Nessuno sembra farci più caso, ma i militari della NATO, ora sotto comando italiano, stanno sempre occupando illegalmente il Nord Est dell’Iraq, zona grande quanto il Donbass. Più audace di Putin, la Premier Meloni, in tuta mimetica, è andata sotto Natale a rendere loro visita. Nessuno ha fiatato.

Il 23 dicembre scorso, la Presidente del Consiglio Meloni ha fatto visita ai 1.000 soldati italiani che occupano ancora il Nord Est dell’Iraq con il pretesto di eliminare i terroristi dell’ISIS. Solo che l’ISIS non esiste più in quella zona da anni. Esistono invece i pozzi di petrolio che ENI adocchia, quelli sì. E, in ogni modo, anche se l’ISIS esistesse ancora in quella zona, l’occupazione NATO, non autorizzata dall’ONU o dal governo dell’Iraq, risulterebbe illegale: viola la sovranità nazionale irachena. In pratica, le truppe italiane stanno facendo esattamente come quelle russe nel Donbass ucraino. Qualcuno nel Bel Paese se n’è accorto? Non certo la maggior parte dei nostri cronisti, che hanno descritto il viaggio lampo di Meloni come se fosse una visita di routine a una caserma italiana.

Immaginate se il Presidente russo Putin, essendo riuscito a portare un suo uomo al potere in Ucraina per tenerla fuori dalla NATO, avesse fatto poi una visita natalizia ai soldati russi nel Donbass, elogiandoli perché “danno alla nazione uno straordinario lustro.” Quanti avrebbero gridato allo scandalo! Eppure quelle sono le parole che la Premier Meloni ha pronunciato l’altro venerdì rivolta alle truppe italiane nel Nord Est iracheno, area grande quanto il Donbass. Due pesi e due misure.

Qualcuno chiederà perché l’esercito iracheno non mandi via le forze della NATO, operanti sotto comando italiano, se sono realmente invasori. Ebbene, il Parlamento iracheno ha effettivamente votato una risoluzione stigmatizzando l’occupazione NATO come illegale ed esigendo la partenza delle truppe. Ma se non ha dichiarato guerra per cacciare la NATO con la forza, è sicuramente perché Washington avrà minacciato, in tal caso, di riprendere i bombardamenti come quelli su Mosul nel 2017, di cui alla foto qui sotto.

United Nations Development Programme https://www.undp.org/iraq/stories/rebuilding-mosul-midst-pandemic

Inoltre, com’è ovvio, a differenza dell’Ucraina, per difendere la propria sovranità l’Iraq non può contare sulla concessione massiccia di aiuti umanitari e di materiali bellici, a suon di miliardi, da parte dell’Unione Europea per liberare il proprio Nord Est dalle truppe occupanti, perché quelle truppe sono europee e sono proprio i Paesi europei, oltre a Israele, a beneficiare principalmente del petrolio iracheno sottratto illecitamente da quella zona. Non solo, ma l’Iraq, a differenza dell’Ucraina, non può contare nemmeno sull’invio di missili antiaerei da parte degli Stati Uniti perché i bombardieri da abbattere sarebbero, appunto, quelli statunitensi. Né può contare sul sostegno della Cina (sempre neutrale) o della Russia (impantanata in Ucraina). Potrebbe contare sul sostegno dell’Iran, ma limitatamente, perché la popolazione sunnita dell’Iraq è contraria. In pratica, deve vedersela da solo.

Ciò ha probabilmente indotto l’Iraq a far ricorso alla strategia dell’usura per stancare le truppe occupanti: infatti, da mesi, milizie “spontanee” sparano periodicamente sui militari NATO che rispondono al fuoco in un gioco continuo di nervi.

Possiamo ipotizzare che, per addolcire gli iracheni e per convincere il governo a porre fine a questi attacchi “spontanei”, Meloni abbia promesso loro, tramite accordi segreti stipulati con il primo ministro nel loro colloquio a Baghdad prima della visita alle truppe, rimborsi cospicui (anche se solo parziali) per il petrolio sottratto da ENI. Ma anche se ciò fosse, accordi del genere risulterebbero del tutto illegittimi perché stipulati sotto coercizione, cioè durante un’occupazione militare.

In conclusione, di tutte queste violazioni del diritto internazionale neanche un cenno nei mass media mainstream italiani. Vengono riportati solo i ringraziamenti fatti da Meloni ai soldati tricolore per “aver difeso la pace”.

Hanno “difeso la pace??” Allora anche le truppe di Putin stanno difendendo la pace nel Donbass, continuamente sotto attacco da Kiev – non da febbraio di quest’anno, ma da ben otto anni. Anche le truppe USA stanno “difendendo la pace” nel Nord Est della Siria, dove, esattamente come la NATO in Iraq, stanno occupano illegalmente la zona petrolifera per sottrarre le sue ricchezze. Anche le truppe israeliane stanno “difendendo la pace” con la loro occupazione decennale del territorio palestinese, in barba alle risoluzioni ONU che chiedono il loro ritiro.

Grazie di “aver difeso la pace”???

Disinformazione allo stato puro. Manipolazione di un lettorato malinformato allo stato puro. E dal momento che alla nostra Premier non manca l’occasione per condannare solennemente l’occupazione militare russa dell’Est dell’Ucraina (e soltanto quella occupazione), pura ipocrisia.