C’è un Paese aggressore: la Russia. C’è un Paese aggredito: L’Ucraina. C’è un Paese aizzatore: gli USA. C’è un’alleanza: la NATO, che ha lavorato, cosciente dei rischi, per espandere il suo peso militare verso Est. C’è un continente incapace di dire davvero la sua: l’Europa.

“L’Ucraina ha il diritto di difendersi e noi Paesi democratici dobbiamo aiutarli, è giusto mandargli soldi e armi!”. Su questa affermazione si è divisa l’intera Europa, si è divisa anche tutta la sinistra. Io però non sono d’accordo! Ma sì, certo, dovevamo e dovremmo difendere i popoli in guerra, ma con La Pace, non con le armi.

Signor Biden, non faccia quel sorriso, il solito sorriso americano da amicone, il sorriso di chi ti tende la mano ma ti ha già preparato la fossa.

Signor Putin, non prenda quell’aria da vittima, ma determinata, da colui che doveva rispondere, che è stato messo all’angolo… Lo sa bene che non è così, aveva sicuramente altre scelte, se davvero teneva alle persone del suo Paese.  Invece tiene di più ad altro: in primis il suo personale prestigio, poi retorica a palate sulla grande Russia, la Patria, la potenza mondiale che non può perdere la faccia, che deve tenere il punto, la posizione. Ha già perso molto dal punto di vista geopolitico, la sua influenza è ai minimi storici. Ma alla fine la cosa più importante è il business, la ricchezza dei suoi amici oligarchi. Cos’ha di diverso lei dal Signor Biden?

E lei, Signor Zelensky, anche lei non faccia la vittima. Il suo paese è al disastro, è vero, i suoi concittadini stanno morendo, ma poteva trovare un modo per esigere la Pace e il dialogo… E invece qualcosa l’attirava di più: il business europeo, il dollaro americano, il delirio di potenza, il patriottismo becero che ha causato già otto anni di guerra e stragi di civili nel Donbass. E poi le armi occidentali, da cui lei con tutto il suo entourage sembra affascinato… Lei e i militari di carriera ucraini, non certo quelli del popolo obbligati a combattere, con la minaccia della gogna e della galera, se non della morte.

E voi signori alleati della NATO, forse volevate solo vedere se la Russia avrebbe davvero sparato il primo colpo? Ora che l’ha fatto, che ne dite: ne valeva la pena?

Insomma, sapete parlare solo di guerra, bandiere, confini, eroi. E intanto dopo quasi un anno tutte le armi inviate in aiuto all’Ucraina sono riuscite a ottenere quello che si voleva in realtà e che il popolo della Pace continuava a temere: allungare la guerra.

Qualcuno si sfrega le mani, pensando alla ricostruzione, qualcun altro, pensando alla fine dell’influenza russa nel mondo…

Noi società civile invece siamo in ansia e temiamo una nuova guerra estesa in tutta Europa, con sentori apocalittici di distruzione nucleare.

Dopo la seconda guerra mondiale avevamo stabilito che in Europa non si sarebbero più viste guerre. C’è stato il ’68, con la spinta ideale favolosa della Pace contro la guerra in Vietnam e l’immaginazione al potere. Più di una generazione ha creduto a un mondo migliore, di fratellanza, di fine dei razzismi, di fine delle guerre, con l’enfasi verso tutto quanto può esserci di buono, positivo e costruttivo nell’animo umano. Un fremito di splendore, di amore, che durò più di un decennio e attraversò il mondo Intero, anche se in realtà le guerre continuavano. Poi il capitalismo liberista è riuscito a smorzare tutto.

Però ancora oggi, anche tra i giovani delle nuove generazioni c’è il desiderio di Pace, la  Pace necessaria per poter ragionare e trovare le forme di una convivenza che ci aiuti ad affrontare l’altro enorme problema che l’umanità ha davanti, anzi, il più enorme di tutti: la crisi climatica.

La guerra in Ucraina non doveva cominciare, non era inevitabile; il dialogo poteva esserci, sostenuto da un’invasione internazionale di civili capeggiata dall’ONU, pronta a frapporsi al confine tra Ucraina e Russia. E invece la propaganda di guerra ha demonizzato il pacifismo, senza curarsi di quante vittime, quanta sofferenza, quanto odio produce.

La società civile però non ci sta.  Vogliamo la Pace. Vogliamo una comunità umana mondiale, libera dall’interesse particolare, equanime, etica e rispettosa di ogni forma di vita nel pianeta. La Pace, solo la Pace, può salvare il pianeta e tutto ciò che ci vive. “La Pace è la Via “ diceva il grande Maestro Thich Nhat Hanh.

Lanciamo una mobilitazione internazionale: il 24 febbraio, a un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, la parola Pace esploda come un boato nelle piazze del mondo!

Sergio Genini ( Le Veglie Contro Le Morti In Mare)