Il consiglio dei Diritti Umani dell’ONU ha sancito che Lula da Silva potrà partecipare alle elezioni del 2018 «fino a quando non vi sarà una condanna definitiva e giuridicamente vincolante in un equo processo»: la stessa commissione ha stabilito che lo Stato brasiliano deve garantire tutte le misure necessarie per consentire e sancire i diritti politici all’ex presidente Lula, da poco registrato come candidato alle presidenziali.
Secondo la sentenza, Lula «deve essere messo in condizione di condurre la sua attività di campagna elettorale durante la sua detenzione» in quanto candidato alle elezioni del 2018. Non solo: deve essere garantito anche «un adeguato accesso alla stampa e membri del suo partito politico».

L’agenzia «Reuter»s, dando la notizia, ha riportato: «La delegazione brasiliana dell’ONU a Ginevra ha dichiarato in una nota che le conclusioni del Comitato [per i DDUU] non sono giuridicamente vincolanti, ma che le raccomandazioni su Lula saranno trasmesse alla magistratura del paese. Secondo la legge brasiliana, Lula ha libero accesso di incontro coi suoi avvocati (questo include anche alcune delle figure più importanti del Partito dei lavoratori) e alle visite settimanali dei familiari. È autorizzato a comunicare per iscritto, ma i pubblici ministeri federali dicono che gli è stato vietato di effettuare registrazioni video o audio».

La notizia è particolarmente importante dato che solo ieri la procuratrice Generale della Repubblica del Brasile e Procuratrice generale elettorale, Raquel Dodge aveva chiesto l’annullamento della registrazione della candidatura dell’ex presidente Lula da Silva poche ore dopo la sua registrazione. Come abbiamo già riportato nei giorni scorsi, qualora la sentenza dovesse essere negativa il PT può presentare ricorso presso la Corte suprema Federale (STF). Se la sentenza della Corte elettorale è negativa, il PT può presentare ricorso alla Corte Suprema Federale (STF).
In ogni caso, Lula ha comunque diritto a rimanere nella competizione elettorale fino alla fine, potendo partecipare agli atti della campagna, comprese le ore elettorali libere e i dibattiti presidenziali.
L’ex presidente ha inviato una lettera al popolo in cui ha sottolineato come la legge elettorale sancisca che potrebbe smettere di essere il candidato del PT solo se muore, se si dimettesse o qualora venga escluso dal sistema giudiziario: «Non intendo morire, non considero le dimissioni e lotterò per il mio obiettivo fino alla fine. Non voglio favori, voglio giustizia. Non cambio la mia dignità per la mia libertà».
Proprio ieri, a seguito del rapido susseguirsi di eventi riguardanti la figura di Lula in qualità di candidato alla Presidenza del Brasile, Fernando Haddad (candidato alla vicepresidenza, ex ministro dell’Istruzione e già sindaco di Sao Paulo) ha dichiarato che non abbandoneranno le piazze fino a quando Lula non diventerà nuovamente presidente del Brasile e ha assicurato che l’unico candidato che può portare il Brasile fuori dalla crisi è Lula.