Testimonianze intense, sincere e commoventi hanno animato oggi a Milano il presidio indetto dalla Rete Nessuna persona è illegale, nata l’anno scorso poco dopo la strage di Cutro, per ricordare il primo anniversario di quel mancato salvataggio finito in tragedia, per cui si attende ancora verità e giustizia. Una tragedia evitabile, come le migliaia di morti che fanno ormai del Mediterraneo un cimitero, frutto delle politiche criminali del governo italiano e di tutta l’Unione Europea, che rifiutano la soluzione più ovvia, ossia l’istituzione di corridoi umanitari e vie d’ingresso legali e sicure per chi fugge da guerre, povertà e disastri ambientali.

Con la conduzione attenta e partecipe di Chiara Lugarini, tra le bandiere e gli striscioni delle Ong del soccorso in mare e di altre realtà di difesa dei diritti umani, si è parlato dell’inferno in terra costituito dai CPR, delle drammatiche situazioni di Paesi come l’Afghanistan e il Sudan, dell’Africa depredata delle sue ricchezze, dei respingimenti illegali operati dalla Guardia Costiera libica finanziata dall’Unione Europea e dell’inumano divieto di salvataggi multipli, dei presunti scafisti condannati a pene pesantissime. I rappresentanti di Emergency, Mediterranea, Sea Watch, SOS Mediterranee, Resq e Iuventa hanno descritto l’esperienza di chi salva vite in mare e si trova criminalizzato e perseguitato da processi, multe e fermi amministrativi, eppure continua perché “chi fugge non ha scelta, ma noi sì”.

Il breve ed emozionante collegamento telefonico con Manuelita Scigliano della Rete 26 febbraio ha unito Milano a Cutro, dove il corteo di oggi sarà seguito da una veglia alle 4 del mattino sulla spiaggia teatro del naufragio, da una conferenza stampa e da iniziative nelle scuole con i familiari di chi ha perso la vita un anno fa.

Subito dopo la lettura dei nomi delle vittime del naufragio ha segnato un momento di intensa commozione, con un silenzio rotto alla fine da uno scroscio di applausi. Alla fine l’invito a firmare la petizione dell’Iniziativa dei Cittadini Europei Stop Border Violence ha dimostrato ancora una volta quanto si sta facendo per contrastare la vera emergenza – la violenza alle frontiere di mare e di terra.

Foto di Massimo Anelli, Antonella Freggiaro e Rosetta Penna