« Oggi, è il governo che sta alimentando il fuoco vietando le manifestazioni per la pace e cercando di impedire qualsiasi espressione di sostegno per il popolo palestinese ». La denuncia è del sindacato francese CGT [1].

« Non è criminalizzare l’espressione delle voci dissenzienti della visione del governo che la tensione sarà ridotta », prosegue il comunicato del sindacato.

L’uso della violenza da parte della polizia di Macron non fa più notizia, né in Francia né all’estero. Getti di gas lacrimogeni, getti d’acqua, manganellate e arresti sono stati, ancora una volta impiegati, tuttavia, per fermare le proteste contro il genocidio che sta consumando lo stato di Israele in Palestina complice l’Europa.

« Il ministro dell’Interno Gérald Darmanin ha ordinato un divieto sistematico di “proteste pro-palestinesi” », che tuttavia si sono tenute egualmente spiega Le Point riportando una agenzia AFP [2]. Laurent Nuñez, uomo di fiducia di Macron e prefetto di Parigi ha precisato, in proposito, che le manifestazioni vietate sarebbero risultate, a suo avvio: « il teatro di atteggiamenti, parole e gesti, principalmente di natura antiebraica, incitando all’odio razziale e sostenendo gli attacchi terroristici perpetrati nei giorni scorsi in Medio Oriente » [2].

Migliaia di persone si sono riunite infatti a Parigi e in altre città della Francia a sostegno dei palestinesi. « A Lille, dove ci sono stati 10 arresti per “ribellione” e “rifiuto da disperdersi” », informa sempre Le Point. « Il ministero ha detto all’AFP che “gli organizzatori” di queste manifestazioni e “i disturbatori” sarebbero stati arrestati », ha riferito ancora il giornale.

La novità del balzo in avanti della repressione del regime macroniano è stata tuttavia quella dell’arresto del segretario generale del sindacato dipartimentale CGT du Nord e del segretario amministrativo, svoltisi pure in circostanze « la mattina alle 6 del mattino a casa loro » [1] informa sempre il sindacato.

La CGT poi denuncia, in tale occasione, « l’uso di mezzi totalmente sproporzionati – circa 10 agenti incappucciati – dal momento che gli attivisti interessati non rappresentano una minaccia ».

Cosa aveva fatto di così grave il sindacato?

Aveva diffuso un comunicato stampa dove si diceva « preoccupato per la deriva autoritaria e fascista di un governo [quello di Emmanuel Macron, NdR] che limita sempre più le libertà pubbliche ed erode i diritti democratici dei cittadini e ricorda che protestare è un diritto », e invitava i cittadini a manifestare in piazza, a Lille, considerato che non si può « rimanere neutrali e non chiedere la fine dell’apartheid, il rispetto da parte di Israele delle risoluzioni dell’ONU, la fine dell’occupazione, la fine del blocco della Striscia di Gaza e il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione » [3].

Nulla di particolare in una democrazia; evidentemente la Francia – che con Macron ha già pure attaccato la libertà di stampa – non lo è.

Fonti e Note:

[1] CGT, 20 ottobre 2023, “La CGT dénonce l’arrestation de ses militant•es dans le Nord”.

[2] Le Point, 12 ottobre 2023, “Manifestations pro-palestiniennes dans plusieurs villes, malgré leur interdiction”.

[3] CGT du Nord (59), 13 ottobre 2023, “Pour la justice et pour la Paix”.