Lunedì 18 aprile – con il deposito in Cassazione del quesito per arrivare al referendum sulle modifiche costituzionali volute dal governo Renzi/Alfano/Verdini/Casini – la campagna referendaria, che è già iniziata con la raccolta delle firme per abrogare due norme dell’Italicum, è ora completa.
Sui banchetti per la raccolta delle firme i moduli saranno quindi tre: uno per arrivare al referendum costituzionale, due per l’abrogazione di norme fondamentali della legge elettorale (premio di maggioranza e candidati bloccati).

E questo a partire proprio dal 25 aprile, 71° anniversario della Liberazione: è iniziata infatti la fase decisiva per fermare questo stravolgimento delle regole istituzionali che porterebbe l’esecutivo a prevalere sul parlamento, ridotto ad un ruolo di sostanziale ratifica delle decisioni del capo, e questo cambierebbe profondamente la natura della democrazia italiana e in particolare la Costituzione nata dalla Resistenza e dalla vittoria sul fascismo.

Il Comitato per il No nel referendum costituzionale ha deciso di raccogliere le firme per arrivare al referendum costituzionale perché vuole far vivere nella futura campagna referendaria non solo la presenza di chi in Parlamento si è espresso contro questo vergognoso stravolgimento della Costituzione, ma soprattutto punta a far sentire con forza la volontà dei cittadini. Il referendum costituzionale è uno strumento importante, che si può usare quando il Parlamento non arriva all’approvazione delle modifiche con i 2/3 dei votanti.

Senza dimenticare che in questo caso la risicata maggioranza parlamentare, che ha approvato la più vasta e nefasta revisione della Costituzione che ci sia mai stata, è divenuta tale, pur avendo riportato una minoranza di voti, in virtù dei meccanismi  del “porcellum” che distorcono la volontà popolare e che la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimi.
A questo punto è doveroso dare la parola alle elettrici e agli elettori i quali – ne siamo convinti – spazzeranno via l’obbrobrio partorito dal Partito della Nazione guidato dal duo Renzi/Verdini.

Coordinamento per la Democrazia Costituzionale-Arezzo