Cosa si intende per giustizia transizionale? Quando guerre o altri violenti conflitti si concludono o stanno per concludersi, un obiettivo è quello della ricostruzione, del ripristino delle infrastrutture del paese e delle sue istituzioni. Ben presto, però, sorge l’interrogativo di come gestire la questione dei crimini compiuti, di come giudicare chi li ha compiuti. Il dibattito generalmente inizia nella fase di transizione, vale a dire quando le società in causa abbandonano la violenza per entrare in una nuova era di pace. Tra alcuni esempi storici c’ è il Sud Africa e il Ruwanda. Ora si parla, e non solo dal punto di vista teorico ma pratico, di giustizia transizionale anche in Colombia.

Va detto che in Colombia non c’è contraddizione alcuna tra pace e giustizia. La pace è un presupposto per la giustizia, innanzitutto per quella sociale, ma anche per crimini passati durante il conflitto armato.
Il 23 settembre scorso si è firmato all’ Avana l’accordo per una Giurisdinazione Speciale per la Pace tra il comandane delle FARC-EP ( Fuerzas Armadas Revolucionarias de Columbia-Ejercito Popular), Timoleon Jimenes, Thimoscenko, ed il presidente della Colombia, Manuel Santos. L’ accordo è passo importante verso la pace definitiva, ma il cammino rimane con alcune difficoltà. Lo dimostrano reazioni e interpretazioni diverse espresse dallo stesso governo, da settori del parlamento, da partiti politici, dai media, dall’ opinione pubblica e dalle organizzazioni guerrigliere, FARC-EP ed ELN ( Ejército de Liberación Nacional).

Indubbiamente vi è un sostanziale appoggio internazionale e nazionale, ad eccezione dell’ex presidente Uribe e della sua organizzazione politica, Centro Democratico.
L’ accordo del 23 settembre conferma gli accordi parziali raggiunti precedentemente:
1. Riforma agraria integrale.
2. Partecipazione alla vita politica della guerriglia
3. Soluzione al problema della droghe illecite
E stabilisce la creazione di un Sistema Integrale di giustizia con priorità alle vittime, alla verità, alla riparazione e alla non ripetizione del conflitto armato.
Inoltre l’accordo riconosce la dimensione storica del conflitto armato e che le FARC-EP non sono state sconfitte, nonostante duri colpi militari e politici che d’ altra parte sono stati ricevuti anche dalle Forze Armate e dal Governo colombiano. La rivoluzione non ha ottenuto con le armi il proprio obiettivo, mentre l’ ordine e’ stato mantenuto con molte ingiustizie.

Questo riconoscimento tra le due parti, guerriglia e governo, permette  che la giustizia, in questa fase di transizione, abbia come priorità il Diritto e la Pace. Si tratta, insomma, di un accordo tra politici con le armi ancora in mano, ma politici.  Questo dialogo e questi accordi vanno appoggiati in quanto la guerriglia e governo sono  e sono stati  gli attori principali di questa guerra  durata 50 anni.  Non ha senso credere che la giustizia di cui si parla sia giustizia di vincitori,  Governo e Forze Armate, su vinti, FARC-EP( ed anche ELN, anche se questa organizzazione guerrigliera non è ancora parte organica dei negoziati).  Il linguaggio utilizzato è significativo:” … CI SIAMO MESSI D’ ACCORDO DI CREARE UNA GIURISDIZIONE SPECIALE PER LA PACE.  Ė chiaro, quindi, che si tratta di un patto politico tra le parti, guerriglia e governo, che vincola entrambi in maniera egualitaria sulle decisioni.  La definizione Tribunale ad hoc è chiara: ” La funzione del Tribunale per la Pace è quella di terminare con l’ impunità, contribuire a risarcire le vittime e punire i responsabili di gravi delitti commessi durante il conflitto armato, particolarmente i piu gravi e rappresentativi, garantendo la non ripetizione.”
Si recupera il concetto di delitto politico nella sua accezione democratica e per questi ci sarà la più ampia amnistia. Si escludono dalla amnistia i delitti di lesa umanità, di genocidio ed i crimini di guerra.
Il concetto di uguaglianza ha suscitato dei disaccordi in parte del governo, in parlamentari, in televisioni e giornali ed in tutti gli impresari.

La Giursdizione Speciale per la Pace è stata definita nella sua elaborazione generale, ma richiede passi concreti nello spirito e la sostanza dell’ accordo del 23 settembre scorso, passi che stanno trovando gli ostacoli di cui sopra.
Intanto il processo di pace continua. Per esempio governo e FARC si sono messi d’ accordo sulla ricerca dei desaparecidos. C’ è stata un amnistia per prigionieri politici ed altro.

Due punti essenziali per passare dalle armi alla politica sono:

L’ inclusione nei negoziati dell’ ELN ( Ejército de Liberación Nacional)

Il cessate il fuoco bilaterale tra il governo e le due guerriglie, FARC-EP e ELN.

Per seguire il processo di pace in Colombia segnalo i links con i precedenti articoli in ordine cronologico. A fine, inizio anno nuovo scriverò un bilancio generale degli oltre tre anni di negoziati per raggiungere la pace.
http://www.pressenza.com/it/2015/07/guerra-e-pace-in-colombia-nel-luglio-2015/

http://www.pressenza.com/it/2015/09/guerra-e-pace-in-colombia-un-grande-balzo-in-avanti-verso-la-pace/

http://www.pressenza.com/it/2015/10/pace-in-colombia-non-tutto-il-cammino-in-discesa/

http://www.pressenza.com/it/2015/11/grerra-e-pace-in-colombia-le-farc-piu-in-pace-che-in-guerra/