Trascriviamo il tributo che il deputato umanista ha reso alle vittime della dittatura civico-militare cilena nell’aula della Camera dei Deputati del Cile, in occasione dell’11 settembre 2019, a 46 anni dal colpo di Stato:

“Questo 11 settembre ricorre il 46° anniversario del colpo di Stato civico-militare che rovesciò il governo costituzionale di Salvador Allende. Questo colpo di Stato diede origine alla dittatura più lunga e crudele della nostra storia nazionale.

In questa data, molti di noi non possono non ricordare e rendere omaggio alle vittime della repressione e alle loro famiglie, che ancora oggi lottano per la verità e la giustizia. Omaggio a coloro che aspettano da decenni di sapere dove sono i loro figli, i loro genitori, i loro partner.

Sono loro la massima espressione della dignità del popolo cileno, delle migliaia di persone che non dimenticano, nonostante i tentativi di cancellare la memoria e di occultare o sopprimere la Storia attraverso la negazione, il silenzio o le politiche educative.

Questo 11 settembre, ancora una volta migliaia di persone in tutto il Paese ci mostrano che la memoria è persistente, che spinge e dà forza a coloro che cercano giustizia. La memoria ci impone di ricordare per capire cosa siamo e definire cosa vogliamo e cosa possiamo essere.

Insieme all’amaro ricordo del bombardamento del palazzo della Moneda, ritorneranno in mente a molti di noi le immagini e le voci di coloro che non ci sono più. L’ultimo discorso del presidente Allende, il vile attacco alla casa della calle Tomás Moro, la persecuzione dei militari costituzionalisti nell’Academia de Guerra, le torture e gli omicidi nella Villa Grimaldi o nella Caserma Simón Bolivar, i “voli della morte” che partivano dall’Aerodromo di Tobalaba, o la deportazione in camion dell’immondizia degli abitanti della Villa San Luis di Las Condes.

Ma quando ci riconnettiamo a quel dolore, incontriamo anche coloro che sono ancora presenti nella nostra memoria. Con coloro che ci ricordano che prima del colpo di Stato esisteva un Cile con un passato migliore e che ci ispirano a costruire il futuro.

La tranquilla voce del Presidente Allende è ancora presente nella coscienza del popolo cileno. Coloro che non ci sono più ispirano le nuove generazioni a creare una società più giusta e più solidale.

E con loro, attraverso la speranza e il ricordo, riusciremo ancora una volta a sconfiggere la cultura della paura, della morte e della violenza.

In nome di tante e tanti, in nome degli umanisti, e vorrei dire in nome di quest’aula, che però è vuota, anche se non non si vede dalle telecamere – e quanto sarebbe necessario un omaggio da parte di tutta questa Camera dei Deputati piena -, rendo omaggio a coloro che hanno subito così tante violazioni dei diritti umani, alle migliaia e migliaia di detenuti scomparsi, di esiliati, di torturati. A tutti loro in questo 11 settembre va il nostro omaggio e il nostro ricordo, per sempre.