La lunga estate calda degli scioperi californiani ha portato finora alla firma di due contratti di lavoro (sceneggiatori e infermiere di Kaiser Permanente), mentre restano in sciopero attori e lavoratrici dei grandi hotel.

Il contratto triennale degli 11.500 sceneggiatori statunitensi, siglato dal sindacato Writers Guild of America (WGA) dopo 148 giorni di sciopero ininterrotto, è stato approvato dal 99% degli 8.525 votanti. Contrari solo 90 lavoratori.

WGA afferma che gli studi cinematografici hanno quasi triplicato l’offerta economica iniziale. L’aumento nei tre anni sarà del 12,5%, contro il 18% richiesto, apparentemente al di sotto del tasso d’inflazione. Il risultato per i singoli scrittori dovrebbe aumentare in rapporto all’impiego al lavoro e alla distribuzione delle opere, anche in streaming.

Per le cosiddette “mini-room” (le sale degli autori), WGA ha ottenuto che sia impiegato un numero minimo di scrittori con la garanzia di stabilità per la durata della stagione della serie televisiva.

Nodo fondamentale della trattativa, come per quella degli attori, è stato l’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa (IA), che lo scrittore Vince Gilligan ha definito “una macchina per il plagio”. Ovviamente, se la qualità del prodotto non viene considerata prioritaria, piuttosto che pagare gli scrittori sindacalizzati per le loro sceneggiature è, e sarà sempre più molto più economico utilizzare, con l’uso di software di IA, precedenti sceneggiature cinematografiche e televisive come materiale grezzo da cui generare nuove storie.

L’IA condizionerà il lavoro di molti settori del mondo del lavoro, ben al di là di quello dell’intrattenimento. Quindi, come storicamente la classe lavoratrice ha fatto, occorrerà sancire, a livello contrattuale e/o legale, dei paletti per ridurre gli elementi negativi delle nuove tecnologie e tentare di indirizzarne l’uso a favore dei lavoratori.

I sindacati dello spettacolo degli USA avevano richiesto di vietare ai programmi di IA di agire sulle opere. Il contratto ha previsto un sistema, tutto da verificare nel concreto, di informative reciproche, da parte degli addetti e degli studios: i primi potranno decidere come e quando utilizzare l’IA nel proprio lavoro, se lo studio per cui lavorano acconsente; i secondi potranno richiedere agli scrittori di utilizzarla, ma senza costringerli, informandoli se il materiale che propongono ne proviene.

Nel corso dei quattro mesi di picchetti e manifestazioni, si è manifestata una solidarietà senza precedenti tra i sindacati dell’industria dell’intrattenimento: molte mansioni delle troupe cinematografiche e televisive non coinvolte nel rinnovo del contratto non hanno oltrepassato i picchetti.

Alle infermiere di Kaiser Permanente (KP) è bastato uno sciopero di tre giorni, corredato da manifestazioni in molte città, per arrivare al rinnovo del contratto di lavoro nazionale dell’azienda. KP è un gruppo ospedaliero, nato come iniziativa filantropica, che fornisce copertura assicurativa e servizi sanitari privati. Lo sciopero, il più grande del settore sanitario della storia degli USA, ha interessato 75.000 lavoratori di otto Stati, ma soprattutto la California. L’accordo del 13 ottobre, siglato con la mediazione della Segretaria federale al Lavoro Julie Su e ancora da votare da parte degli iscritti al sindacato, prevede un aumento retributivo del 21% in quattro anni e un salario minimo fra tre anni di 23 dollari (25 in California). Inoltre ottiene assunzioni, aggiornamento professionale e meno del lavoro dato in appalto.

Sono ancora in sciopero invece, dal 14 luglio, i 160.000 attori rappresentati dal sindacato SAG-AFTRA. Le trattative potrebbero concludersi prendendo spunto da quanto ottenuto, sugli argomenti comuni, dagli scrittori. Questo permetterebbe una ripresa completa delle attività di realizzazione dell’intrattenimento, situate in prevalenza a Los Angeles e a New York. Malgrado le evidenti divergenze manifestatesi, le trattative sono riprese dopo 13 giorni d’interruzione.

La scorsa settimana, un gruppo di noti attori, come George Clooney, Emma Stone, Ben Affleck e Scarlett Johansson, hanno presentato al sindacato una proposta che eliminerebbe il limite di un milione di dollari sulle quote associative. Resisi disponibili, come ha dichiarato Clooney, a “pagare di più al sindacato”, hanno anche suggerito che i bassi stipendi raccolgano per primi i residui dello streaming delle repliche dopo la “prima”, in modo da favorire chi tra gli attori lavora saltuariamente e con una scarsa retribuzione. La proposta, che ha diviso gli scioperanti, è stata respinta dalla dirigenza sindacale, perché non risolverebbe il problema del lavoro degli attori nei prossimi anni. Ma è forse nata dalla sensazione che i 100 giorni di sciopero continuativi stiano mettendo in grave difficoltà gli attori di minore notorietà, ossia la maggioranza. Questi hanno bisogno di lavorare in modo continuativo per sopravvivere in città carissime come Los Angeles e New York.

Di fronte ai grandi hotel californiani continuano i presidi e i picchetti di UNITE HERE, che organizza sindacalmente 15.000 lavoratrici e lavoratori con mansioni di pulizia delle camere, cucina o reception. Finora sono stati raggiunti accordi solamente in due dei 60 hotel coinvolti nel rinnovo del contratto. Dopo l’iniziale Westin Bonaventure, giusto in tempo per evitare l’inizio dello sciopero il 1° luglio, il 29 settembre il Biltmore di Los Angeles ha firmato un accordo che prevede migliore assistenza sanitaria e pensionistica, lavoro più garantito, assunzioni anche per ex detenuti e immigrati non autorizzati.

Gli hotel procedono intanto nella sostituzione dei membri del sindacato con i dirigenti e con lavoratori temporanei reclutati tramite app, come Instawork, o agenzie di personale. Si ricordi che, nel caso di scioperi “economici” per il rinnovo di contratti di lavoro, come quello degli hotel, le leggi federali degli USA permettono la sostituzione degli scioperanti.

La Coalition for Humane Immigrant Rights ha denunciato il fatto che alcuni hotel di Santa Monica e presso l’aeroporto internazionale di Los Angeles stanno reclutando nelle ultime settimane numerosi migranti dai rifugi dei senzatetto per impiegarli come sostituti degli scioperanti. L’avvocato George Vascòn della Contea di Los Angeles ha aperto un’indagine per verificare le loro condizioni di lavoro e l’eventuale utilizzo di lavoro minorile. Presente alla conferenza stampa di denuncia del fatto, svoltasi il 23 ottobre, l’avvocato ha dichiarato che non ci sarà alcuna tolleranza se dovesse accertarsi lo sfruttamento dei rifugiati. “Le azioni di questi hotel sono indifendibili”, ha affermato Angelica Salsa, direttrice dell’organizzazione di difesa degli immigrati. “Ogni giorno vediamo a Los Angeles agenzie di personale e imprese che approfittano della disperazione di chi cerca di iniziare una nuova vita, e poi non pagano i salari dovuti, non fornendo il previsto resoconto completo delle ore lavorate”.

Alcuni dei migranti utilizzati come crumiri erano tra le centinaia che il governatore del Texas Greg Abbott quest’anno ha spedito a Los Angeles con autobus, come fossero merci. Una squallida trovata politica per sfruttare il sentimento anti-immigrati e per deridere le città statunitensi, “santuario dei migranti”, che cercano di affrontare l’emergenza.

Infine, ancora nel settore degli hotel, un prossimo sciopero è atteso a Las Vegas, città simbolo del futile intrattenimento.

Fonti principali:

H.Nolan, Screenwriters won a historic victory against AI. The rest of us should follow, The Guardian, 7.10

M.Fleming, Hollywood’s Biggest Stars Offer To Kick In $150M Over Three Years In Dues To Help End Actors Strike Stalemate, Deadline, 19.10

S.Hussain, L.A. hotels hire migrants from Skid Row homeless shelter to replace striking workers. Gascón investigates, LA Times, 23.10