Dal 21 marzo scorso, il Salvador vive in uno stato di quarantena obbligatoria, gestita dal presidente Nayib Bukele in maniera autoritaria e con il sostegno dei corpi militari.

A fine aprile per le strade del Salvador si è verificata un’ondata di omicidi causata della lotta intestina tra le due bande criminali del Paese, Mara Salvatrucha e Barrio 18. Il governo salvadoregno ha reagito con dure perquisizioni sui detenuti in carcere, che sono stati denudati e assembrati nelle sale comuni, senza rispettare le misure per limitare il contagio da Covid-19. 

Al 30 maggio i casi accertati di Covid-19 in Salvador sono quasi 2.400 su una popolazione di circa 7 milioni di abitanti. Il 56% dei salvadoregni non ha un lavoro formale e soffre particolarmente gli effetti economici del lockdown. A fine maggio, il governo ha dichiarato che è prevista una iniziale riapertura delle attività commerciali per il 6 giugno.

La seguente intervista a Josè Luis Sanz, direttore della testata salvadoregna El Faro, approfondisce gli impatti del coronavirus in Salvador ed è stata mandata in onda nella puntata dell’8 maggio del format “La Poderosa: un viaggio in America Latina oltre il Covid -19” ideato da Simona Carnino e realizzato con Maria Cristina Fraddosio e online nella libreria video di M.A.I.S. Ong > https://bit.ly/tour-lapoderosa