Ancora un 24 marzo in Argentina, per ricordare la data in cui è iniziata la pagina più sinistra delle dittature che il paese ha vissuto durante il XX secolo. Sono passati quarantatre anni da quando Jorge Rafael Videla è salito al potere con la violenza e per mettere in atto un brutale genocidio che ha lasciato una scia di 30.000 persone scomparse.

Le Madri di Plaza de Mayo, le Nonne di Plaza de Mayo, i Figli e i Parenti dei Detenuti Scomparsi guidano questo invito massivo e perseverante che vuole creare nelle nuove generazioni la consapevolezza del fatto che gli argentini dicono “Mai più” ai colpi di stato, e che ha lo scopo di rafforzare la richiesta di Verità e l’esigenza di Giustizia.

Dal palco su cui sono saliti i rappresentanti delle organizzazioni per i diritti umani, sono state criticate le azioni del governo di Mauricio Macri per aver portato avanti uno svuotamento delle politiche della Memoria, della Verità e della Giustizia, oltre a favorire un discorso di impunità per i criminali di lesa umanità, che beneficiano degli arresti domiciliari in violazione dei trattati internazionali.

Ma il governo di Macri è stato anche giudicato per la repressione contro la protesta sociale, per l’espropriazione delle terre dei popoli indigeni, per la fame programmata e l’indebitamento centenario del popolo argentino.

La presenza degli ex combattenti della guerra delle Malvinas è stata evidenziata e la sovranità sulle isole dell’Atlantico meridionale è stata rivendicata ancora una volta. E’ stata inoltre celebrata la presenza dei principali sindacati dei lavoratori che hanno deciso di accompagnare in modo unitario il Giorno della Memoria. Ed è stato chiesto il rilascio di tutti i prigionieri politici di questo governo.

Più di 300.000 persone hanno partecipato all’evento a Buenos Aires e altrettante hanno sfilato nelle altre città dove si è celebrato il Giorno della Memoria in Argentina.

Traduzione dallo spagnolo di Silvia Nocera