In questi giorni nel Mediterraneo i salvataggi di migranti a bordo di imbarcazioni sovraffollate e in condizioni precarie (e purtroppo anche i naufragi) sono sempre più numerosi. Varie Ong denunciano la pratica disumana, ormai in vigore da mesi, di assegnare porti di sbarco lontani alle navi cariche di sopravvissuti esausti e traumatizzati.

La destinazione in assoluto più lontana è stata ancora una volta quella assegnata alla nave Geo Barents di Medici senza Frontiere, che ha sbarcato a La Spezia 49 migranti, di cui 38 minori, quasi tutti non accompagnati.

La Life Support di EMERGENCY sbarcherà domani, lunedì 14 agosto, a Napoli i 76 naufraghi soccorsi in acque internazionali in zona SAR Maltese. A sbarco concluso, la Life Support si sposterà ad Augusta per fare rifornimenti e prepararsi alla missione successiva.

Dopo aver salvato 106 persone in mare, l’Humanity 1 si è vista assegnare il porto di Ancona per lo sbarco: 1.400 chilometri di viaggio prima di arrivare a terra” denuncia SOS Humanity su twitter.

Come richiesto dalle autorità italiane, abbiamo fatto sbarcare 369 persone a Porto Empedocle, in Sicilia. Ora ci dirigiamo a Civitavecchia per far sbarcare i restanti sopravvissuti” riferisce SOS Mediterranee, che nei giorni scorsi ha soccorso 623 naufraghi.

Naufraghi ammassati nella Ocean Viking di SOS Mediterranee

Sempre Porto Empedocle è il porto di sbarco indicato dopo molte ore di attesa al veliero Astral, che aveva salvato 59 persone, annuncia Open Arms.

Simile la denuncia di Sea Watch: “Aurora, il nostro assetto veloce, ha soccorso 22 persone a bordo di una barca segnalata da Seabird a sud di Lampedusa. Le autorità hanno indicato Pozzallo per lo sbarco. Un lungo viaggio che avremmo volentieri risparmiato alle persone soccorse. Stiamo navigando verso nord.”

Un commento drammatico arriva da Tamino Böhm, coordinatore tattico del velivolo Seabird: “Mi aspetto di veder emergere cadaveri. E’ come volare su un cimitero. Sono 161 i dispersi di questi giorni.”

Un comunicato dell’agenzia Frontex conferma il carattere drammatico della situazione: “Il Mediterraneo centrale rimane la rotta più attiva verso l’UE quest’anno, con oltre 89.000 rilevamenti segnalati dalle autorità nazionali nei primi sette mesi del 2023. Si tratta del totale più alto su questa rotta per questo periodo dal 2017”.

In base ai dati dell’OIM (l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), da gennaio a luglio sono scomparse in mare più di 2.060 persone, la maggior parte lungo la rotta del Mediterraneo centrale.