6 Marzo 1967 – 6 Marzo 2024

Danilo Dolci, avendo capito anzi tempo che la pace non faceva più parte delle categorie più sane della legalità democratica, così come avveniva per il lavoro, l’uguaglianza e la libertà, dal 6 al 12 marzo 1967, guidò La Marcia per l’acqua, la pace e il lavoro, a cui partecipò anche Peppino Impastato che la volle ricordare pubblicando un articolo sul suo giornale di Cinisi: L’Idea.

“Durante la marcia, il cui percorso fu di 180 Km., furono attraversati una serie di paesi, fino ad arrivare a Palermo. In ogni comune oltre agli incontri tra i marciatori e i rispettivi cittadini si svolsero degli interventi tenuti da noti intellettuali venuti dal nord e addirittura dal Vietnam, il cui rappresentante, Vo Van Ai, concluse così il suo discorso:

Tutta la mia infanzia e quella della mia generazione non ha conosciuto che la guerra. A tredici anni ho conosciuto la prigione… Ho visto donne violentate, villaggi incendiati, bambini gettati nel fuoco. Ma tutte queste immagini esprimono soltanto la milionesima parte di quanto avviene attualmente nel Sud Vietnam, giorno dopo giorno, notte dopo notte.

Avete mai visto dei bambini napalmizzati?
Avete mai visto madri divenire folli davanti ad atrocità incommensurabili?

Immaginate il cielo della Sicilia tutta ad un tratto stracciato da migliaia di aerei della morte, il cui solo rumore dei motori ci rende folli.
Immaginate le vostre case e le vostre spiagge divenire d’un tratto basi militari. […]

La soluzione dei problemi fondamentali nel Vietnam, nella Sicilia, in ogni parte del mondo è necessaria non solo al singolo paese ma a ciascuno al mondo. ”

[…] Danilo, subito dopo la marcia della pace, scrisse Inventare il futuro dove, rivolgendosi principalmente ai giovani, diede una chiara spiegazione (anche provocatoria) al seguente interrogativo: “Che cosa è la pace?”

[…] La sostanza di questa categoria è così pregnante da sintetizzare buona parte dei principi basilari che, nella Carta Costituzionale, fanno riferimento specifico al “Ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” (Art. 11), al Diritto al lavoro (Art. 1-4-35-36), al Diritto alla cultura (Art. 9-34), al Diritto di “manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” (Art. 21-40), al Diritto di associazione (Art. 49), al Diritto alla salute (Art. 32).”

[L’intero scritto è tratto da: “Danilo Dolci. Una vita contro miseria, spreco e mafia”. A cura di Pino Dicevi. Ed. Coppola editore, 2013]