Mercoledì 7 luglio, in occasione del quattro anniversario dell’approvazione del trattato di Proibizione delle Armi Nucleari da parte dell’Assemblea delle Nazioni Unite, si è costituito a Brescia presso Palazzo Loggia il Coordinamento Provinciale degli enti locali per la Pace e la Cooperazione. Ventiquattro i comuni che ne fanno parte: Borgosatollo, Borgo San Giacomo, Bovezzo, Brescia, Caino, Castegnato, Castenedolo, Cellatica, Cerveno, Collebeato, Gardone Val Trompia, Gussago, Malegno, Muscolline, Nave, Ome, Ospitaletto, Palazzolo sull’Oglio, Passirano, Pisogne, Roncadelle, Sarezzo, Verolavecchia e Villachiara.

Il percorso che portato alla nascita di questo coordinamento parte dalla campagna “Italia, Ripensaci!” che ha visto l’adesione di 56 enti locali bresciani in cui si chiede che anche l’Italia approvi e ratifichi il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari.

Il Trattato è entrato in vigore per i paesi che l’hanno ratificato il 22 gennaio 2021. Il giorno successivo per festeggiare questo importante tappa verso un futuro senza atomiche “Mondo senza Guerre e senza Violenza” ha creato un Cyberfestival internazionale artistico, tra i contribuito dall’Italia ci fu quello di Roberto Cammarata, il Presidente del Consiglio Comunale di Brescia. In quell’occasione ha sottolineato quanto sia importante il ruolo degli enti locali per creare le condizioni di dialogo, di ascolto, di messa in rete delle energie e iniziative locali. (*)

L’organismo bresciano appena fondato ha tra i suoi obiettivi la promozione di una cultura di pace, il coordinamento e la realizzazione di azioni e campagne provinciali, la sensibilizzazione della cittadinanza su temi quali l’equità sociale, la solidarietà, la cooperazione internazionale, i diritti umani. Come presidente e vicepresidente sono stati eletti Camilla Bianchi e Agostino Zanotti, uno dei sopravvissuti all’eccidio del 29 maggio 1993 tra Vitez e Zavidovici (Bosnia Erzegovina) dei volontari bresciani. Ebbi l’opportunità di conoscere Agostino qualche anno fa in un occasione molto particolare. Nella mattinata avevamo piantumato un Kaki di Nagasaki al Parco San Giovanni a Trieste (città porto nucleare) con la presenza del dottor Masayuki Ebinuma (il medico degli alberi che aveva curato l’esemplare di Diospyros kaki sopravvissuto all’attacco atomico del 9 agosto 1945). Ne approfittammo per organizzare un momento molto sentito di ricordo e di riconciliazione con la presenza della delegazione giapponese, di quella di bosniaca e di quella bresciana alla Risiera di San Sabba. Ci fu concesso di ritrovarci là dove durante la seconda Guerra Mondiale c’era il forno crematorio. Quell’attimo che ognuno di noi porta ancora nel profondo, che ci fa continuare a esserci in nome della nonviolenza, della pace, dell’uguaglianza, che porta alla nascita di coordinamenti come quello appena nato nella provincia di Brescia, dove da decenni si continua a lottare per un futuro senza atomiche, nonostante quelle che sono custodite nell’aeroporto militare di Ghedi.

(*) https://www.youtube.com/watch?v=7r_Xju_jWTI