Missioni militari, di addestramento e investimenti crescenti: i rapporti dell’Europa con il Sahel.

di Alice Pistolesi

Mali, Niger e in generale il Sahel sono al centro delle attenzioni europee. A preoccupare Bruxelles il traffico di droga, il terrorismo e, non ultimi, i flussi migratori. Motivi che hanno spinto l’Unione Europea ad investire sempre più nel territorio africano sia nelle missioni militari che dal punto di vista economico.

Più soldi alla missione EUTM

Continua e con il doppio dell’investimento la missione di addestramento militare dell’Unione europea in Mali (EUTM).

Dai 33,4 milioni di euro di stanziamento iniziale Bruxelles ha nei giorni scorsi deciso di arrivare a 60 milioni e di proseguire per almeno altri due anni, ovvero fino al 2020. La missione riunisce militari di Mali, Ciad, Burkina Faso, Mauritania e Niger ma rimane finalizzata all’addestramento e non al combattimento.

La missione, all’epoca denominata Servant, è nata nel 2013 con l’obiettivo di equipaggiare il Mali di nuovo uno strumento di difesa contro il terrorismo. Quasi 11mila soldati sono stati formati dai militari europei e otto gruppi di forze speciali sono stati addestrati e impegnati in combattimento.

Il Consiglio della missione ha inoltre modificato il mandato includendo negli obiettivi il sostegno alla consulenza e alla formazione della forza congiunta del G5 Sahel.

Il G5 Sahel

L’Unione Europea è uno dei principali donatori della formazione, con 116 milioni di euro di investimento, e il suo impegno nel training delle forze militari locali.

Il G5 Sahel ha come obiettivo il coordinamento della cooperazione regionale nelle politiche di sviluppo e di sicurezza nell’Africa Occidentale. È stato costituito il 16 febbraio 2014 a Nouakchott, in Mauritania e coinvolge cinque paesi: Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger.

Il G5 Sahel opera in stretta collaborazione con l’operazione Brakhane che dispiega 4mila militari francesi. I governi dei cinque Stati hanno deciso la creazione di un fondo fiduciario di circa 423 milioni di euro.

La MINUSMA

Prorogata in Mali anche la missione delle Nazioni Unite Minusma (United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali) finalizzata a sostenere il processo politico di transizione e aiutare la stabilizzazione del Paese. La Minusma ha schierato sul territorio maliano oltre 13mila soldati da 57 Paesi.

E le altre

Nella regione sono schierate altre due missioni europee, la PSDC Sahel Mali, che “sostiene gli sforzi dello Stato maliano volti a garantire l’ordine costituzionale e democratico, ad attuare le condizioni per una pace duratura e a mantenere la sua autorità su tutto il territorio” e la EUCAP Sahel Niger, che sostiene la lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo in Niger.

Prossime elezioni in Mali

In questo contesto di incertezza il Paese si prepara alle elezioni presidenziali. Il presidente del Mali Ibrahim Boubacar Keita si è ufficialmente candidato per le elezioni del 29 luglio, dove correrà per una coalizione che raggruppa circa settanta partiti politici.

Ha invece fatto un passo indietro Dioncounda Traoré, che avrebbe dovuto rappresentare Adema (Alleanza per la democrazia in Mali), la terza forza politica del Paese.

Snodo Niger

Il Niger è diventata la via principale del traffico di esseri umani dopo il caos libico. Secondo l’Europa la tratta di esseri umani è una minaccia per la stabilità del Niger.

Oltre alla missione recentemente avviata in Niger e alla quale partecipano anche contingenti di militari italiani l’Unione europea ha stanziato per il Niger circa 230 milioni di euro dal fondo fiduciario per l’Africa e 596 milioni dal Fondo europeo di sviluppo. Bruxelles finanzia inoltre cinque centri dell’Oim con il compito di reinsediare i migranti nei loro paesi d’origine o assistere gli aventi diritto all’asilo.