Non c’è pace nel Kashmir occupato dall’India. Gli studenti kashmiri sono scesi in piazza e la protesta si estende. La lotta continua contro l’occupazione e la repressione indiana. Il motivo è stata una incursione violenta  della polizia nel Governement Degree College Pulwama. Molti studenti, non c’è una contabilità esatta, sono rimasti feriti anche gravemente quando la polizia, CRPF (Central Reserve Police Force), è entrata nell’istituto  per arrestare coloro che avevano contestato giorni prima l’ingresso di mezzo blindato nell’area scolastica. La contestazione aveva portato alla chiusura della scuola. All J&K Students Union (AJKSU) e Kashmir University Students Union’s (KUSU) sono le due organizzazioni studentesche che chiamano alla mobilitazione  e la organizzano. Le due organizzazioni sono già state protagoniste di recenti prese di posizioni per la democrazia e per i diritti civili nelle scuole e nel Kashmir in generale.

Il presidente di AJKSU, Syed Tajamul Imran ha condannato quella che ha definito un’azione brutale delle forze di polizia, dichiarando: “Tali atti devono essere rigorosamente controllati in modo da evitare che la comunità degli studenti  sia coinvolta nella violenza e che siano dichiarati fuorilegge. L’uso di pallottole di gomma e gas contro gli studenti in un college è pura brutalità  ed è altamente deplorevole. Non tollereremo brutalità  contro il nostro popolo in generale e gli studenti della nostra comunità, in particolare.”                                                         

Anche il portavoce di KUSU, Nasir Khuehami ha affermato che non vi è relazione tra la scuola e la polizia, ma nonostante ciò queste ultime sono entrate  nel Governement Degree College Pulwama e picchiato brutalmente gli studenti. La protesta studentesca si è estesa ad altri  istituti fino al cuore dell’ istruzione kashmira, la Kashmir University. In tutti questi luoghi la polizia ha usato la forza, aumentando il numero dei feriti fatti al Governement Degree College Pulwama.

La protesta inoltre è uscita dalle scuole e scesa nelle piazze e nelle strade.

Gli studenti gridando slogan anti-India e  pro-libertà hanno marciato per le strade di Srinagar, Badgam, Baramulla, Shopian, Kulgam, Gandarbal, Kupwara, Pulwama, Islamabad e  Bandipora. La polizia e le forze paramilitari hanno  ricorso per disperde le marce a sparare pallottole di gomma e  gas lacrimogeni bombardamenti, che hanno innescato scontri tra studenti e uomini in divisa. Molti, tra cui le studentesse sono rimaste ferite nelle azioni. Si parla di oltre 100 tra studentesse e studenti contusi, alcuni gravi sono stati ricoverati in ospedali.ono stati svenuti, mentre gli studenti feriti gravi sono stati ricoverati. Proteste e  scontri hanno portato a un arresti. Un giornalista, Peerzada Wasim, è stato ferito nel mentre osservava per un reportage le proteste degli studenti in Sopore.

Il Kashmir, un paradiso naturale, è senza dubbio l’inferno dei diritti umani,  con pochi precedenti nel mondo. Ogni forma di brutale violazione dei diritti umani è stata commesso contro il popolo del Kashmir per reprimere la sua volontà di soluzione e diritto all’autodeterminazione. Ci sono stime che più di centomila kashmiri siano stati uccisi in questo annoso conflitto. L’ India sta schierando più di mezzo milione di soldati contro il popolo del Kashmir. Ogni movimento pacifico della popolazione del Kashmir per la realizzazione  dei loro diritti umani fondamentali e per l’autoderminazione è stata schiacciato con la forza bruta dal 1947  da parte dell’India, che si definisce la più grande democrazia del mondo.