Le vite di leader sociali, ex combattenti e civili in Colombia continuano ad essere in pericolo, mentre il governo nazionale non intraprende alcuna azione energica per  proteggerli.

Continuano ad aumentare i massacri e gli omicidi di leader sociali, ex combattenti e civili in Colombia. Secondo i dati dell’Istituto per lo Sviluppo e gli studi sulla Pace (Indepaz), tra gennaio e settembre 2020 ci sono stati 65 massacri, in cui sono state uccise 260 persone; al 21 ottobre sono stati contati 237 omicidi di leader sociali e 51 di ex combattenti delle FARC, solo per quanto riguarda il 2020.

Secondo Indepaz, tra agosto e settembre 2020 ci sono stati 120 omicidi in 27 massacri (11 ad agosto e 16 a settembre). I territori in cui si è verificato il maggior numero di omicidi riconducibili ad attività legate alla leadership sociale sono dipartimenti come Cauca, Nariño, Antioquia, Chocó, Norte de Santander e Valle del Cauca, poiché in molti sono coinvolti in progetti produttivi o sono ex combattenti. Senza contare che anche molti civili sono stati uccisi nel corso dei sanguinosi massacri.

Dalla firma dell’Accordo di pace all’Avana, il 26 settembre 2016, fino al 18 febbraio 2020, sono stati assassinati 565 leader (Hacemos Memoria, 26 febbraio 2020). Dopo le molteplici denunce e il limitato intervento del Governo Nazionale sulla questione, gli attacchi nei confronti della suddetta popolazione continuano ad aumentare e, a quanto pare, non si fermeranno.

Presentazione della sequenza temporale delle uccisioni dal 21 agosto al 23 settembre 2020:

21 agosto. Nella Giurisdizione di El Caracol, dipartimento di Arauca, le autorità sono intervenute con difficoltà alla rimozione di cinque corpi. Quello stesso giorno a El Tambo (Cauca) è stato confermato l’omicidio di sei persone.

Poche ore dopo l’arrivo del presidente Iván Duque a Nariño, il governatore di questo dipartimento, Jhon Rojas, ha confermato il massacro di altre sei persone. Il che significava tre massacri in un giorno, con un totale di 17 persone uccise.

25 agosto. Tre uomini sono stati uccisi nella zona rurale di Abrego, Norte de Santander. I corpi senza vita dei tre giovani, la cui età variava dai 20 ai 30 anni, presentavano diverse ferite da arma da fuoco.

28 agosto. Tre persone sono state uccise nelle Ande rurali, dipartimento di Antioquia. Una delle vittime era minorenne.

Lo stesso giorno, nella zona rurale del comune di Montecristo, a sud di Bolívar, è stato assassinato un ex combattente delle FARC.

29 agosto. Due leader sociali militanti del partito FARC sono stati assassinati nel Comune di San Pablo, a sud di Bolívar.

SETTEMBRE

7 settembre. A Tunja, cinque membri della stessa famiglia sono stati trovati morti.

9 settembre. All’alba, a Bogotà, era già noto un caso di abuso da parte della polizia. Qui, due agenti della Polizia Nazionale hanno sottomesso l’avvocato Javier Ordoñez, gli hanno inflitto scosse elettriche con una pistola elettroshock e lo hanno neutralizzato tramite strangolamento. Dopo averlo trasferito a un Comando di Attenzione Immediata (CAI), i poliziotti lo hanno picchiato ripetutamente e successivamente portato in un centro medico, dove Ordoñez è morto a seguito delle percosse subite.

Dopo questo evento si sono susseguiti due giorni di proteste cittadine durante i quali, in vicende ancora oggetto di indagine, la Polizia ha nuovamente fatto notizia per i suoi abusi ed oltraggi nei confronti dei manifestanti, come registrato in diversi video che circolano sui social network. I poliziotti di varie zone di Bogotá hanno aperto il fuoco sui manifestanti, uccidendo 9 persone e ferendone altre 55.

17 settembre. Massacro di tre persone a Tarazá, Antioquia.

18 settembre. Tre giovani sono stati assassinati a Ocaña, Norte de Santander. Gli eventi si sono svolti nel comune di Aguaclara, sulla strada che porta all’aeroporto locale.

19 settembre. Due ragazze minorenni sono state massacrate nella zona rurale di Restrepo, Valle del Cauca.

20 settembre. Nel dipartimento del Cauca un altro massacro è stato perpetrato dai paramilitari, che hanno lanciato granate e sparato con fucili contro sette giovani nella zona rurale di Cerro Teta, tra Buenos Aires e Santander de Quilichao. Con questo avvenimento, è arrivato a 60 il numero di omicidi attribuibili a gruppi armati illegali e agenti per conto dello Stato, nel corso dell’anno corrente. Inoltre, quattro persone sono state uccise durante la notte nel comune di Carcho, dipartimento di Nariño.

23 settembre. Tre membri della stessa famiglia sono stati assassinati nel villaggio di Quebradón de Algeciras, dipartimento di Huila. Durante quest’anno, in questo comune sono stati registrati più di 20 omicidi.

di Zenaida Espinosa y Stephania Aldana C.

 

Traduzione dallo spagnolo di Giuseppe Marchiello, revisione di Manuela Donati