in continuo deterioramento. Il maggior impianto petrolifero del Paese è stato chiuso martedì dopo essere stato preso d’assalto ed occupato da un gruppo armato locale, legato alle milizie islamiste che da agosto controllano Tripoli. E mentre continuano violenti gli scontri al porto di Bengasi e in altre zone del Paese, l’agenzia Lana ha comunicato giovedì che la Corte costituzionale libica ha annullato i risultati delle elezioni parlamentari del 25 giugno scorso che hanno portato alla formazione dell’attuale Camera dei rappresentanti, sciogliendo di fatto il parlamento di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale (Articolo di Redazione Italia).

Israele-Palestina

La Corte Penale Internazionale non incrimina Israele: Nonostante ci siano “basi ragionevoli per ritenere che siano stati commessi crimini di guerra”, la Corte penale internazionale (Cpi) non processerà Israele per il raid delle teste di cuoio sulla Mavi Marmara, la nave che il 31 maggio 2010 stava trasportando aiuti umanitari destinati alla Striscia di Gaza. L’assalto alla Mavi Marmara fu sferrato mentre la nave si trovava in acque internazionali. Nel blitz furono uccisi sei attivisti, perlopiù di nazionalità turca (Articolo di Misna).

Gerusalemme: tensione alle stelle mentre la pace si allontana: È sempre più lontana la pace in Palestina, dove a Gerusalemme continuano gli scontri, sempre più violenti tra l’esercito israeliano e la popolazione palestinese. Dopo settimane di repressioni da parte di Israele nella Spianata delle Moschee (e l’annuncio della “Giornata della Rabbia” da parte dei palestinesi venerdì), nel pomeriggio di mercoledì un palestinese, considerato membro di Hamas, ha travolto alcuni passanti con la sua auto, nel quartiere di Sheikh Jarrah, nella zona di Gerusalemme Est. L’attentato ha portato alla morte di un uomo e al ferimento di dieci persone. Il palestinese è stato fermato dalla polizia israeliana ed ucciso a sangue freddo. La sua casa è poi stata demolità venerdì dall’esercito israeliano (Articolo di Redazione Italia).

Yemen

Yemen: ucciso il portabandiera delle idee liberali:Ucciso, domenica scorsa nella capitale yemenita Saana, il leader liberale Mohamed Abdelmalek al-Moutawakel, segretario generale del partito dell’Unione delle forze popolari. La sua uccisione destabilizza ancor di più la situazione del paese e inasprisce i conflitti che da tempo affliggono il Paese e che impediscono il conseguimento di un consenso e di un dialogo per la costruzione di uno stato di diritto (Articolo di Redazione Italia).

I nostri approfondimenti

 Cronache dal Burkina: i giovani e la rivoluzione: Senza dubbio la sollevazione popolare burkinabè ha avuto come protagonisti decisivi i giovani: più precisamente i giovani di Ouagadougou. Sono loro ad aver organizzato le marce, ad aver portato dai quartieri e dai villaggi le persone, ad essersi schierati di fronte alla polizia in maniera nonviolenta, ad aver parlato coi militari affidandogli il potere provvisorio. E ora che le cose si sono calmate e tutti, politicanti in testa, rivendicano la paternità della rivoluzione, è il momento di fissare questa verità per farla rimanere scolpita nella storia. Per poter comprendere questo fenomeno è necessario osservare questa generazione burkinabè e sottolinearne le caratteristiche salienti (Articolo di Stefano Dotti).

Il filo invisibile della spiritualità: Che cosa accomuna le monumentali tombe a corridoio della valle del Boyne, in Irlanda, il tempio maltese di Tarxien (entrambi di epoca neolitica) e chiese cristiane come il Duomo medievale di Sovana, in Toscana? Come mai evidenti simboli fallici si ritrovano nei portelli delle tombe a grotticella della cultura di Castelluccio, sviluppatasi vicino a Siracusa nell’Età del Bronzo e nella Tomba etrusca dei Demoni Alati, vicino a Sovana, risalente alla seconda metà del III secolo a.C.? Che cosa può collegare le sinuose vie cave, percorsi sacri e rituali che gli etruschi ereditano dalle precedenti culture neolitiche, ai labirinti come quello della cattedrale gotica di Chartres, in Francia? La questione è complessa, ma si può partire da un primo dato: per quanto diversi per tipologia e lontani tra loro nello spazio e nel tempo, questi sono tutti luoghi sacri, uniti da un filo invisibile che sembra scomparire, per poi riemergere nel corso della storia (Articolo di Anna Polo).

Da che parte sta la Turchia?: Il voltafaccia della Turchia è stato il più recente di una serie di calcoli sbagliati che aveva fatto circa gli sviluppi in Siria fin dalla prima insurrezione contro Assad nel 2011. Il governo di Erdoğan avrebbe potuto mantenere l’equilibrio di potere tra Assad e i suoi oppositori, ma invece si è convinto che Assad – come Gheddafi in Libia, sarebbe stato inevitabilmente spodestato. Quando questo non è accaduto, Ankara ha dato il suo appoggio ai gruppi jihadisti finanziati dalle monarchie del Golfo: questi comprendevano al-Nusra, l’affiliato siriano di al-Qaida e l’Isis. La Turchia ha svolto più o meno lo stesso ruolo nell’appoggiare gli jihadisti in Siria che aveva avuto il Pakistan nell’appoggiare i talebani in Afghanistan (Articolo di Patrick Cockburn per Z-Net).

Il “No” di Madrid non ferma la Catalogna: Dopo la decisione della Corte – che avrà cinque mesi per pronunciarsi sul fondo della questione – si attendono ora le reazioni del governo regionale catalano annunciate poche ore fa alla stampa. Il Presidente del governo regionale Artur Mas si riunirà nel pomeriggio per discutere eventuali azioni giuridiche che possano portare ad una revoca della sospensione, mentre una decisione definitiva se procedere comunque con la consultazione dovrebbe aversi giovedì. La Corte infatti si è limitata ad accogliere il ricorso di Madrid – il che implica la sospensione immediata in attesa di sentenza – senza però specificare, come richiesto dall’esecutivo del premier conservatore Mariano Rajoy, le eventuali conseguenze di un mancato rispetto della sospensiva (Articolo di Sara Pasquot per Avanti Online).

Le nostre traduzioni e interviste

“La Costituzione spagnola è stata scritta con persone che hanno collaborato con la dittatura e all’ombra dell’esercito”. Intervista a Carme Forcadell: L’Assemblea Nazionale Catalana (ANC) ha come obiettivo l’indipendenza della nazione catalana con mezzi democratici e pacifici ed ha organizzato le tre mobilitazioni più grandi della storia dei Paesi Catalani e tra le maggiori avvenute in Europa. La prima, l’11 settembre  2012, con lo slogan “Catalogna, nuovo stato europeo”, la seconda, nel 2013, con il titolo “La Via catalana verso l’indipendenza” e l’ultima, nel 2014, con la Via Catalana “L’ora è ora”. Intervistiamo la presidentessa dell’ANC Carme Forcadell. «Purtroppo quando siamo passati dalla dittatura alla democrazia e si è scritta la Costituzione non c’è stata una rottura democratica, ma una transizione. Le persone al potere durante il franchismo ci sono rimaste;  pertanto la Costituzione non è stata veramente democratica, perché l’hanno scritta persone che avevano collaborato con la dittatura, all’ombra di questo potere e all’ombra dell’esercito» (Articolo di Antonia Utrera e traduzione di Anna Polo).

L’immaginazione creativa: arma di costruzione di massa: Il 4 ° Simposio internazionale del Centro di studi umanistici, “Alla scoperta dell’Umano. Dal mondo dello stabilito alla libertà”, che si è tenuto dal primo al 2 novembre ad Attigliano (TR), ha visto la presentazione di diverse conferenze tematiche, tra le quali quella dell’illustratore e grafico francese Robert Nägeli, [1]: “L’immaginazione creativa, un’arma di costruzione di massa”. La sua proposta, portare l’umanità a intraprendere il proprio cammino di libertà, si basa sull’utilizzo di una risorsa a disposizione di tutti, una cosiddetta “arma di costruzione di massa”: l’immaginazione creativa! (Articolo di Marie Laurence Chanut e traduzione di Giuseppina Vecchia).

Le nostre recensioni

Io che conosco il tuo cuore: Adelmo Cervi è un ex ragazzo di oggi, figlio di un padre strappato alla vita, che racconta quel padre, Aldo, Partigiano con i suoi sette fratelli nella banda Cervi, per narrare la sua storia e per rivendicare di essere figlio di un uomo e non di un mito pietrificato dal tempo e dalle ideologie. Adelmo vuole, con questo libro, raccontare non la Storia, ma una storia, in cui riporta quello che gli hanno raccontato e lo “condisce” abilmente – grazie alla collaborazione dello scrittore Giovanni Zucca – con quello che invece non gli hanno mai raccontato e con quello che ha scoperto e imparato leggendo libri e parlando con parenti, amici e studiosi. Non è la sua storia. È la storia di un uomo che non c’è più. Sette uomini, sette vite, sette morti e sette medaglie. E una cosa sola: un mito in cui i singoli uomini spariscono. Loro non erano una cosa sola. Erano sette fratelli e avevano ognuno un nome, un carattere, una vita, una storia. (Articolo di Laura Tussi).