elezioni on-line

di Alberto Malcangi

Ultimamente mi capita sempre più spesso di trovare persone entusiaste di metodi democratici applicati alla politica.

Alcuni amici hanno aderito al M5S e molti ne sono simpatizzanti, perché ritengono che con esso, finalmente, la democrazia diretta abbia trovato l’applicazione che gli umanisti hanno tanto agognato.

Altri amici sostengono che sia opportuno votare alle elezioni per esercitare il diritto al voto, perché la democrazia se non la si usa poi finisce che te la tolgono.

Altri ancora, contenti di poterla usare, hanno votato alle primarie del PD.

Infine, c’è chi porta l’esempio di Civati, parlamentare del PD, come esponente di un metodo democratico basato sulla discussione e il consenso.

Mi nascono subito spontanee alcune osservazioni:

in tutti i casi stiamo parlando della democrazia applicata alla politica. Può sembrare una banalità, ma la democrazia la si può usare pure per decidere il nome dei gattini.

Perché dico questo? Peché sono dell’idea che la democrazia la uso quando reputo interessante usarla.

Quindi rimaniamo nel campo della politica perché riteniamo che avere la libertà di esprimersi politicamente sia interessante, non perché dobbiamo per forza esprimerci in ogni occasione. E per quanto riteniamo che la libertà di espressione sia sempre interessante, non ci sembra opportuno che a tale libertà corrisponda sempre un peso decisionale. Quando si sceglie un nome per i figli spesso ci si consulta con gli amici ma non è che poi decide la maggioranza. Lo stesso dicasi sull’opportunità di fare figli o tante altre cose.

“Ah, ma tu non sei stato democratico!”.

“Ma fatti i cazzi tuoi!”.

Per cui, si potrebbe osservare che la democrazia ci piace quando è opportuna. E quando lo è? Quando riguarda decisioni “popolari”. Cioè, in senso lato, quelle che interessano più persone. E devono poter decidere quelle persone che sono coinvolte, non altre.

Siccome pare che nelle scelte politiche di un paese gli abitanti ne siano coinvolti – volenti o nolenti – allora eccoci qua che andiamo avanti con la discussione.

Quindi l’osservazione “andiamo a votare perché così esercitiamo il nostro diritto” è valida se riteniamo utile poter usufruire di quel diritto, se abbiamo qualcuno da votare, se ci piace annullare. Se invece non abbiamo da votare e non ce ne frega niente, può aver senso solo nel caso riconoscessimo quella paura di non poterci esprimere in futuro quando magari lo riterremo interessante.

Gli Umanisti sanno che c’è una differenza tra democrazia formale e democrazia reale. Quella formale è quella che c’è sempre stata finora. Quella reale è quella dove le persone possono decidere realmente senza farsi fregare dai politici che dicono delle cose e poi ne fanno delle altre una volta arrivati in Parlamento. Per questo si presentò una legge di iniziativa popolare di responsabilità politica.

Bene, succede che adesso c’è una formazione politica che sta in Parlamento e che, in effetti, fa quello che la gente dice. è una cosa fantastica! Quelli stanno lì e tu dici: “questo sì”, “questo no” e loro fanno “sì”, fanno “no”. è bellissimo, non s’era mai vista una cosa del genere!

Ciò ha fatto credere a molti che questa sia democrazia reale, altri si sono fermati a “democrazia diretta”.

Il problema è che loro non fanno quello che vuoi tu, fanno quello che viene democraticamente deciso da chi ha diritto al voto. Giusto, meraviglioso, perfetto. Ci mancherebbe altro!

Loro rappresentano tutto l’elettorato e non tradiscono le promesse fatte in campagna elettorale.

Ma quali?

Come si esprime il M5S rispetto all’uguaglianza di tutti gli esseri umani? E Rispetto alla diversità personale e culturale? Allo sviluppo della conoscenza al di là di quanto viene imposto o accettato come verità assoluta? Alla libertà di idee e credenze? Al rifiuto di ogni forma di violenza? Che si dice rispetto a “pari diritti e pari opportunità?”.

Giusto per dare un esempio, ecco le posizioni di due consiglieri comunali del M5S di Torino in merito alla chiusura dei CIE. Una si preoccupa dello stato di salute degli occupanti e vorrebbe chiudere i centri

https://www.facebook.com/notes/chiara-appendino/sul-cie-di-torino/10152021236238049

l’altro, che teme un conseguente aumento della delinquenza, li vorrebbe lasciare aperti. In questo caso si tratta del capogruppo del M5S che vorrebbe che fossero garantite le espulsioni…

http://www.movimentotorino.it/2014/01/sulla-mozione-per-la-chiusura-dei-cie.html

I miei amici tuttavia sono entusiasti, perché i posizionamenti possono essere decisi di volta in volta democraticamente.

Per me è follia pura! La democrazia reale è uno degli aspetti dell’umanesimo, non l’unico!

Come si può pensare a una democrazia senza tutela delle minoranze!??

Sono tutti felici per aver votato l’abolizione della legge sul reato di clandestinità, quando per me è orribile! è orribile appoggiare un partito che certe cose le mette a votazione!!! ma come? ne dobbiamo pure parlare? davvero dobbiamo decidere se siamo per la violenza oppure no? se discriminiamo oppure no? E non solo, il semplice fatto di avere la possibilità di decidere ci rende felici!?

Questo vuol dire che  potenzialmente  appoggiamo il peggio che possa esistere, contenti del fatto che se la maggioranza vota il peggio… allora viva il peggio e così sia!?

L’atteggiamento umanista, che ho citato tra le righe sui posizionamenti ideologici, si può sacrificare in nome della democrazia? Personalmente non riesco a sentire giusta una cosa soltanto perché la maggioranza la ritiene giusta. Dove sia l’umanesimo in tutto questo proprio non lo so.

“Ah, ma non l’hai sentito il discorso di Di Battista?”.

Non c’entra niente Di Battista! è il meccanismo che è sbagliato.

Insomma, puoi anche essere la persona migliore del mondo, ma se stai in un partito che può votare qualsiasi cosa, quanto meno hai sbagliato partito.

E mi reputo abbastanza intelligente da non votare quel partito per il semplice fatto che ci sei tu.

Diversamente, se il partito nel programma avesse i punti dell’atteggiamento umanista, ci farei un pensierino.

“Poi magari è un partito di stronzi che una volta al potere fanno quello che vogliono”.

Potrebbe darsi, però la coscienza sporca sarebbe la loro, non la mia.

Ma torniamo alla Democrazia. La democrazia è uno strumento e, come detto all’inizio, può riguardare scelte politiche e gattini.

Per cui ci si ritrova a votare il leader del PD.

Bene, esercitiamo la democrazia… Chi voto? Il peggiore possibile, ovvio.

Perché a mio avviso il PD è un partito di delinquenti e lo voglio rovinare. Questa potrebbe essere una motivazione.

Altrimenti perché votarlo? Soltanto perché votare è esprimersi democraticamente? Non vado mica in giro a cercare possibilità di voto di ogni tipo.

“Vota il gol più bello”.

“Sììì, votiamo!!!”.

Il PD è l’erede di un qualcosa che un tempo si chiamava “Sinistra” e che col passare degli anni ha subito delle metamorfosi che neanche a Fukujima ed è diventato quello che è.

Non è un partito di sinistra, come giustamente dice il nome, tant’è che da Partito Democratico della Sinistra è coerentemente diventato Partito Democratico.

Il PD è parte di quel qualcosa che un tempo inaugurò le guerre umanitarie e poi continuò a finanziarle; che tolse potere ai lavoratori e delegittimò i sindacati; che attualmente è al governo con la componente politica che ha sempre detto di combattere, paventando i fantasmi delle destre e di Berlusconi. Un governo dove il ministro della difesa (Lista Civica) fa gli spot per le fabbriche di armi dicendo “Se ami la pace, arma la pace”; che militarizza la Val di Susa per portare avanti il progetto TAV.

Delle brave persone in un pessimo partito confondono l’elettorato. Per fare una politica criminale sarebbe meglio che ci fosse Jack lo Squartatore, almeno uno quando vede il soggetto si sveglia di colpo. Una brava persona che si muove con il consenso e la pluralità è un indegno rappresentante della criminalità politica. Quindi mi sorge il sospetto. è un ingenuo? Un animalista che lavora al banco macelleria e cerca di resuscitare conigli? O semplicemente serve al baraccone per andare avanti?

 

In sintesi, la democrazia è bella, ci piace, ma da sola può portare a qualsiasi scelta.

Per me

– uguaglianza di tutti gli esseri umani

– diversità personale e culturale

– sviluppo della conoscenza al di là di quanto viene imposto o accettato come verità assoluta

– libertà di idee e credenze

– rifiuto di ogni forma di violenza nelle sue varie accezioni

sono argomenti che vanno tutelati e incentivati e non possono essere lasciati al caso né messi da parte in nome dell’opinione maggioritaria.

Né credo sia una mossa valida – con l’intento di cambiare il “sistema” dall’interno –  far parte di uno schieramento che nega una gran parte di questi valori.

 

Ritenete che sia possibile mettere da parte l’Atteggiamento Umanista in nome della Democrazia (nella buona e nella cattiva sorte)?

Credete che sia opportuno che una persona che ha un atteggiamento umanista si metta in uno schieramento politico evidentemente anti-umanista nella speranza di cambiarlo?