È sempre più lontana la pace in Palestina, dove a Gerusalemme continuano gli scontri, sempre più violenti tra l’esercito israeliano e la popolazione palestinese. Dopo settimane di repressioni da parte di Israele nella Spianata delle Moschee, nel pomeriggio di ieri un palestinese, considerato membro di Hamas, ha travolto alcuni passanti con la sua auto, nel quartiere di Sheikh Jarrah, nella zona di Gerusalemme Est. Proprio come l’episodio che si era verificato due settimane fa, l’uomo ha prima travolto i passanti vicino alla fermata del tram in un’area abitata da ebrei ortodossi e si è poi infilato nel quartiere di Sheik Jarrach, una zona mista della città, investendo altri israeliani. L’attentato ha portato alla morte di un uomo e al ferimento di dieci persone. Il palestinese è stato fermato dalla polizia israeliana ed ucciso a sangue freddo.

La tensione è ormai alle stelle e Israele non sembra intenzionato a raggiungere un accordo con i palestinesi, ostacolando invece la pace continuando con la sua politica di espansione ed occupazione di Gerusalemme e della Cisgiordania. Il Ministero dell’Interno israeliano ha infatti appena approvato l’edificazione di 500 nuove abitazioni illegali a Gerusalemme Est. Decisione criticata anche dalla diplomatica Mogherini, ora Alto rappresentante Ue per la politica estera, che ha invitato Israele a “fare marcia indietro e porre fine alla politica di insediamento a Gerusalemme Est e Cisgiordania” in quanto questa decisione rappresenta un “passo altamente nocivo” nel processo di pacificazione tra Israele e Palestina. Sembra che le nuove abitazioni illegali riguarderanno il quartiere di Ramat Shlomo, situato sulla linea verde, ovvero sulla linea che separa le zone controllate da Israele da quelle delle regioni confinanti sotto l’amministrazione dell’Autorità Nazionale.

Oltre alla politica di espansione c’è quella di repressione, che prevede, tra le altre, una legge che prevederà pene fino a 20 anni per chi lancerà pietre contro obiettivi israeliani (e 5 anni per chi lancerà pietre contro le auto) e una che impedisce la liberazione di alcuni detenuti palestinesi, arrestati con l’accusa di omicidio, nel quadro di accordi politici o di scambi di prigionieri.

Le tensioni a Gerusalemme si sono acutizzate dopo il rapimento e l’omicidio del giovane palestinese Mohammed Abu Khdeir compiuto da un gruppo di coloni agli inizi di luglio, che insieme all’indelebile ricordo del massacro di Gaza della scorsa estate, che ha ucciso più di 2.100 palestinesi, ha dato il via ai duri scontri. Scontri che sembrano invocare una nuova intifada, ma che in mancanza di una leadership palestinese a cui affidarsi rimangono rivoluzioni incompiute. Quel che è certo è che a Gerusalemme non si viveva una tale tensione dal 2000, quando la passeggiata di Ariel Sharon accese la miccia della Seconda Intifada.

La Giordania intanto ha richiamato il proprio ambasciatore in Israele in segno di protesta contro le “violazioni” commesse dal governo di Tel Aviv, responsabile di “una escalation senza precedenti” a Gerusalemme e contro la politica israeliana sulla Spianata delle Moschee di Gerusalemme. Recentemente il re Abdallah di Giordania aveva incontrato il premier israeliano Netanyahu per tentare di mediare per riportare la calma a Gerusalemme.

Qui potete vedere un video di quello che è accaduto ieri a Gerusalemme.

Fonti NenaNews/Misna/Agenzie