I nostri articoli

Cronache dal Burkina

Di Stefano Dotti per IoMondo

Mi  sono svegliato presto oggi. Ieri c’è stata la rivoluzione. Adesso si deve tornare a sopravvivere. In città c’è calma ma per il quarto giorno i negozi sono chiusi e in casa scarseggiano i viveri. Fortunatamente ci accorgiamo di non aver mangiato nulla ieri, il giorno della rivoluzione, dopo 27 anni di paziente sopportazione.

Poco tempo fa,  prima in Costa d’Avorio, poi in Mali ci sono stati massacri.  Qui no. L’esercito ha festeggiato con la popolazione, la polizia si è rifiutata di aprire il fuoco sulla gente e si è ritirata. Nessuno ha fatto appello alla guerra tra etnie o religioni. Lo ripeto da anni. Il Burkina è un paese paradossalmente laico. Fatalista, animista ma laico.   Tutte le manifestazioni sono state convocate in nome della disobbedienza civile e si è fatto appello alla sollevazione popolare.  Dio e Allah sono rimasti tranquilli.

Video:

Iraq: attentati a Baghdad e Jurf al-Sakhar

Di Redazione Italia

Un attentatore suicida ha ucciso almeno 27 miliziani sciiti lunedì al di fuori della città irachena di al-Jurf Sakhar, dopo che durante il fine settimana le forze di sicurezza avevano spinto i militanti dell’IS fuori della zona.

Un’autobomba a Baghdad ha invece ucciso 15 persone. Secondo il quotidiano Daily Star, l’attentatore era alla guida di un veicolo imbottito di esplosivo e probabilmente rubato alle truppe governative. L’attacco è avvenuto su una strada con negozi e ristoranti nel distretto di Karrada, sede sia musulmani sunniti, sciiti e altri gruppi etnici. Tra i feriti anche 60 miliziani sciiti, che avevano aiutato le forze governative a riconquistare la città appena a sud della capitale.

Tenere Jurf al-Sakhar è fondamentale per le forze di sicurezza irachene, che sono riuscite a scacciare lo Stato Islamico dopo mesi di combattimenti ed è alta la necessità di capitalizzare la loro vittoria per tenere i militanti lontano da Baghdad.

Ucraina: vince l’astensionismo e il boicottaggio

Di Redazione Italia

Mentre il Presidente uscente Poroscenko dichiara “Entro 10 giorni dobbiamo creare il miglior governo possibile per l’Ucraina. Un governo in grado di affrontare le pesanti sfide cui siamo confrontati” dichiarando così i filo-europei come vincitori i dati sull’enorme astensione spariscono dalla vista dei grandi media.

Alle 16 di domenica aveva votato il 40% degli aventi diritto ma se si andava a vedere le zone contestate e indipendentiste le percentuali scendevano fino al 25% segno che l’appello al boicottaggio delle elezioni ha avuto un significativo riscontro. Alla fine avrebbe votato appena il 52%. Come parlare di “vittoria della democrazia” come si sono affrettati a fare i principali vincitori?

Cucchi massacrato di botte. Nessuno è colpevole

Di Silvia Sequi  per AvantiOnline

“Non ci arrenderemo mai finché non avremo giustizia”. Questo il commento, tra le lacrime, dei genitori di Stefano Cucchi, dopo la lettura della sentenza della Corte d’Appello di Roma che ha assolto tutti gli imputati, compresi i medici. Il procuratore generale, Mario Remus aveva avanzato la richiesta di condannare tutti gli imputati, non solo dunque i medici, ma anche agenti e infermieri.

“Mio fratello è morto di giustizia, di una giustizia che è malata”. Questo il commento di Ilaria Cucchi, sorella di Stefano. “Mio fratello è morto 5 anni fa in questo stesso Tribunale, in una udienza direttissima di magistrati che non hanno visto le sue condizioni, le condizioni di un ragazzo che dopo sei giorni si è spento tra dolori atroci, come un cane” ha aggiunto la donna.

Le ragioni di Gezi e Kobani

Di Murat Cinar

Le ragioni della violenza fisica, economica e politica che hanno coinvolto e che, tuttora, continuano a portare in piazza ogni giorno una buona parte della Turchia sono alla base della resistenza dei popoli di Kobane. La rivolta del Parco Gezi ha coinvolto circa 3 milioni di persone in 79 città della Turchia. Sono morte 10 persone, più di 5 mila persone sono rimaste ferite e circa altre 5 mila persone sono state arrestate. Durante le manifestazioni solidali a Kobane 46 persone hanno perso la loro vita, 682 persone sono rimaste ferite e 1974 persone sono state arrestate.

Durante la rivolta di Gezi, l’allora Primo Ministro Recep Tayyip Erdogan aveva accusato i manifestanti di essere dei vandali; ora, anche come Presidente della Repubblica ha utilizzato la stessa parola per definire le persone che manifestavano per Kobane. Il bene privato danneggiato, la bandiera bruciata ed i mezzi della polizia distrutti sono state le principali preoccupazioni del Governo sia nella prima che nella seconda ondata di proteste. Sia nel primo caso che nel secondo i media di mainstream, vicini alla linea politica ed economica del Governo hanno adottato nei titoli e negli articoli le stesse parole di Erdogan e dei suoi colleghi.

Lettera-appello: “Noi le sorelle di Reyhaneh Jabbari

Di AvantiOnline

Giovedi sera a Roma un gruppo di parlamentari ha fatto una fiaccolata davanti all’ambasciata iraniana a Roma per protestare contro l’impiccagione, avvenuta sabato 25, di una giovane donna, Reyhaneh Jabbari, “colpevole” di aver ucciso il suo stupratore. L’esecuzione è avvenuta nonostante le proteste giunte ai governanti iraniani da tutto il mondo sia per la ferocia della sentenza, sia per i consistenti dubbi sulla regolarità del processo e la qualità delle indagini. Reyhaneh Jabbari si era sempre difesa sostenendo che un altro uomo aveva ucciso il suo assalitore dopo la violenza.

La delegazione di parlamentari, di cui faceva parte Pia Locatelli, ha espresso ‘sofferenza e sdegno’ in una lettera inviata all’ambasciatore iraniano.

«Risuonano nel mondo, risuonano “di fronte al tribunale di Dio” le ultime parole di Reyhaneh Jabbari, la giovane donna impiccata all’alba di sabato 25 ottobre nel suo Paese per ordine della Corte Suprema.
Risuonano nel nostro cuore, risuonano nel cuore delle donne di tutto il mondo, le sue parole così cariche di forza e di dignità, come un appello perché mai più il corpo di una donna sia violato, mai più il potere se ne impadronisca, mai più la legge sia usata contro la sua libertà, contro la sua vita».

Le nostre traduzioni

Gerusalemme Est, il dimenticato arsenale palestinese sempre sul punto di esplodere

Di Patricia Simon

Tradotto da Irene Tuzi

La tensione tra il popolo palestinese, l’esercito e coloni israeliani cresce a Gerusalemme. L’aumento delle limitazioni imposte ai musulmani credenti per accedere alla moschea di Al-Aqsa, il golpe militare dei quartieri palestinesi dell’Est, la rabbia per gli oltre 2.200 omicidi di questa estate a Gaza così come il numero crescente di vittime civili palestinesi nelle mani dell’esercito israeliano, divampano nella discordia nella città santa.

La città santa per le tre religioni monoteistiche ha vissuto per settimane uno dei più alti livelli di militarizzazione dopo la Seconda Intifada. Si verificano cariche della polizia contro i manifestanti palestinesi quasi ogni giorno. Una giovane manifestante palestinese, dopo essere stata picchiata senza alcun motivo, dice visibilmente scossa alla telecamera: “Possono anche vivere sulla luna se vogliono, non ho alcun problema con loro, ma non devono rubare la nostra terra e la nostra moschea. Questo è il problema. Sono terroristi. Non ho mai visto nulla di simile a persone come queste. Non hanno cuore”.

L’iniziativa sull’impatto umanitario delle armi nucleari coinvolge l’Assemblea Generale dell’ONU

Di Human Wrongs Watch

Tradotto da Anna Polo

La Dichiarazione Congiunta Congiunta sull’impatto umanitario delle armi nucleari promossa dalla Nuova Zelanda è solo l’ultima e la più forte di una serie di dichiarazioni pronunciate agli incontri sul Trattato di Non-Proliferazione Nucleare, presso l’Assemblea Generale dell’ONU e durante due conferenze multilaterali in Norvegia e in Messico, che puntavano a sottolineare l’impatto umanitario delle armi nucleari.

Con la terza conferenza, prevista per l’8-9 dicembre a Vienna, molte persone si chiedono dove tutto questo può portare. Siamo all’inizio di un processo che condurrà a negoziati con l’obiettivo di un trattato che proibisca le armi nucleari?

Una cosa è certa: l’Iniziativa Umanitaria e il bando delle armi nucleari fanno ormai parte del dibattito multilaterale su questo tipo di armi e il disarmo viene considerato un tema che tutti gli stati hanno la responsabilità di affrontare e sviluppare. Spesso si sente dire che “l’Iniziativa Umanitaria è l’iniziativa più entusiasmante mai lanciata da anni nel campo del disarmo nucleare”.

Il mondo spreca una quantità di cibo che potrebbe sfamare 2 miliardi di persone

Di Human Wrongs Watch

Tradotto da Francesca Vanessa Ranieri

Il mondo spreca una quantità di cibo tale da poter sfamare all’incirca due miliardi di persone, è quanto, il 24 ottobre 2014, hanno annunciato le Nazioni Unite in occasione del varo, da parte delle tre agenzie alimentari con sede a Roma, di una piattaforma digitale designata per affrontare il problema emergente dello “spreco alimentare”.

Durante una conferenza stampa per l’inaugurazione del progetto, Maria Helena Semedo, Vice Direttore della FAO per le Risorse Naturali, ha evidenziato che risparmiare cibo è di vitale importanza dal momento in cui al giorno d’oggi più di 800 milioni di persone continuano a soffrire la fame.

“Risparmiando cibo, si risparmiano le risorse utilizzate per produrlo. Ridurre gli sprechi e le perdite senza crearne di nuovi dovrebbe essere una priorità per tutti”, afferma la Semedo.

Idee sull’arte al Simposio Internazionale del Centro Studi Umanisti

Di Redazione Madrid

Tradotto da Fiammetta Maceroni

«Per me la musica è iniziata come una ricerca di qualcosa di non molto chiaro che poco a poco si è definito, approfondito. Da un lato nasce dal gusto, dalle sensazioni e dalle esperienze speciali, difficili da spiegare, ma che chiaramente lasciano il desiderio di vivere ancora e ancora una volta senza la sensazione di noia. Così decisi di fare di questo lavoro la mia professione, per potermi sostenere con questa attività e potermici dedicare in pieno».

«Tuttavia sta emergendo sempre più chiaramente l’importanza dell’arte come l’ingresso in uno stato libero dai vincoli tipici della vita quotidiana, dove tutto tende a ruotare intorno alle preoccupazioni dello sguardo degli altri. E questo si sperimenta facilmente interpretando musica davanti agli altri, soprattutto su uno palcoscenico in cui l’ego cresce dentro se stessi e tutto è incentrato sul’immagine che si desidera proiettare agli altri».

Le nostre interviste

Storie palestinesi: la saggia Lebdewah

Di Irene Tuzi

A Nahr el-Bared ho incontrato anche Lebdewah e mi sono subito innamorata di lei. È una donna fantastica, saggia, forte, divertente ed intelligente e allo stesso tempo ironica e dolce. Il pomeriggio ama sedersi su uno stuoino in veranda, bere caffè e chiacchierare con le figlie e i vicini. Una sera a casa sua ho avuto una splendida conversazione con lei e le sue figlie, mi ha raccontato della vita che ha vissuto, una vita durissima, e della forza con la quale ha affrontato tutto ciò che le è capitato.

«Mi chiamo Lebdewah e sono nata a Zib, un villaggio tra Nahara e Akka, nel nord della Palestina. La vita lì era bellissima, avevamo la nostra terra, le nostre pecore e lavoravamo la terra e avevamo una vita semplice e bella. Sono arrivata in Libano dopo la Nakba, nel 1948. Avevo 15 anni ed ero incinta a quel tempo. Alcuni giorni prima della Nakba avevamo sentito parlare del massacro del villaggio di Deir Yassin dove case e strade erano state bombardate e la gente massacrata – incluse donne incinte. Il nostro villaggio era ancora sicuro ma dopo un po’ cominciarono a bombardare anche noi. Bombardavano sulle nostre teste e cominciammo a fuggire come pazzi in da ogni parte senza una direzione ben precisa, non sapevamo dove andare».

«Il Libano non ci ha mai trattato bene, non mi sono mai sentita a casa qui, ci chiamano profughi, non palestinesi, siamo come fantasmi con le nostre storie. […] È un miracolo che siamo ancora vivi dopo tutto questo».

Intervista a Roberta Consilvio sul IV Simposio Internazionale

Di Redazione Italia

Roberta Consilvio, membro del Centro Studi Umanisti di Roma, presenta ai microfoni di “Segnale Radio” il prossimo Simposio Internazionale dal titolo, “Alla scoperta dell’ Essere Umano” dal campo del determinismo alla libertà, che si terrà l’ 1-2 novembre al Parco di Studio e Riflessione di Attigliano (Tr).
Buon Ascolto!!!

Elezioni in Tunisia: il punto di vista di chi opera nel paese nel settore del microcredito

Di Dario Lo Scalzo

In occasione della tornata elettorale in Tunisia e dei risultati ufficializzati recentemente, abbiamo intervistato Bodo Lieberam, Direttore Generale di MicroCred Tunisie, operatore del settore del microcredito a livello internazionale e presente da alcuni anni nel paese.

«Nelle vesti di Direttore Generale di una società straniera sono contento dei risultati di queste elezioni. Ha votato il 60% della popolazione ed ha votato per la via democratica. Non ci sono stati attentati o incidenti in occasione del voto e la Tunisia ha dimostrato di volere intraprendere il cammino progressista e quello di una più stretta relazione con l’Europa e con altri partner. Credo, però, che sia importante coinvolgere anche Ennhadha nella formazione governativa».

«La maggior parte dei tunisini era molto contenta della “rivoluzione”, ma non era pronta né preparata a vivere il post primavera araba. La Tunisia era come quell’adolescente che lascia la casa dei genitori senza sapere veramente come si vive da soli. C’è stato molto disordine nell’amministrazione pubblica e tutto andava a rilento. Dopo quasi quattro anni, il paese è più maturo e ha imparato come gestire le cose più autonomamente».

Emergenza Rifugiati a Milano – L’esperienza di una volontaria

Di Anna Polo

Milano rappresenta una delle tappe del lungo viaggio di migliaia di profughi, soprattutto siriani e palestinesi, verso l’Europa del nord. Metà di loro punta a chiedere asilo politico in Svezia. Alla Stazione Centrale vengono accolti dai volontari di SOS ERM (SOS Emergenza Rifugiati Milano). Carlotta Passerini, una di loro, racconta la sua esperienza.

«Siamo un gruppo di volontari che si occupano dell’accoglienza dei profughi siriani e palestinesi al loro arrivo alla Stazione Centrale. Inizialmente, a giugno, il gruppo era firmato da privati, poi per questioni assicurative il Comune ci ha proposto di iscriverci all’Albo dei Volontari per questo progetto specifico e siamo diventati veri e propri volontari del Comune di Milano».

«Il mio primo giorno in stazione è stato difficile. All’inizio venire in contatto con persone che in Siria vivevano bene, meglio di noi e che ora hanno perso tutto è stato straziante. Mi ricordo che quel giorno di giugno ero andata con mia madre in stazione a lasciare borse della spesa piene di cibo e vestiti. Dopo averli distribuiti mi sono fermata a chiacchierare con un ragazzo siriano, di Damasco, che viaggiava con la moglie e la loro bellissima bimba, Sarah, di solo un anno».

Un buon momento per potenziare l’Economia Mista: intervista a Guillermo Sullings

Di Olivier Turquet

 Il libro di Guillermo Sullings “Oltre il capitalismo: economia mista” è stato appena pubblicato in italiano e l’autore ha in programma un giro di presentazioni in Italia nel mese di novembre. Una buona occasione per parlare con lui dei temi del libro e non solo….

« Visto in retrospettiva, oggi potrei dire che durante gli ultimi anni non solo i temi trattati sono ancora molto attuali, ma che hanno anche assunto maggiore rilevanza e visibilità per le società e sono stati analizzati da numerosi specialisti. Se prescindiamo da alcuni riferimenti e dati legati all’epoca e al luogo in cui è stato scritto il libro, che ovviamente sono andati cambiando con il passare del tempo, i temi principali sono ancora attuali e le sfide rispetto a ciò che bisogna  trasformare nell’economia sono ogni giorno più urgenti».

« Per dare un maggiore contesto al lettore non specialista, nel libro vengono analizzati i differenti sistemi economici esistenti e si trattano temi fondamentali come il concetto di proprietà, il lavoro,  il consumo, gli investimenti, le finanze, le politiche fiscali, i prezzi e altri argomenti rilevanti per qualsiasi analisi economica. Se però vogliamo riferirci alle proposte centrali io direi che queste sono il concetto di uno Stato Coordinatore, quello di una banca statale senza interessi, la partecipazione dei lavoratori ai guadagni e alla proprietà delle imprese, la riformulazione integrale della politica fiscale e un nuovo paradigma di crescita e consumo.  Non è facile sintetizzare tutti questi temi, ma cercherò di ampliare un poco i concetti».