In una lettera aperta al Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, numerose organizzazioni della società civile esprimono il proprio dissenso riguardo alla proposta di creare un organismo di governance digitale globale sotto la decisiva influenza e il finanziamento delle corporazioni private.

Nel testo si sostiene che la proposta di creare un nuovo organismo multisettoriale di alto livello strategico, con poteri significativi in materia di politica digitale, sarebbe totalmente in contrasto con gli orientamenti del Vertice Mondiale sulla Società dell’Informazione (WSIS) e con il suo processo ufficiale di monitoraggio.

“Questo nuovo organismo” si afferma, “aumenterebbe enormemente il già smisurato potere di questi grandi gruppi e li aiuterebbe a resistere a una regolamentazione efficace, sia a livello globale che nazionale.”

“Ci troviamo infatti davanti all’eventualità di un organismo diretto da Big Tech per il controllo globale assegnato a se stessa”, si aggiunge. (Con l’abbreviazione Big Tech si indicano abitualmente Amazon, Apple, Facebook, Google e Microsoft. N.d.R.)

I promotori di questa azione precisano il pericoloso parallelismo esistente con altri simili interventi di diretto coinvolgimento di imprese corporative nei campi della sanità, dell’istruzione e dell’alimentazione, che derivano dalla cooptazione dei forum politici nel sistema multilaterale dell’ONU.

“È inaccettabile che un organismo politico di questo tipo sia composto da rappresentanti pubblici e di imprese private in egual misura”, dicono.

Questa strategia risponde esattamente alle linee guida del Foro Economico Mondiale (Davos) che, sotto l’ombrello del termine “cooperazione digitale”, apre la strada all’elaborazione di politiche reali, attraverso la conversione di un organo consultivo multilaterale (secondo il modello in vigore all’Internet Governance Forum) in un «governo multilaterale».

Lungi dal ridurre questa a una disputa nel campo strettamente tecnologico, le organizzazioni firmatarie mettono in guardia sulle conseguenze della creazione di un organismo con tali caratteristiche, che comprometta il sistema democratico multilaterale nella sua essenza.

“Se questa proposta verrà accettata suonerà la campana a morto per la governance globale democratica e multilaterale che, così come previsto dal World Economic Forum, verrà sostituita da sistemi di governance facenti capo alle imprese. Con la crescente digitalizzazione in tutti i settori, tali sistemi saranno via via introdotti ovunque.

Sulla base di queste considerazioni, la comunicazione, che sarà inviata agli ambasciatori presso l’ONU di ciascun paese membro, esorta l’ufficio del Segretario Generale delle Nazioni Unite ad archiviare immediatamente la proposta di creare un Organismo Multisettoriale di Alto Livello per la «Cooperazione Digitale», giacché questa porterebbe di fatto a un organismo per il controllo digitale globale.

Nello stesso modo si esorta a riformulare l’agenda della Cooperazione Digitale, che dovrebbe essere “limitata, nel caso, a funzioni di dialogo programmatico e politico. Qualunque struttura o forum creati all’interno di essa non dovrebbero mai eccedere da queste funzioni.”

Si insiste inoltre sulla necessità che questo sia pienamente chiaro in tutti i documenti e relativi articoli, sostituendo il linguaggio vago e confuso con descrizioni chiare, che escludano totalmente qualunque funzione sostanziale delle imprese nella formulazione delle politiche.

Nello stesso tempo, la lettera sottolinea l’urgenza di portare avanti gli sforzi per sviluppare un sistema autenticamente democratico per la governance digitale globale, tenendo a bada gli interessi corporativi.

Infine, la nota suggerisce all’ufficio del Segretario Generale di “avviare un nuovo processo formale di consultazione su questo tema, in conformità con le linee guida del WSIS”, segnalando l’appropriatezza del momento, “visto il drammatico cambiamento dell’opinione pubblica e politica sulla necessità di una stretta regolamentazione delle grandi tecnologie, e il fatto che le grandi tecnologie sono globali e, pertanto, richiedono un certo livello di effettiva governance globale, con norme politiche globali appropriate.

Il testo completo della lettera, in inglese, si può trovare qui

Traduzione dallo spagnolo di Manuela Donati. Revisione di Thomas Schmid