Dal giorno in cui fu emessa la prima sentenza, l’11 dicembre 1975, Raymond Riles – il condannato a morte da più lungo tempo in attesa dell’esecuzione negli Usa – ha dovuto aspettare oltre 45 anni prima che la Corte degli Appelli del Texas si pronunciasse in suo favore.

È successo il 14 aprile: la Corte ha giudicato incostituzionale la condanna a morte in quanto, in un nuovo processo celebrato nel 1978, la giuria non era stata debitamente informata sul fatto che le condizioni di salute mentale di Riles, che manifestava comportamenti psicotici e schizofrenici, avrebbero potuto essere considerate una circostanza attenuante per chiedere che gli fosse risparmiata la vita.

La Corte ha fatto propria la sentenza Perry v. Lynaugh pronunciata dalla Corte Suprema Federale nel 1989, che aveva annullato la condanna a morte di Perry poiché le leggi vigenti in Texas all’epoca prevedevano che i giurati dovessero valutare solo se l’imputato aveva commesso un omicidio intenzionale e se poteva costituire un futuro pericolo per la società, senza prendere in considerazione la sua salute mentale.

Ora per Riles, che a giugno compirà 71 anni, si prospetta una nuova sentenza. L’attuale procuratore della contea di Harris, dove quasi mezzo secolo fa venne emessa la condanna a morte, ha apprezzato la decisione della Corte.