Luca Cellini

L’approvazione della risoluzione Unesco “Palestina Occupata” sancisce il diritto per i palestinesi, all’accesso ai luoghi di culto nei territori occupati da Israele, al tempo stesso è segno inequivocabile di nuovi scenari nell’assetto mondiale.

Straordinaria denuncia dell’Arcivescovo di Aleppo che spiega come la guerra in Siria, non sia più soltanto una guerra civile bensì, il fronte caldo di una vera e propria guerra mondiale per procura, scatenata dai governi occidentali, Usa e Europa in prima fila.

Roma: Sgomberato il Centro Baobab, oltre 300 persone, famiglie, donne e bambini, in giro per Roma, senza assistenza, senza un boccone da mangiare, senza un posto dove dormire.

Il corpo delle donne oggetto di una guerra di genere che dura da millenni, in un mondo in cui in assenza di libertà della parte femminile, anche la parte maschile stessa, a sua volta inevitabilmente rimane prigioniera.

Una pietosa lista di ciò che è andato per sempre perduto in Medioriente, un’importante pezzo di umanità, della nostra umanità, della nostra cultura, un tempo culla di luce e della civiltà su cui è calata l’ombra.

Il racconto di una vicenda che fa ritornare alla mente una vecchia ma sempre attuale frase “Una risata vi seppellirà” meglio ancora se questa risata, sarà quella dei bambini.

Sulla morte di Giulio Regeni, articolista del Manifesto, “s’indagherà”, alle autorità egiziane è stato chiesto chiarezza e collaborazione ma i motivi della morte di questo giovane ragazzo, sono già lì, davanti a noi e anche dentro di noi.

C’era una volta un “Tempo del Sogno”, quello raccontato da un antichissimo popolo di cacciatori, pittori, scultori, musicisti, maghi e narratori di storie che si perdevano nella notte dei tempi.

La comunicazione, un tempo potente mezzo e motore inarrestabile di ogni rivoluzione umana, individuale e sociale; ai giorni nostri inscatolata e sempre più spogliata, di contenuti e contenenti, stravolta, anche nei significati, fino a ridurne così l’impatto sulla coscienza umana, come una freccia scoccata ma senza punta.

La domanda sulla morte che lo si ammetta oppure no attraversa ora per ora tutta la nostra esistenza, condizionando completamente la nostra vita ma non è possibile definirla se non in relazione alla definizione stessa di vita, anch’essa, ancora piuttosto ambigua.