Lunedì abbiamo individuato un’imbarcazione in difficoltà e allertato le autorità. Ieri il natante si è capovolto durante un’operazione di soccorso da parte di un mercantile.
Lunedì il nostro aereo Seabird ha individuato un’imbarcazione in difficoltà con oltre 90 persone a bordo che era in mare da tre giorni. Due persone erano in acqua. Abbiamo immediatamente chiesto aiuto. Frontex è arrivata sei ore dopo, ha visto il natante e se n’è andata.
Ieri mattina, le persone erano ancora abbandonate al loro destino. Le navi di soccorso europee avrebbero potuto raggiungerle in circa tre ore, ma hanno scelto di non intervenire.
Quando la nave mercantile Port Fukuka, che si trovava nelle vicinanze, ha cercato di soccorrerle, l’imbarcazione si è capovolta. Tutte le persone a bordo sono finite in mare. Una volta soccorse, due bambini erano deceduti e una persona risultava dispersa.
Oggi i naufraghi sono ancora sul mercantile e le autorità italiane stanno facendo di tutto per impedire loro di raggiungere l’Italia. C’è il pericolo imminente che la cosiddetta Guardia Costiera libica li rapisca e li porti in Libia, verso tortura e morte. È inaccettabile.
La nostra nave veloce Aurora avrebbe potuto intervenire in soccorso di queste persone. Si trova a sole quattro ore e mezza di distanza, ma è bloccata dalle autorità italiane nel porto di Lampedusa con motivazioni prive di fondamento.
Questo “spettacolo” vergognoso non si è ancora concluso, ma le autorità italiane ed europee non sono intervenute. È un sistema che sta facendo ciò per cui è stato progettato: lasciare che le persone anneghino ai confini dell’Europa. Silenziosamente, sistematicamente.
Aggiornamento
Dopo due giorni di inutili segnalazioni alle autorità italiane che si rifiutano di intervenire incoraggiando un respingimento per mano dei libici, e dopo la morte di due bambini e una persona dispersa, abbiamo chiesto alle autorità italiane di intervenire con la nostra nave Aurora in soccorso dei naufraghi a bordo della nave mercantile Port Fukouka. Ad oggi Aurora è bloccata a Lampedusa da un fermo pretestuoso imposto dalle stesse autorità, che ci tiene lontano dal Mediterraneo centrale.
In poche ore saremmo in grado di fornire assistenza alle 98 persone a bordo del mercantile, tra cui 6 bambini di cui uno appena nato e due donne in avanzato stato di gravidanza. Abbiamo chiesto di poter applicare il diritto internazionale, ma il governo tace.
Il silenzio del governo conferma una politica a cui stanno bene i morti in mare e i respingimenti illegali, contro il diritto e ogni senso di umanità.
Dichiara Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch: “Siamo ancora una volta testimoni della crudeltà delle politiche del Mediterraneo, segnate dalla più totale indifferenza. A poche miglia dagli ombrelloni degli italiani in vacanza il governo lascia marcire a bordo di una nave-merci i corpi di due bambini, vittime, insieme a una persona dispersa, di un altro naufragio che si poteva evitare. Intanto costringono di fatto la società civile a restare a guardare.”
Denunciamo questa ennesima strage, di cui chiediamo conto al governo.










