I nostri articoli

Ucraina: uccisioni sommarie nell’est del paese

di Amnesty International

Donbass Ucraina

Un’indagine condotta da Amnesty International nel Donbass a fine agosto e fine settembre ha accertato che in Ucraina orientale vi sono stati casi isolati di uccisioni sommarie e deliberate da parte dei gruppi separatisti filo-russi e delle forze pro-Kiev, ma non della dimensione riferita dai media e dalle autorità della Russia.

Nel corso dell’indagine, Amnesty International ha intervistato vittime di violazioni dei diritti umani e loro familiari, testimoni oculari, autorità locali delle regioni di Luhansk e Donetsk, personale medico e combattenti di entrambe le parti in conflitto.

 

Quando venne abbattuto l’ultimo albero

di Tony Robinson

Moais

Secondo gli studiosi specializzati nella sua storia, l’Isola di Pasqua è rimasta un sistema chiuso per 1.400  anni. La tradizione, probabilmente nata nel loro luogo di origine in Polinesia, di onorare la morte dei capi più importanti, dotati di un’energia e un potere speciali, portò a uno dei più straordinari progetti di costruzione mai visti sul pianeta: la realizzazione di incredibili piattaforme, su cui erano collocate delle enormi statue di pietra. Nel corso del tempo il culto delle statue fiorì e da piccole queste diventarono gigantesche, fino a pesare decine di tonnellate. All’improvviso,  la popolazione dell’isola venne decimata e il culto delle statue abbandonato.

Che cosa aveva causato questo crollo inatteso? La risposta, o almeno un’analogia che può aiutare a individuarla si trova a sorpresa nel campo della termodinamica. Immaginate una scatola piena di ossigeno in forma gassosa e un’altra pieno di azoto gassoso. Le due scatole sono una accanto all’altra, separate da una parete rimovibile. Toglietela e i due gas si troveranno fianco a fianco. Con il tempo si mescoleranno al punto che non sarà più possibile individuare la loro posizione iniziale. Questo è l’effetto dell’entropia.

 

Soluzione a uno Stato o a due Stati? La risposta è entrambe (o nessuna)

di Noam Sheizaf

La soluzione a due Stati non è una causa progressista come non lo è una soluzione a uno Stato singolo, sono solo mezzi possibili per raggiungere un fine. L’unico obiettivo possibile per la politica progressista in Israele/Palestina può essere la piena concessione di diritti umani, civili e politici per tutti coloro che vivono su questa terra.

La mia posizione politica principale è l’opposizione all’occupazione. Per “occupazione” non intendo lo status giuridico del terreno amministrato da Israele. Mi riferisco all’esistenza di un regime che separa le due popolazioni su linee etniche e concede loro diritti diversi e a tutte le politiche che sono parte integrante di quel regime: il sistema giudiziario militare, gli omicidi extragiudiziali di persone che vivono sotto la sovranità israeliana, la mancanza di libertà di movimento, i limiti alla libertà di parola, e molte altre misure simili.

 

Guinea Equatoriale: una amnistia per favorire il dialogo politico

di MISNA – Missionary International Service News Agency

Un’amnistia per “gli oppositori in esilio, già condannati per delitti politici, e tutte quelle persone con un procedimento giudiziario a carico”: a decretarla è stato il presidente Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, che governa con il pugno di ferro la Guinea equatoriale dal 1979. “Non vogliamo che i nostri compatrioti passino tutta la loro vita fuori dal paese” ha aggiunto il presidente dopo aver firmato un apposito decreto.

Il provvedimento prevede inoltre di “pagare il biglietto aereo a chi intende rientrare in patria, sulla rotta tra Madrid e Malabo, con voli della compagnia nazionale Ceiba Intercontinental”.

 

Ballottaggio in Brasile: l’importanza per la regione della vittoria di Dilma

di Iván Novotny

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Domani, domenica 26 ottobre 2014, si tiene in Brasile il secondo turno delle elezioni presidenziali.  Le due opzioni sono molto diverse anche riguardo alla direzione che potrebbero prendere gli eventi politici in un momento caratterizzato in Sudamerica da forti cambiamenti. Da una parte Dilma Rousseff del Partito dei Lavoratori (PT in portoghese), attuale presidente e continuatrice del progetto iniziato da Lula Da Silva nel 2003 e dall’altra il candidato legato alla destra e agli interessi neoliberisti, Aécio Neves del Partito Socialdemocratico brasiliano (PSDB).  I 142,8 milioni di brasiliani che torneranno alle urne definiranno la direzione della più importante economia sudamericana, che è anche una delle potenze emergenti sul piano politico internazionale. Ciò che succederà nel paese avrà una grande influenza sulla regione e sulle alleanze politiche-economiche dei cosiddetti BRICS.

Forze armate italiane in Kuwait per la guerra all’Isis

di Antonio Mazzeo

Parte dal Kuwait l’avventura militare italiana contro le milizie del Califfato. Nei giorni scorsi, un velivolo tanker Boeing KC-767-A in dotazione al 14° Stormo dell’Aeronautica di Pratica di mare (Roma) è stato trasferito nella base aerea di Kuwait City per rifornire in volo i cacciabombardieri della coalizione internazionale a guida Usa impegnati contro l’Isis in Iraq e Siria. Sempre in Kuwait l’Aeronautica rischiererà entro un paio di settimane due droni-spia “Predator” del 32° Stormo di Amendola (Foggia). Perché siano pienamente operativi, i velivoli senza pilota dovranno essere riconfigurati per la nuova missione bellica e sarà necessario allestire in loco le necessarie infrastrutture logistiche.

Secondo quanto dichiarato in Parlamento il 16 ottobre scorso dalla ministra della Difesa Roberta Pinotti, il contributo italiano alla Coalizione internazionale prevede pure il dispiegamento di 200 addestratori e 80 “consiglieri” militari, molto probabilmente a Erbil, nel Kurdistan iracheno, per addestrare le unità locali e i battaglioni dei pershmega curdi. Alcuni ufficiali italiani saranno distaccati infine a Tampa (Florida), sede del Comando centrale che guida l’Operazione Inherent Resolve, com’è stata chiamata dal Pentagono la nuova campagna di guerra in Medio Oriente.

Le nostre interviste

Costruire un mondo-villaggio all’insegna della pace e della giustizia

di Olivier Turquet

Milena Rampoldi in sede Promosaik

Un’intervista a Milena Rampoldi, ricercatrice, scrittrice, traduttrice e fondatrice dell’associazione “Promosaik”. Il suo progetto nasce dall’idea di far incontrare popoli, lingue, culture e religioni. La pluriennale esperienza di traduttori, intellettuali e scrittori ha portato a costituire l’associazione, un luogo in cui si può scrivere, dare espressione alle proprie idee, tradurre e presentare testi da altre lingue, redigere recensioni, pubblicare notizie su cultura, lingue, religioni, educazione alla pace e dialogo, confrontandosi con gli altri. Con lei parliamo dell’importanza del dialogo interculturale e interreligioso, due tipi di dialogo, secondo la studiosa, inseparabili tra loro vista la stretta connessione tra religione e culturale.

Io sto con la sposa – Intervista a Gabriele Del Grande

di Anna Polo

Un regista, un giornalista e un poeta sirano-palestinese incontrano a Milano cinque palestinesi e siriani sbarcati a Lampedusa in fuga dalla guerra e decidono di aiutarli a raggiungere la Svezia per chiedere asilo politico. Per aggirare le dure leggi sull’immigrazione dei paesi europei, che puniscono non solo i “clandestini”, ma anche chi li aiuta, inscenano un finto matrimonio e attraversano Italia, Francia, Germania e Danimarca come un vero e proprio corteo nuziale: fiocchi bianchi legati alle macchine, sposa in abito lungo e strascico e invitati in giacca e cravatta beffano la polizia e i controlli e in quattro giorni, dal 14 al 18 novembre 2013, arrivano a Stoccolma.  Ad aiutarli lungo la strada una rete di gente ospitale, che ha deciso di rischiare anni di galera per garantire ad altri diritti che per gli europei sono scontati, come quello di spostarsi liberamente. Ne abbiamo parlato con Gabriele Del Grande, uno degli ideatori del progetto che ha commosso la Mostra del cinema di Venezia e che continua a riscuotere uno straordinario succeso nelle sale in questi giorni.

Qui il trailer:

La crisi e le sue sfide in Europa e in Sudamerica – prima parte

La crisi e le sue sfide in Europa e in Sudamerica – seconda parte

di Anna Polo

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Vista dall’Europa, la crisi pare globale e il futuro oscuro, ma a livello mondiale le cose sono davvero così? Ci sono paesi, se non interi continenti, che vivono in una situazione differente, animati da un certo ottimismo e possono offrire esperienze alternative, punti di vista e motivi di speranza? Il Sudamerica potrebbe essere un esempio in questo senso. Ne parliamo con Guillermo Sullings, economista del Partito Umanista argentino e con Tomás Hirsch, portavoce umanista e vicepresidente del Partito Umanista cileno (nella foto, nel Parco di Studio e Riflessione di Punta de Vacas, in Argentina), le cui risposte verranno pubblicate nella seconda parte di questa intervista.

La forza creativa della nonviolenza: intervista ai registi di “Everyday Rebellion”

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Everyday Rebellion è un documentario sulle forme creative di protesta nonviolenta in tutto il mondo. Ne parliamo con i registi Arman e Arash Rihai.

Un assaggio dell’intervista: Il progetto è iniziato quando abbiamo visto giovani come la studentessa Neda Agha Soltan uccisi dal regime iraniano durante le proteste pacifiche seguite alle elezioni presidenziali del 2009. Neda passava per strada ed è stata colpita da un cecchino. Il periodo successivo alle elezioni, le manifestazioni del cosiddetto movimento verde e la ribellione in Iran che arrivava nelle nostre case attraverso youtube e i social media hanno dato inizio al nostro progetto. La sensazione di impotenza durante le proteste ci rendeva molto infelici; volevamo dare il nostro contributo al movimento iraniano per la libertà, la pace e la giustizia. Volevamo cambiare qualcosa.

Ecco il trailer: