In occasione del presidio del 24 Luglio, in piazza Montecitorio a Roma, i partecipanti del Movimento per la libertà di scelta vaccinale e in tema di salute hanno ribadito le motivazioni del perché il decreto legge sui vaccini, firmato dalla Ministra Beatrice Lorenzin, è ingiusto, discriminatorio, lesivo dei diritti delle persone, oltre che basato su una menzogna ed illegittimo, in quanto non consentito dalla Costituzione della Repubblica Italiana.
Sono state trattate anche le tematiche relative alla farmacovigilanza: contestandone la poca efficienza e la mancanza assoluta di trasparenza in merito dati relativi alle segnalazioni di reazioni avverse ai vaccini. Dati, questi, che sono stati celati al pubblico per oltre due anni e che sono stati resi pubblici solo grazie al recente esposto del Codacons – con relativa indagine – aperta preso la Procura della Repubblica di Torino.
A tutt’oggi, come riportato dagli interventi durante la manifestazione di protesta , siamo di fronte a 630 sentenze già passate in giudicato per risarcimenti di danni ad opera dello Stato verso altrettante persone risultate morte o gravemente danneggiate dopo complicanze post-vaccinali.
Le sentenze – confermando un’implicazione diretta dei vaccini – sono sostenute da perizie, le quali si sono avvalse di precise verifiche, rilevazioni e rapporti, medico scientifici.
Al termine degli interventi pubblici, abbiamo intervistato Paolo Vecchi, educatore scolastico per ragazzi affetti da disabilità, volontario, attivista e uno fra i promotori di questo Movimento per la libera scelta vaccinale.
Intervista nella quale si è spiegato che questa lotta non è contro i vaccini, ma si batte piuttosto per promuovere una serie di verifiche e studi scientifici che portino ad avere maggiore sicurezza nella pratica vaccinale – da molti definita “sicura” – ma che non parrebbe tale. O almeno ciò emerge dagli ultimi dati AIFA, proprio quelli a cui si è avuto recente accesso grazie all’esposto presentato da Codacons, e che a lungo erano rimasti secretati al pubblico.
Sicurezza, quella dei vaccini, su cui vi sono ora molti dubbi. In particolar modo alla luce delle 630 sentenze di cui sopra e alle altre migliaia di cause legali attualmente in attesa di giudizio.
Il Movimento per la libera scelta vaccinale, come dichiarato da Paolo Vecchi nell’intervista, nasce spontaneamente dal basso: dalla necessità dei genitori di avere maggiori sicurezze sui vaccini, parlando di una questione così delicata come quella della salute dei bambini. Un movimento, che si rifà con decisione alla metodologia della Nonviolenza e che, contrariamente a quanto viene dichiarato sui principali mass media, si sta impegnando con forza a vantaggio di tutti: proprio per ottenere maggiore trasparenza nella rilevazione dei dati, richiedere una farmacovigilanza che funzioni correttamente e far venire alla luce i dati reali relativi alle reazioni avverse in  modo che si possa lavorare e studiarle, per evitarle o comunque limitarle il più possibile. La questione non è “vaccini S씓vaccini No”, bensì attivare meccanismi e metodologie precise per pretendere una maggiore tutela in tema di salute. Una pratica che andrebbe a beneficio di tutti: anche e soprattutto di coloro che decidono di far vaccinare i propri figli.
Paolo Vecchi nell’intervista integrale (video a fondo pagina) affronta inoltre il tema della discriminazione che si verrà a creare con l’approvazione del decreto Lorenzin. Una discriminazione intollerabile e da rigettare con fermezza, in quanto verrà fatta sui bambini. Basti pensare che in alcune regioni, come Emilia Romagna o Toscana ad esempio, si paventa addirittura l’idea di dividere i bambini fra vaccinati e non vaccinati: una vera e propria forma di “apartheid” sanitaria. Un concetto totalmente inaccettabile – spiega Vecchi nell’intervista – come quello di minacciare il divieto di iscrizione per bambini non vaccinati presso asili nido e scuole materne.

È, questo, un decreto legge sulla menzogna – continua Paolo Vecchi – perché nasconde e disconosce le migliaia di casi di reazione avversa, presentando i vaccini come totalmente sicuri quando invece la realtà non è questa. Una battaglia che in definitiva chiede maggiore trasparenza, maggiore sicurezza e maggiori controlli a tutela di tutti. E, aggiungiamo noi, il rispetto dei diritti, della dignità delle persone e una maggiore legalità, considerando che l’Art. 32 della nostra Costituzione vieta esplicitamente il trattamento sanitario obbligatorio. “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
A ribadire meglio il concetto di totale illegittimità di questo decreto è stata, infine, anche la Corte Costituzionale, la quale nel 2014 ha confermato con forza che non si possono applicare provvedimenti sanitari tramite decreto legge. Occorre, invece, quantomeno una legge ordinaria dello Stato. E non – ribadiamo – tramite decreto: il quale pare essere pensato e fatto a misura della Glaxo, non certo del diritto alla salute delle persone.