Chi inizia un’aggressione armata non è mai simpatico, ma é grazie a Putin che l’Occidente si è tolto la maschera.

Per decenni, la Russia si è lamentata dell’aggressione della NATO per l´ampliamento dei suoi confini fino a trasformare l’Ucraina nella sua pedina. Se volevano conoscere la potenza di fuoco russa, l’hanno ottenuto. Oltretutto si è trattato di un grande affare perché l’Ucraina, per far fronte allo sforzo di difendere la sua oligarchia fascista, ha ipotecato la sua enorme ricchezza naturale per diverse generazioni.

Quelli che tanto si lamentano di veder infrante le regole del diritto internazionale sono i veri colpevoli, perché hanno disatteso i loro stessi accordi: non solo non hanno sciolto la NATO, ma l’hanno allargata a fronte dei continui avvertimenti della Russia.

Coloro che condannano il presunto genocidio da parte dei russi (che non può essere qualificato come tale) non solo hanno nascosto, ma continuano a nascondere il vero genocidio nel Donbass e gli attuali e reali atti criminali perpetrati per difenderlo1, tra cui e soprattutto le atrocità a Mariupol e pochi giorni fa a Kramatorsk. Inoltre, i mass media e le istituzioni occidentali hanno organizzato, senza alcun preavviso, le più grandi manovre militari della NATO nei paesi confinanti con la Russia, con l’Ucraina come protagonista principale, dato che con il suo contributo il numero di truppe concentrate lì durante il 2022 avrebbe raggiunto le 100.000 unità. Non è stata una coincidenza il numero delle truppe che Putin ha concentrato sul confine. In altre parole, con la scusa delle “manovre” cresce il rischio di un attacco alla Federazione Russa, cosa che i media fino ad oggi hanno taciuto e che Maria Müller ha riportato in dettaglio da Mosca2. Non vale solo la pena di leggere il suo articolo, ma ancora di più le informazioni che trasmette. Risulta chiaro che l’operazione militare intrapresa dalla Russia era molto speciale, una mossa difensiva anticipata per dimostrare che non sarebbe stata presa alla sprovvista.

Coloro che condannano il presunto uso di armi proibite sono gli stessi che ne promuovono l’uso da parte degli ucraini, e quando avvertono della possibilità di essere vittime di armi chimiche, cercano di distogliere l’attenzione dai laboratori che hanno finanziato e promosso3.

Coloro che declamano la difesa della loro libertà di espressione, vietano i mezzi d´informazione di coloro che non sono il nemico dichiarato. Si potrebbe giustificare la diffusione della propaganda nemica, ma quand’è che la NATO ha dichiarato guerra alla Russia? E i social network, così liberi riguardo ai discorsi d’odio dei suprematisti bianchi, hanno vietato l’informazione russa. Se la libertà di parola era una caratteristica cara alla cosiddetta democrazia occidentale, si è rivelata per quello che è, una rozza maschera di dominazione.

Quelli che sventolano i trattati internazionali (l’ONU è uno di questi) sponsorizzano tuttavia quelli che li infrangono (quelli firmati a Minsk per la pace nel Donbass).

L’Occidente è stato messo a nudo dalla divergenza tra la sua narrazione e la sua pratica.

E non dico nulla sulla possibile collusione dell’aspirante “Leader del Mondo Libero” con i produttori di armi, incluse quelle chimiche e biologiche. Abbiamo visto che i pipistrelli possono essere più letali dei missili4.

La pandemia ha messo a nudo il disinteresse dei leader occidentali verso la protezione dei sistemi sanitari e la brutale realtà del capitalismo neoliberale.

Putin ha fatto sì che con la reazione alla sua “operazione militare speciale” lo stesso immaginario europeo uscisse allo scoperto.

Il razzismo implicito degli Stati Uniti è stato messo a nudo dalla militanza delle organizzazioni nere (Black Lives Matter e altre); anche l’Europa, oggi, con la sua narrativa sul conflitto in Ucraina e in particolare sulla migrazione della sua popolazione nei paesi vicini: gli europei intervistati dai media non hanno visto negli ucraini dei migranti perché non erano come i neri dell’Africa e del Vicino Oriente5. Gli stessi ucraini hanno dimostrato il loro razzismo nel come hanno trattato gli africani che volevano tornare nei loro paesi d’origine6.

I mass media occidentali hanno coperto le spalle ai nazisti che hanno preso il controllo delle strutture statali dell’Ucraina dopo il Maidan, che nelle parole di Zelenski “sono quello che sono“; hanno occultato anche il peso dei battaglioni addestrati appositamente dagli americani e dai britannici e, peggio ancora, le atrocità che hanno commesso nel Donbass per otto anni. Ora se ne parla presentandoli come patrioti tra i quali ci sono “elementi di estrema destra”7.

Ciò che si sospettava é venuto a galla: il nazismo non ha perso la seconda guerra mondiale perché, pur non riuscendo a conquistare militarmente l’Europa, é riuscito a dominarla economicamente con il generoso sussidio di quelli che dovevano essere i suoi nemici, i mentori del Piano Marshall. Tutto questo mentre davano rifugio ai gerarchi, come nel caso di Stepan Bandera, se mi attengo agli ucraini.

Quelle che sembravano note di colore nei film di spionaggio o di intrighi politici, emergono invece come la cruda realtà: il nazismo, o la credenza nella supremazia della razza bianca, è radicata nel substrato culturale dell’Occidente. I mass media8 l´hanno reso evidente nel modo in cui sono state trattate le notizie sulla “guerra” in Ucraina.

Se rivediamo la storia e la cultura della propaganda del XX secolo, scopriremo che, come ha detto Putin, é dalla fine del XIX secolo che gli Stati Uniti vorrebbero smembrare la Russia. E ha la sua logica: un territorio grande più del doppio del loro, con più risorse naturali e una popolazione che è appena la metà della loro. Niente di più allettante!

Ecco perché Wall Street e i tedeschi hanno aiutato Lenin e Trotsky a realizzare il loro sogno rivoluzionario9: l’Olocausto occupa un proprio posto tra le mostruosità del XX secolo, ma non i 25 milioni di russi morti per mano dell’esercito nazista; perché nell’immaginario mondiale si è installata con successo l’idea che la Seconda Guerra l’abbiano vinta gli Stati Uniti con il loro intervento decisivo dell’ultimo momento (come nella Prima), e non i russi che hanno sconfitto il grosso dell’esercito tedesco nella campagna d’oriente.

In breve, la Terza Guerra é iniziata con il trattato che pose fine alla Seconda, e i tribunali di Norimberga non furono altro che una messa in scena per mostrarsi coerenti con il discorso libertario occidentale.

Dopo tutto, la Guerra Fredda è stata una guerra e gli Stati Uniti sono riusciti a smembrare il loro nemico. Il resto erano fuochi d’artificio del capitalismo consumistico che hanno abbagliato le masse, ma non i loro leader. La Russia e la Cina si sono risollevate lasciandosi penetrare dalle corporazioni occidentali, le stesse che oggi tremano per i loro investimenti. Perché se la Russia ha ripreso giá una volta il controllo delle sue risorse naturali e tratta le corporazioni con considerazione ma anche con fermezza, sono certamente terrorizzati da ciò che potrebbe accadere se la Cina facesse una mossa parallela. Improvvisamente i paesi “mano d´opera” potrebbero smettere di esserlo.

L’espansione delle corporazioni si è concretizzata, attraverso il capitale e i dirigenti, in territori politicamente estranei dei quali però potevano dirigere i leader. La ricchezza materiale delle corporazioni non è dove si trova la loro ricchezza finanziaria o le loro teste: da qui l’importanza della forza militare, che riacquista la sua rilevanza come ai tempi delle cannoniere.

Ma tutto questo è molto lontano da noi cittadini comuni, che sopportiamo la cultura colonizzatrice, l’informazione di massa che sostiene la predica suprematista con l’illusione di essere superiori basata solo su una credenza, ignorando invece la diversità dell’essere umani.

Non c’è niente che possiamo fare per cambiare il corso della Storia: un destino disgraziato se ci fissiamo solo su quello che possiamo vedere e se ci lasciamo convincere da quest’immaginaria esclusione delle maggioranze che abitano il pianeta, il nostro mondo. È chiaro che sono le leadership che hanno il potere di decidere il nostro destino immediato.

Ma questi leader sono sostenuti dalla fede nella nostra menzognera democrazia che occulta le strutture corporative (gli stati fascisti erano corporativi, anche se erano corporazioni di stato), che sono i veri detentori del potere.

È qui che noi cittadini comuni possiamo cominciare a prendere le redini nelle nostre mani, cercando e trasmettendo le informazioni adeguate, denunciando la discriminazione e la mancanza di libertà d’informazione, smascherando la violenza dei discorsi ufficiali, soprattutto delle nazioni del nord, togliendo i voti ai rappresentanti delle corporazioni, certo, ma anche attivandosi per una democrazia reale e partecipativa.

La guerra della comunicazione che, come ha detto Mariano Quiroga, non è mai stata fredda10 e la prefabbricazione delle notizie in Ucraina sono all’ordine del giorno11. Questo si avverte facilmente nei massacri provocati dall’esercito ucraino con due Tochka U (missili bomba a grappolo). Il 14 marzo, nel centro di Donetsk, dopo il disastro, il silenzio. Nessuno è stato accusato, gli ucraini lo sono stati ma solo dai “separatisti”. Qualche giorno fa, con il massacro di Kramatorsk, i russi sono stati immediatamente condannati. Chiaro, avevano visto il filone scoperto con i morti civili “piazzati” a Bucha. Solo che c’era la prova incontrovertibile che non si trattava di un Iskander, come hanno subito sostenuto, ma di un Tochka U, il cui numero di serie è stato mostrato da un giornalista italiano e che si è rivelato essere dello stesso lotto industriale di un altro lanciato nel 2015 sul Donbass. Nel programma che è andato in onda si è generata una scena quasi comica nel tentativo di squalificarlo, cosa che evidenzia il pregiudizio anti-russo dei media12.

Questa vera e propria guerra, condotta con azioni militari, era già iniziata anni fa. È una guerra culturale che non si gioca solo nei mass media.

La cultura è influenzata dai mass media ma vive nelle persone, nella comunicazione quotidiana, da persona a persona, dove è l’umano ad essere in gioco, ogni giorno. In altre parole, il campo di battaglia di questa terza guerra, che va avanti da decenni, è la nostra vita quotidiana.

Traduzione dallo spagnolo di Annalisa Pensiero. Revisione di Matilde Mirabella

4Per quanto riguarda quanto sopra, mi riferisco alle citazioni e ai riferimenti nella mia nota precedente: https://www.pressenza.com/es/2022/03/una-guerra-puede-ser-noviolenta

8Nota 5

9El supercapitalismo internacional, Pedro Piñeyro, Bs. As. 1970; https://es.ar1lib.org/book/1404401/1ef289, 9/4/2022

11Open, il fact-checker di Facebook, pubblica quattro fake news in tre giorni – Panorama

12Guerra Ucraina, la mano delle polemiche (la7.it)