Come spesso accade Torino è, nel bene e nel male, un’avanguardia

I fatti di ieri del 1° maggio sono certamente di grande importanza, come lo sono i numeri del “prima” e del “dopo”: del comizio dei sindacati confederali (prima) e quello della base sociale (dopo) nelle foto di copertina.

L’ordine pubblico, per dirla in “burocratese” o meglio la garanzia costituzionale del diritto a manifestare in sicurezza è stato possibile grazie ad un lavoro della galassia, fatta di soggetti politici, cittadinanza attiva, base sociale, della sinistra torinese.

Sono state fatte pressioni democratiche sia nei confronti della Questura che nei confronti dei sindacati confederali che abbiamo già definito “del palco” ovvero quelli che di consueto monopolizzano il palco di piazza S. Carlo a Torino durante le celebrazioni del 1° maggio.

L’ordine pubblico è quindi stato di fatto garantito dalla sinistra che ha lavorato affinché a turbarlo non ci fossero cariche “a freddo”, ovvero in assenza di tensioni nel corteo, da parte delle FFOO, come ad esempio è successo l’anno scorso.

Ora veniamo al PD: questo post su Facebook  dimostra che questo soggetto politico continua irresponsabilmente a cercare di alzare il livello di scontro. Un PD guerrafondaio, lo è dal ’99, dall’intervento in Kosovo di D’Alema, linea politica che condivide in perfetta sintonia con le destre. Abbiamo assistito ad anni e anni di governi DS/PD in cui sono state attuate politiche in perfetta continuità con i Governi di destra che si sono succeduti. Ma guerrafondaio anche nei confronti della base sociale. Quello che è difficile non definire come una sorta di “odio politico”, ostentato anche in questo post, nei confronti della base sociale, è in perfetta sintonia con le destre. Avversione spacciata, con la consueta ipocrisia, per superiorità morale. Questo soggetto politico, che da anni si arroga il diritto di usare la parola “sinistra” – variamente coniugata – per autodefinirsi, mostra di disprezzare quello che per la sinistra è il bacino di dialogo per definizione.

La sinistra non può che sostenere le istanze della base sociale quando è all’opposizione e farle proprie quando è in maggioranza. Un pungolo, a volte anche scomodo, che tuttavia è il portavoce legittimo di quella fascia di cittadini a cui la sinistra deve guardare, i cui problemi deve risolvere: la fascia dei meno abbienti.

Il lavoro fatto il primo maggio a tutela di uno spazio sicuro per tutti i manifestanti è la dimostrazione di ciò che sta avvenendo a Torino, soggetti e realtà della sinistra stanno, seppur nelle differenze, cominciando a guardare nella stessa direzione.

Ma da osservatori abbiamo un’altra sensazione che ci deriva dalla nostra consuetudine con gli ambienti della sinistra cittadina: che la Questura stia cominciando ad essere attenzionata. Questo avviene su due macro direttrici: la gestione dell’ordine pubblico nella Città Metropolitana e la gestione dei migranti.

La pioggia di denunce di provvedimenti che stanno investendo i movimenti a difesa dell’ambiente, cominciano a destare un grosso campanello d’allarme. Una ridda di ipotesi di reato che destano diverse perplessità. La sensazione è che venga percepito un fitto fuoco di provvedimenti che sembra volto a trovare “nel mucchio” il PM e il GIP disposti a portare avanti i fascicoli. Provvedimenti che sempre più sembrano, tra l’altro, dare la sensazione che vengano percepiti dall’opinione pubblica della sinistra come un dannoso intasamento della Procura e del Tribunale.

C’è particolare attenzione anche per quanto riguarda la gestione dell’ufficio stranieri di corso Verona, i cui disservizi creano disagio alle persone migranti e alla cittadinanza.

Sempre riguardo al 1° maggio a Torino Attac e il Comitato per l’Acqua Pubblica hanno diramato questa denuncia.

La Segreteria provinciale di Rifondazione dichiara:

Un 1° maggio senza scontri di piazza, contrariamente alle “gufate” interessate di molti organi di informazione. Un risultato dovuto all’impegno di quelle aggregazioni associative, sindacali, politiche che hanno lavorato per garantire a tutte le componenti della manifestazione il diritto di manifestare liberamente, esprimendo ciascuna i propri contenuti. Si e’ indicato, così, che e’ possibile una gestione autonoma della piazza, svincolandosi dalle logiche da ordine pubblico che hanno caratterizzato la giornata del 1° maggio negli ultimi anni; anche se, alla fine, una parte consistente del corteo ha potuto fare ingresso in piazza S. Carlo soltanto a comizi conclusi. Si può comunque interpretare questa giornata come un viatico per una possibile ripresa delle mobilitazioni dei lavoratori e delle lavoratrici nel nostro Paese, come l’esempio della vicina Francia sta indicare: senza alcun unanimismo, sviluppando lotta e conflitto partecipato contro guerra e carovita, per difendere e sviluppare Welfare e servizi sociali, a partire dalla Sanità.

E’ questo il contesto nel quale si sta muovendo la sinistra torinese, che sembra stia trovando sul territorio, come da anni non succedeva, convergenze sempre più ampie.