“Liberty Passion“ (Passione per la Libertà) è il nome dell’enorme nave cargo destinata a rifornire di armi le basi militari statunitensi nelle varie zone di guerra. Affiancata alle navi “Liberty Pride“( Orgoglio di Libertà ) e “Liberty Promise“ (Promessa di Libertà) sempre della stessa compagnia americana, la Liberty Global Logistics (Logistica per la Libertà Globale) di New York, che in Italia è rappresentata dall’agenzia “Fratelli Cosulich”.

Le tre moderne navi cargo effettueranno un servizio di navigazione continuo che prevede lo scalo regolare del porto di Livorno nella rotta Stati Uniti – Mar Rosso – Medio Oriente, previsto poi il proseguimento per la Corea e il Giappone. Infine il rientro negli Stati Uniti dopo avere effettuato la circumnavigazione del globo terrestre.
Costruita nel 2016, la Liberty Passion, battente bandiera statunitense e consegnata nel gennaio di quest’anno, ha fatto la sua prima apparizione ufficiale Sabato 25 marzo scorso. Giunta nel Porto di Livorno, al Terminal Clip in alto fondale. Sulla banchina ad attenderla, oltre al personale della Fratelli Cosulich, dell’agenzia portuale Argosy e ai rappresentanti del terminal, anche diversi “clienti” particolarmente interessati a partecipare alla open-house organizzata da LGL a bordo della nave, in una specie di visita guidata che illustrava le numerose capacità di questi nuovi tipi di nave cargo.
Liberty Passion, è lunga 199 metri, ha una rampa con portata di 160 tonnellate e può imbarcare fino a 6,450 auto, qualsiasi tipo di veicolo gommato o cingolato di diverse altezze, elicotteri, vagoni, carico militare e merce varia. Opererà nel servizio “intorno al mondo” affiancando le precedenti Liberty Pride e Liberty Promise e scalerà regolarmente il porto di Livorno, nella rotta dagli Stati Uniti verso i porti di Mar Rosso e Medio Oriente per proseguire verso Corea, Giappone e, dopo aver circumnavigato il globo, giungere nuovamente negli Stati Uniti.
Intenzionalmente evidenziate le parole “carico militare e merce varia”  perché  è attraverso queste mastodontiche navi cargo che sarà possibile caricare carri armati, elicotteri, veicoli per il trasporto truppe, armamenti di vario tipo, equipaggiamenti per le unità militari con cui verranno alimentate le varie guerre, sia quelle già in corso che le altre che si vanno prospettando all’orizzonte.
La Società Fratelli Cosulich tra i vari servizi fornisce anche competenze tecnico-operative qualificate a numerose strutture offshore, FPSO, FSO, piattaforme per trivellazioni subacquee, e navi che effettuano trivellazioni al largo delle coste. Attività quest’ultima della F.lli Cosulich cresciuta grazie all’accordo siglato nel 2010, sotto il nome di Olt Offshoreling Toscana, siglato all’epoca tra la società ECOS nata dalla joint venture tra le società Exmar e appunto la Fratelli Cosulich, per la fornitura di servizi al terminale di rigassificazione al largo della costa Toscana. Con un giro d’affari di oltre 1 miliardo di Euro il gruppo Cosulich è gestito da una base a Genova, da sei uffici in Italia e 10 uffici all’estero.
Il servizio di collegamento mensile della Liberty Passion e delle sue “consorelle” è già entrato a pieno regime tra Livorno e i porti di Aqaba in Giordania e Gedda in Arabia Saudita. L’apertura di tale servizio il 25 Marzo scorso è stata celebrata come “una festa per il porto di Livorno”.

Per niente casuale la scelta del porto di Livorno come punto di passaggio per questo tipo di “servizio cargo continuo”.
Il porto è collegato a Camp Darby, la vicinissima base militare U.S. Army, considerata da molti il più grande arsenale militare statunitense all’estero, una base logistica militare che rifornisce le forze terrestri e aeree statunitensi nell’area mediterranea, mediorientale, africana e oltre.
La base militare di Camp Darby, inquadrata all’interno dei giochi di guerra è una base strategicamente importantissima, nei suoi 125 Bunker sono allocati grandi quantitativi di materiale bellico già predisposto per rifornire rapidamente operazioni militari in tutta l’area mediterranea e  mediorientale. Tramite Camp Darby attraverso il porto di Livorno in pratica è possibile armare due battaglioni corazzati e due di fanteria meccanizzata. All’interno della base inoltre vi sono stoccate enormi quantità di bombe, missili per aerei, insieme ad attrezzature per allestire velocemente aeroporti militari in zone di guerra.

“Una vera festa al porto di Livorno”. Visto il contesto generale, per chi fa affari con le guerre sulla pellaccia della gente, come la si potrebbe definire diversamente? I risultati economici sono più che assicurati. Perciò… “Venghino Signori venghino!” si accomodino pure al tavolo di questa “roulette russa”. puntate, fate il vostro gioco, gli affari e i guadagni si prospettano lauti, ritorno assicurato e pochi rischi, tanto il conto lo pagheranno altri.

D’altronde visti gli ultimi sviluppi, come non ricordare il titolo di un vecchio film,  “Finché c’è guerra c’è speranza!”
Il protagonista di questo film del 1974 un commerciante di armi, in uno strepitoso monologo interpretato da Alberto Sordi, risuona alla mente, attualissimo come fosse stato scritto oggi….
“Perché vedete le guerre non le fanno solo i fabbricanti d’armi e i commessi viaggiatori che le vendono, anche le persone come voi le famiglie come la vostra, che vogliono, vogliono e non si accontentano mai: le ville, le macchine, le moto, le feste, il cavallo gli anellini, i braccialetti, le pellicce e tutti i cazzi che ve se fregano, costano molto! E per procurarseli, qualcuno bisogna depredare, ecco perché si fanno le guerre!”.

La Terra è un sistema isolato e circoscritto, non possiede capacità di energia illimitata, né ha la possibilità di sostenere il livello di consumo proposto dall’attuale sistema economico capitalistico, o per lo meno non per tutti, non per gli oltre 7 miliardi di persone a cui siamo arrivati.
Per questo motivo la situazione è sia paradossale che pericolosa, Stati ricchi retti da interessi economici e modelli di sviluppo che predicano “crescita infinita” in un sistema chiuso e finito.
Ovviamente si riesce a sostenere questa improbabile equazione, solo per il fatto che gli Stati più ricchi detengono un potere economico e bellico tale, da riuscire a imporre un dislivello enorme ad altri Stati poveri e a fette di popolazione sempre più vaste da sfruttare e impoverire a vantaggio dei più ricchi.
Se sfortunatamente, per un motivo o per un altro non si rientra nel “cerchio magico” dei più ricchi, c’è poco da festeggiare, in quel caso l’equazione non funziona.
Funziona invece molto bene l’altra regola imposta da questo sistema economico capitalistico, ovvero la legge della giungla. Come studiato recentemente su una popolazione di scimmie che vive nelle foreste pluviali. Le “scimmie”, a cui è stata tolta una vastissima area di foresta, che prima dava loro da mangiare in abbondanza, adesso lottano accanitamente fra di loro senza esclusione di colpi, per accaparrarsi i pochi frutti rimasti, in una guerra all’ultima banana.
Le scimmie che sono creature molto intelligenti, purtroppo non hanno avuto modo di comprendere che un’altra “scimmia antropomorfa” forse solo apparentemente più evoluta, le ha messe in questa condizione, riducendo enormemente l’ambiente naturale in cui vivevano e costringendole a fare i conti con le poche risorse rimaste.
L’altra scimmia antropomorfa, quella apparentemente più evoluta, avrebbe per lo meno in teoria, gli strumenti e le capacità per comprendere la natura del vicolo cieco in cui si sta cacciando e apportare cosi le necessarie, quanto vitali modifiche. Ciò almeno, prima di ritrovarsi a lottare per l’ultimo casco di banane.
Purtroppo i governanti di questa “scimmia antropomorfa” che ha preso “possesso” di tutta la Terra, pare che non abbiano mai letto nulla di Etologia, disciplina scientifica che studia il comportamento animale nel suo ambiente naturale.
Se avessero studiato questa materia, quantomeno ricorderebbero una frase di Konrad Lorenz, il padre della moderna Etologia, il quale durante una lezione disse: “Non ci crederete, ma esistono stati sociali dove i governanti sono i più intelligenti. Per esempio tra i babbuini.”