«Molti pensavano che questo giorno non sarebbe mai arrivato ma ce l’abbiamo fatta: insieme al popolo registreremo la candidatura di Lula alle presidenziali», ha dichiarato a «Brasil de Fato» la presidentessa del Partito dei lavoratori (PT) Gleisi Hoffmann.

Quasi 50.000 brasiliani, oggi 15 agosto 2018, si recheranno alla Corte superiore elettorale (TSE) per accompagnare e sostenere la registrazione della candidatura dell’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva in vista delle elezioni presidenziali da parte del Partito dei lavoratori (PT) e del Movimento dei SemTerra. L’MST, infatti, ha raggiunto il proprio scopo: migliaia di membri e attivisti hanno percorso più di 50 chilometri, giungendo a Brasilia, capitale del Paese, da tre parti diverse del Brasile: è la «Marcia nazionale #LulaLivre».

A capo della mobilitazione del PT e del Movimento dei SemTerra ci sarà l’ex ministro dell’Istruzione ed ex sindaco di San Paolo, Fernando Haddad. La manifestazione per la registrazione della candidatura si svolgerà intorno alle ore 16.00 (ora locale) presso la sede della Corte elettorale di Brasilia. Parallelamente, in altre città della brasiliane, si terranno varie attività per esprimere il pieno sostegno all’ex capo di Stato.

La presidente del PT Hoffmann, in un comunicato diffuso alla stampa, ha dichiarato come il «7 ottobre Lula sarà presente alle urne come la maggior parte dei brasiliani vuole che sia»: nonostante Lula sia stato condannato a 12 anni e un mese per presunti reati di corruzione, infatti, è in testa a tutti i sondaggi per quel che riguarda le intenzioni di voto dei brasiiliani.

Cosa succederà adesso?

Una volta che il Partito dei Lavoratori (PT), fondato da Lula nel 1980, avrà registrato la candidatura del leader sudamericano, la Corte elettorale (TSE) dovrà pronunciarsi a riguardo: ha tempo fino al 17 settembre. Qualora la sentenza dovesse essere negativa il PT può presentare ricorso presso la Corte suprema Federale (STF). Se la sentenza della TSE è negativa, il PT può presentare ricorso alla Corte Suprema Federale (STF). A tal proposito, se l’esito dovesse risultare negativo, Hoffmann ha dichiarato: «Se, attraverso la violenza legale, viene negata questa possibilità di voto alla nazione, si assumeranno le responsabilità e le conseguenze di aver frodato la sovranità del voto».

Fonte foto: «Brasil de Fato»

Fonte foto: «Brasil de Fato»