Si apprende che l’Italia ha finalmente assegnato il “place of safety” il porto sicuro, alla Ocean Viking, la nave di SOS Mediterranea e di Medici senza frontiere con 82 migranti a bordo.

Gli 82 migranti, a bordo da 6 giorni fermi dentro la nave Ocean Viking sono attesi nel pomeriggio a Lampedusa.  Il gruppo verrà poi trasferito all’hotspot di contrada Imbriacola dove al momento ci sono soltanto 2 persone, rimaste nella struttura per un problema sanitario.

Tutti gli altri immigrati presenti nella struttura, nel corso della settimana sono stati trasferiti con il traghetto di linea per Porto Empedocle.

Le persone della Viking verranno poi accolte fra i vari Paesi europei, in Italia rimarrà solo il 10% di loro.

Questo piccolo caso, è la dimostrazione pratica e lampante che quando l’obiettivo non è soffiare sul fuoco per aumentare l’odio e i voti da una parte, oppure fare a scaricabarile e orecchie da mercante dall’altra, bensì la priorità viene posta sulla vita delle persone e si coopera per questo, allora le soluzioni  arrivano.

Le persone a bordo non verranno trasferite direttamente sull’isola, ma dalla Viking saranno prese in carico dalle motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza che provvederà a portarle sull’Isola. Secondo quanto si apprende la decisione sarebbe stata presa per velocizzare e non limitare l’operatività sia del porto che dell’aeroporto di Lampedusa essendo la Viking una nave di una stazza considerevole.

Tra le dichiarazioni dei politici spiccano le seguenti

“Questi sono matti” rincarando poi la dose, “E’ la resa totale all’Europa”.  Così ha commentato il segretario della Lega Matteo Salvini alla notizia  del via libera, ciononostante l’accordo della redistribuzione del 90% delle persone a bordo della Ocean Viking. Anche su questo modo di procedere basato sulla redistribuzione l’ex ministro dell’Interno ha avuto da replicare contrariato.

“Credo ci sia un grande equivoco sul porto sicuro alla Ocean Viking: le è stato assegnato un porto perché l’Ue ha aderito alla nostra richiesta di prendere gran parte dei migranti”. – Così invece il ministro degli Esteri Luigi Di Maio – “Detto questo mi impegnerò a lavorare sulla cooperazione internazionale per migliorare le condizioni economiche dei paesi di provenienza e sugli accordi sui rimpatri che sanciscono il principio che chi non può stare qui deve tornare indietro e chi può stare qui sta in Europa e non in Italia”.

“Il Governo assegna un porto sicuro a Ocean Viking e i migranti saranno accolti in molti Paesi europei. Fine della propaganda di Salvini sulla pelle di disperati in mare.”  Così invece in merito la questione scrive su Twitter il capodelegazione Franceschini.

 

Alcune considerazioni sulla vicenda:

  • Indubbio che i politici facciano i politici, e ognuno di loro tiri l’acqua al proprio mulino, evidente anche che da qui a dire che si sia trovata una soluzione duratura e stabile alla questione dei flussi delle persone in fuga attraverso il Mediterraneo, siamo molto lontani.  Questa passerà necessariamente da una volontà reale e duratura di cooperare fra i paesi europei che sono chiamati tutti ad impegnarsi, mettendo come priorità la vita delle persone innanzitutto e la voglia di gestire la questione capendo che ciò in definitiva è nell’interesse di tutti, non solo delle migliaia di persone attualmente in fuga dall’inferno libico.

 

  • Quanto accaduto specie nella modalità di gestire e cooperare fra più governi per trovare soluzioni, è solo un piccolo atto, forse il primo passo dopo anni di politica fra sordi e governi cinici che strumentalizzavano la questione migranti ed emergenza profughi, ognuno di loro per trarne vantaggio o comunque per non doversene occupare.

 

  • Appare molto evidente che, gestendo la questione migranti e profughi si toglie di fatto la principale arma di propaganda e di diffusione di odio che hanno avuto in mano finora le destre estreme, xenofobe e razziste, che sono riuscitie alimentare non il miglior populismo fatto di cooperazione, e attenzione ai bisogni popolari, ma il peggiore quello che trova radici nella paura, nell’intolleranza e nell’odio. L’ascesa delle destre estreme, del razzismo, dell’ondata di odio, e dell’intolleranza si ferma solo gestendo l’emergenza delle persone in fuga dagli inferni, dalla povertà e da guerre, che di frequente esisteno per via delle politiche stesse che i nostri governi finora hanno alimentato. Non esiste altra via e altra soluzione se non quella di cambiare politiche e di cooperare per gestire un problema creato dallo stesso Occidente.

 

  • Altro dato importante è  l’uscita graduale finalmente, dalla politica di criminalizzazione e d’isolamento delle ONG, come se fossero le navi di questi volontari che recuperano i naufraghi in mare, ad aver creato il problema; quando invece le ONG sono oltre 6 anni che chiedono di affrontare il problema in odo serio e non a colpi di propaganda, chiedendo di aprire almeno dei corridoi umanitari, per evitare appunto il traffico delle persone, finora lasciato in mano ai trafficanti e agli schiavisti.

 

  • Quest’ultima vicenda di fatto dimostra anche che le ONG non sono certo il problema, ma che le ONG semplicemente finora hanno riempito alla meglio e peggio una falla enorme lasciata prorio dai governi.  Lo hanno fatto come potevano, e con le risorse che avevano, denunciando spesso a tutti i governi europei la loro totale inadempienza nella gestione di questa emergenza, a volte denunciando persino la connivenza fra governi  e Libia e guardia costiera libica nell’alimentare il traffico di persone,  alimentati soprattutto nel firmare accordi che hanno prodotto, migliai di morti, enormi sofferenze e la detenzione di queste persone in fuga, dentro carceri che sono veri e propri lager. Molte altre volte rimanendo inascoltate, queste organizzazioni volontarie, hanno denunciando le azioni della guardia costiera libica che fa tuttora accordi con i trafficanti, ciò grazie anche ai soldi e agli aiuti e al sostegno che i nostri governi hanno sottoscritto in precedenti accordi, che poi da anni vengono puntualmente rinnovati.

 

  • Questo titpo di politiche portate avanti finora dai governi europei, ovvero demandare il problema a terzi, pagare addirittura altri affinchè se ne occupino altri che contravvengono persino ai principi basilari del trattato di Ginevra, oltre ad essere inandempienti, a non risolvere la questione e non portare a niente, prefigurano al loro interno anche l‘ipotesi seria di crimini  contro l’umanità.  Queste politiche in definitiva debbono essere abbandonate immediatamente, per essere sostituite per lo meno dai principi che reggono il Diritto Internazionale, i quali impongono sempre e comunque di occuparsi delle situazioni di emergenza e di salvare in primis le vite delle persone senza se e sanza ma.