Walimohammad Atai, nato in Afghanistan il 5 gennaio 1996, si è occupato di diritti umani sin da piccolo, seguendo le orme di suo padre, medico e oppositore politico ucciso dai talebani.
Dopo aver aperto una scuola laica nel suo villaggio, viene accusato dai talebani di essere una spia e dopo un attentato nei suoi confronti, da cui è miracolosamente sopravvissuto, inizia una riflessione sulla propria vita che lo conduce a un radicale cambiamento: va via dal suo paese, chiede ed ottiene asilo in Italia, dove inizia un capillare lavoro di informazione e dialogo interreligioso e interculturale.
Si è laureato in Italia presso l’università di ICOTEA in scienza della mediazione linguistica, fa l’interprete e mediatore interculturale.
Collabora a Pressenza con articoli sugli avvenimenti del suo paese.