Lo studio ecologico “Covid-19 incidence and mortality in Lombardy, Italy: An ecological study on the role of air pollution, metereological factors, demografic and socioeconomic variables” condotto da Elena de Angelis, Stefano Renzetti, Marialuisa Volta, Francesco Donato, Stefano Calza, Donatella Placidi, Roberto G. Lucchini, Matteo Rota dell’Università degli Studi di Brescia pubblicato sulla rivista scientifica “Environmental Research” ha valutato, da un lato, la correlazione tra incidenza di Covid-19 e mortalità per tutte le cause che si sono verificate in Lombardia tra marzo e aprile 2020 e, dall’altro, l’esposizione cronica della popolazione lombarda ad elevate concentrazioni di particolato fine (PM2.5) e biossido di azoto (NO2), prendendo in considerazione anche la struttura demografica, le condizioni meteorologiche, e numerose variabili relative ad aspetti socio-economici.

Le analisi hanno evidenziato che basse temperature, elevata umidità atmosferica, esposizione ad elevate concentrazioni di Pm2.5 negli anni precedenti, e presenza sul territorio di attività sportive, ricreative e di ristorazione, RSA di grandi dimensioni, reddito sopra la media regionale sono risultate essere associate all’incidenza di Covid-19 e, in misura minore, all’eccesso di mortalità per tutte le cause.

Un incremento della temperatura media invernale ha evidenziato un calo irregolare di incidenza di casi di Covid-19 e della mortalità generale, mentre è emersa una tendenza opposta per l’umidità assoluta. Secondo gli studiosi dell’Ateneo bresciano, un incremento di 10 μg/m3 nelle concentrazioni medie annue nel PM2.5 e PM10 negli anni precedenti ha evidenziato un aumento, rispettivamente, del 58% e del 34% del tasso di incidenza dei casi di Covid-19. Analogamente, un incremento di 10 μg/m3 nelle concentrazioni medie annue nel PM2.5 ha evidenziato un incremento del 23% della mortalità generale.

Lo studio evidenzia che l’esposizione al Pm2.5 è significativamente associata all’incidenza di COVID-19 e ad un eccesso di mortalità durante la prima ondata dell’epidemia in Lombardia.

Questo studio sembra confermare, in parte, ciò che Richard Horton aveva sostenuto nel suo articolo su The Lancet, dal titolo “Covid-19 is not a pandemic” pubblicato il 26 settembre 2020, sostenendo che l’approccio nella gestione della diffusione, ma soprattutto della patologia, sia sbagliato, perché la crisi sanitaria è stata affrontata focalizzando l’attenzione alla malattia infettiva, e non con un “approccio sindemico”.
Diverse patologie interagiscono nella popolazione: l’infezione da SARS-CoV-2 e una serie di patologie non trasmissibili. Queste condizioni si manifestano all’interno soprattutto dei gruppi sociali secondo pattern di disuguaglianze profondamente radicati nelle nostre società. Il concentrarsi di queste malattie su uno sfondo di disparità sociali ed economiche inasprisce gli effetti negativi di ogni singola malattia.

 

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0013935121000712?via%3Dihub

https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736%2820%2932000-6/fulltext

https://ricerca2.unibs.it/?p=14801