In Argentina il 24 marzo scorso, Giorno della Memoria, è stato ricordato il 45° anniversario della dittatura genocida che rovesciò il governo di Isabel Perón. Una giornata segnata dalle emozioni e attraversata dalla pandemia di coronavirus. Per questa ragione le iniziative non sono state di massa e si sono protratte per vari giorni. Taty Almeida, referente delle Madri di Plaza de Mayo Linea Fondatrice, ci racconta la sua esperienza sul canale Cuatro Elementos.

L’Argentina ha alcuni motivi d’orgoglio che trascendono la Nazione. La musica, grazie a interpreti come Mercedes Sosa o compositori come Luis Alberto Spinetta, tra molti altri. Diego Maradona, che non ha bisogno di presentazioni e ovviamente le nostre Madri e Nonne di Plaza de Mayo.

Parliamo con Taty Almeida, una delle referenti delle Madri di Plaza de Mayo Línea Fundadora, e lo facciamo oggi perché il 24 marzo è stato il Giorno della Memoria in Argentina, in cui si ricordano i 45 anni dal colpo di Stato civile, militare ed ecclesiastico subìto dal Paese e giorno in cui, oltre a esercitare la Memoria, noi argentini continuiamo ad affermare la necessità di Verità e Giustizia.

Ciao Taty, un enorme piacere averti con noi.

Effettivamente il 24 non è stato un giorno qualsiasi, sono 45 anni dal colpo di Stato genocida, il più sanguinoso che ricordiamo. Ma guarda, credo di avertelo già detto tempo fa, e sarà ancora così non solo per me, sono sconvolta, e non solo fisicamente. Non ho più voce per la quantità di interviste e tutto il resto, ma emotivamente è stato come uno sballo questa volta. Ricordiamo i nostri figli, ricordiamo i 30.000; avete visto, in Spagna, in Italia hanno acceso quel faro che era spento da anni, per ricordare i nostri amati figli e, per di più, così come l’anno scorso, vista questa pandemia che sta devastando il mondo e chiaramente anche noi, non abbiamo convocato il Tavolo delle Organizzazioni per i Diritti Umani. Come avete visto, le 13 di noi che partecipano al Tavolo non hanno convocato né un incontro né una marcia, perché rispettiamo la vita. Ma è stata una modalità molto creativa per ricordare i nostri figli. L’idea di piantare alberi me la diede tempo fa un ex prigioniero politico, David Mazal, un grande attivista, che mi disse: “Taty, che ne pensi di piantare trentamila alberi quando arriverà il 24? Ditelo alle altre associazioni”, e così fu. Lo proposi e l’idea ha attecchito e la cosa bella è che le Nonne hanno aggiunto “seminiamo memoria”, e così abbiamo fatto.

Abbiamo seminato la memoria, con amore, non con odio. L’odio distrugge, non costruisce, e si è dimostrato per tutta la lunghezza e larghezza del Paese che è stata seminata memoria, è commovente. Dovevi vedere i bambini che piantavano gli alberelli, e naturalmente chiedono: perché? Questa è la memoria. E sai che ti dico, caro? Si riafferma quella tranquillità di cui parlo sempre nei miei interventi, che noi madri abbiamo. Purtroppo siamo rimaste poche Madri e Nonne, ma ci hanno dimostrato che anche quando non ci saremo più la memoria non si perderà mai. Per quanto ci siano ancora questi negazionisti, iniziando da Macri e compagnia, credo che dopo ciò che accaduto ieri dovranno inghiottire il loro negazionismo molto duramente. Ti ripeto, è stato emozionante. Hai visto che meraviglia, ad esempio, in Plaza de Mayo dalle 8 alle 8.30 del mattino, il gruppo di sostegno delle Madri, i militanti che ci hanno offerto quel gesto meraviglioso portando la bandiera con le foto dei nostri figli, e che alzandola hanno gridato “30.000”. Ti giuro, ho i brividi mentre te lo dico, e poi il presidente dalla Casa Rosada, tutto quello che è successo, l’incontro on line con Gustavo Sylvestre dalla Quinta, io, Charly… In poche parole, sono stati e saranno presenti sempre, caro, sempre. La cosa buona è, come dico sempre, che si mantenga la memoria, ricordiamo tutti i detenuti desaparecidos prima e dopo il 1976, perché anche nel ’74 e nel ’75 sotto López Rega della Tripla A (organizzazione anticomunista di estrema destra, N.d.R.), ci sono state tantissime persone scomparse, e tra loro mio figlio Alejandro Martín Almeida. Mabel Cariaga, la Figlia di Esther Cariaga, è una delle donne che dalle 8 alle 8.30 hanno piantato l’albero alla Piramide, perché lì ci sono le ceneri di Azucena (Azucena Villaflor era una delle fondatrici delle Madri di Plaza de Mayo, N.d.R).

Ma abbiamo ricordato, come facciamo sempre, le nostre amate tre madri che sono scomparse, arrestate, mio Dio, torturate e gettate vive in mare, come la maggior parte dei nostri figli. Azucena Villaflor, Esther Cariaga e Mary Ponce. Ecco perché, sono ancora… eh… sono ancora sconvolta.

Taty Almeida, per tutti i nostri amici dell’Ecuador e degli altri Paesi, noi argentini ti riconosciamo come una forza della natura. Sei sempre lì in prima fila in tutte le marce, in tutte le attività in cui è necessaria la presenza delle Madri, sei lì insieme alle tue compagne. Naturalmente non sei un personaggio che lavora da sola ma sempre nell’ambito del collettivo. Ieri sono circolate molte foto degli alberi piantati, molti video, belli e commoventi, ma c’è stata un’immagine che per me è  molto significativa, non so cosa ne pensi, del portiere della nazionale del ’78, Ubaldo Matildo Fillol, che si è unito in modo molto chiaro a questa campagna per la memoria. Vorrei che dicessi qualcosa su questo.

Assolutamente, mio caro, è stato meraviglioso. Fillol e le squadre di calcio, attenzione! Per questo si diceva che anche il calcio mantiene la memoria. Per questo ti dico, è stata come un’esplosione, una meraviglia. Tutti hanno ricordato, e non solamente in Argentina. In Spagna, cosa non hanno fatto, le ambasciate in Messico, ovunque, sono lì a seminare memoria.

In un momento come questo mi sembra che questa luce sia molto importante, questa immagine così forte dell’Argentina che si ricostituisce dopo quattro anni di governo Macri, lottando perché la democrazia torni a rafforzarsi nella Regione.

Poveri Alberto e Cistina (Alberto Fernández e Cristina Kirchner, attualmente presidente ed vicepresidente dell’Argentina, n.d.t.), che hanno ricevuto, come ha detto Tristan Bauer (attuale ministro della cultura argentino) una terra bruciata dopo i quattro anni tremendi, deplorevoli, del macrismo! Stavamo appena iniziando a sistemarci che è arrivato questo virus terribile, feroce. Però ne usciremo! Ce la faremo, certo! Tutte, tutti amiamo e difendiamo questo governo nazionale e popolare, quindi aspettate che si possa di nuovo scendere in strada. Milioni di noi scenderanno in strada e mostreremo a queste persone anti-tutto, piene d’odio, che cos’è un popolo in strada, cos’è un popolo unito, che non sarà mai vinto, mio caro.

Moltissime grazie, Taty Almeida, per averci dedicato questi minuti, e soprattutto per averci trasmesso quell’energia e quella voglia rivoluzionaria di andare avanti. Un abbraccio enorme.

Grazie a te, mio caro. Anche tu in questo modo stai facendo memoria. Grazie in nome dei 30.000. Un abbraccio.

Traduzione dallo spagnolo di Manuela Donati. Revisione di Thomas Schmid