Negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Germania e in diversi Paesi arabi l’ondata di solidarietà verso la Palestina non si ferma nonostante sgomberi, arresti e provvedimenti disciplinari nei confronti degli studenti. Si susseguono manifestazioni e occupazioni di università e la pressione per il boicottaggio degli atenei israeliani e il disinvestimento da aziende che collaborano con Israele comincia a ottenere importanti risultati.

Gli studenti dell’Università di California, a Los Angeles, hanno ricostruito l’accampamento di tende, due settimane dopo l’attacco dei filo israeliani e l’intervento della polizia per sgomberarli. Gli studenti hanno ottenuto la solidarietà di una parte del corpo insegnante e dei funzionari, mentre la direzione ha chiesto lo sgombero spontaneo, minacciando di chiamare la polizia e punizioni disciplinari contro gli occupanti. Sono ancora decine le università occupate negli Stati Uniti. Gli studenti chiedono il boicottaggio delle università israeliane e il disinvestimento nelle società che collaborano con l’esercito di Tel Aviv.

Giovedì oltre 1.000 laureati di Harvard hanno abbandonato la cerimonia di consegna dei diplomi. Molti hanno espresso solidarietà nei confronti dei 13 studenti a cui non è stato permesso di laurearsi come ritorsione per il loro coinvolgimento nelle proteste del campus.

La Conferenza Generale della Chiesa Metodista Unita ha deciso con una votazione di non investire più in obbligazioni emesse da Israele, Turchia e Marocco, perché questi Stati “mantengono intere popolazioni soggette a una prolungata occupazione militare”. Si tratta della prima azione di disinvestimento di questo tipo da parte di una grande chiesa cristiana e segue le precedenti decisioni di disinvestire dalla società di sicurezza G4S, dall’azienda israeliana Shikun & Binui e dalle cinque maggiori banche israeliane, a causa della loro “relazione con gli insediamenti illegali israeliani e con altre violazioni dei diritti umani dei palestinesi”, nonché l’appello della Chiesa per un “boicottaggio globale dei prodotti degli insediamenti”.

Il Consiglio comunale di Hayward, in California, ha votato il disinvestimento da quattro aziende legate a Israele – Caterpillar, Chevron, Hyundai e Intel – diventando la prima città degli Stati Uniti a disinvestire a causa delle preoccupazioni sui diritti dei palestinesi.

A Oxford, la polizia ha disperso gli studenti che avevano occupato l’ingresso dell’ufficio del vice preside e ne ha arrestati 16. In Scozia, gli studenti dell’Università di Edimburgo sono entrati in sciopero della fame per ottenere l’attenzione della direzione alle loro rivendicazioni di disinvestimento dalle società che collaborano con l’esercito israeliano.

Dopo l’occupazione di un edificio universitario da parte degli studenti, l’università Goldsmith di Londra ha accettato una serie di richieste, tra cui la revisione della politica di investimento etico. La revisione “valuterà anche il passaggio a un gestore di fondi alternativo su base etica, in linea con la nuova politica di investimento”.

In Germania, la polizia ha arrestato almeno 130 persone dopo aver fatto irruzione in una pacifica occupazione pro-Palestina all’Università Humboldt di Berlino. Gli studenti chiedono all’università di “assumere un ruolo attivo nel porre fine al genocidio contro il popolo palestinese e alla sua decennale sofferenza”.

Le proteste degli studenti si sono estese anche al Marocco, al Libano, alla Giordania e allo Yemen: a Rabat, Beirut, Amman e Sana’a sono state organizzate grandi manifestazioni in solidarietà con la lotta di liberazione nazionale palestinese.

Fonti:

Anbamed
Democracy Now!
American Friends Service Committee