180 organizzazioni a livello mondiale chiedono che si ponga fine alla loro persecuzione e criminalizzazione

Con l’hashtag #DefendamosALasDefensoras, l’Iniziativa mesoamericana delle donne a difesa dei diritti umani, IM-Defensoras, e 179 organizzazioni internazionali, regionali e locali hanno pubblicato un appello urgente per dare visibilità al grave contesto di repressione e criminalizzazione in cui si trovano a operare movimenti sociali, organizzazioni dei diritti umani e, in modo particolare, le donne che difendono i diritti umani.Durante gli ultimi quattro mesi, IM-Defensoras[1], di cui fanno parte più di 800 attiviste della regione, ha lanciato 14 appelli urgenti in cui denunciava le aggressioni subite dalle attiviste, dalle loro organizzazioni o dalle comunità in cui vivono.

La maggior parte di queste aggressioni, spiega l’organizzazione in una lettera pubblica[2], sono state compiute da agenti dello Stato e includono l’uso eccessivo della forza, la detenzione arbitraria e l’ingiusta incriminazione.

“L’attacco contro chi s’impegna a vigilare il rispetto degli obblighi che lo Stato ha in materia di diritti umani è l’espressione di un’ulteriore chiusura degli spazi democratici, del ritorno all’autoritarismo e di una flagrante violazione dei trattati internazionali in materia di diritti umani sottoscritti dall’Honduras”, segnala IM-Defensoras.

Per le organizzazioni che integrano questo spazio, aggressioni come quelle che stanno avvenendo avrebbero come obiettivo quello di “inibire la protesta sociale e il lavoro di difesa dei diritti umani”, aprendo la strada a nuove e ancor più gravi azioni di repressione e lasciando i cittadini in una situazione di estrema vulnerabilità. Principali vittime dell’escalation della repressione sono stati i membri del movimento studentesco universitario e gli attivisti e attiviste dei diritti umani. Dopo una violenta repressione da parte della polizia lo scorso settembre sono stati fermati, arrestati e processati per direttissima[3].

Membri e dirigenti dell’Organizzazione fraterna nera honduregna, Ofraneh, del Movimento ampio per la dignità e la giustizia, Madj, e del Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras, Copinh sono stati diffamati, perseguitati, aggrediti e criminalizzati. Anche le attiviste che difendono il diritto alla salute e all’accesso alla terra sono state vittime di forti attacchi.

La complicità dello Stato

La maggior parte delle aggressioni, spiega il documento di IM-Defensoras, sono state realizzate dalla forza pubblica e in quei pochi casi in cui non c’è stato il suo coinvolgimento diretto, le autorità “non hanno fatto nulla per garantire la sicurezza e l’accesso alla giustizia delle attiviste”.

IM-Defensoras ha anche fatto notare come la situazione sia preoccupante in particolar modo per Miriam Miranda e Medalime David, entrambe dirigenti garífunas di Ofraneh, le quali sono state vittime di ripetuti attacchi violenti[4].

“Non dobbiamo dimenticare che l’omicidio di Berta Cáceres (avvenuto più di 19 mesi fa) è stato preceduto da una serie di aggressioni molto simili a quelle che sta subendo Miriam Miranda, la quale continua a essere fatta oggetto di persecuzione e false incriminazioni”, avverte IM-Defensoras.

Una situazione che è ancor più preoccupante quando si tratta di attiviste, in un paese come l’Honduras dove la discriminazione e la violenza di genere ha raggiunto livelli intollerabili. Tra il 2012 e il 2016 IM-Defensoras ha documentato 1.128 aggressioni e 13 omicidi di attiviste dei diritti umani.

Di fronte a questa situazione, l’IM-Defensoras, la Rete nazionale dei difensori dei diritti umani in Honduras e 179 organizzazioni internazionali, regionali e locali, tra cui la Rel-UITA, hanno rivolto un appello all’opinione pubblica nazionale e internazionale affinché esiga allo Stato dell’Honduras la fine delle persecuzioni e dell’impunità, garantendo la sicurezza di chi difende i diritti umani e il diritto a svolgere liberamente il proprio lavoro.

Note:

[1] Gruppo di organizzazioni di El Salvador, Guatemala, Honduras, Messico e Nicaragua, formato da JASS- Mesoamerica, Consorzio per il dialogo parlamentare e l’equità Oaxaca (Messico), UDEFEGUA-Unità di protezione dei difensori dei diritti umani del Guatemala, Collettivo femminista per lo sviluppo locale (El Salvador), AWID- Associazione per i diritti delle donne nello sviluppo, FCAM- Fondo centroamericano delle donne (Guatemala) e Reti nazionali delle attiviste dell’Honduras, Messico, Guatemala, El Salvador e Nicaragua.
[2]
https://goo.gl/5R3AsJ
[3]
https://goo.gl/U3fwKm

[4] https://goo.gl/gr1SDv

Fonte: Rel-UITA/LINyM

Note:Traduzione Gianpaolo Rocchi

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