A Trieste, dalla rotta balcanica giungono in larghissima maggioranza persone dalla Siria, dall’Iran, dall’Afghanistan, tutti paesi la cui popolazione, o parte di essa, è in generale a rischio

Frontex il cui direttore è Fabrice Leggeri, è sotto accusa per i respingimenti illegali e sotto indagine dell’Ufficio Europeo Antifrode.

Human Rights Watch a novembre 2020 ha chiesto un’indagine indipendente su respingimenti illegali e violenze in Grecia e ai confini tra Grecia e Turchia

L’Ong Corporate Europe Observatory ha pubblicato un documento intitolato “Lobbyng Fortress Europe” riguardo ai rapporti tra Frontex avrebbe con l’industria delle armi e della sicurezza.

Sulla rotta balcanica viaggiano persone, anche famiglie, che avrebbero in larghissima maggioranza diritto alla protezione internazionale.

Frontex, a tutti gli effetti il delegato europeo per la gestione delle frontiere, dichiara sul proprio sito:

  • La nostra visione è uno spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia
  • La nostra missione: insieme agli Stati membri, garantiamo frontiere esterne sicure e ben funzionanti fornendo sicurezza.

Lecito domandarsi:

  • “libertà, sicurezza e giustizia” per chi?
  • Insieme agli stati membri, quindi anche l’Italia “garantiamo frontiere esterne sicure”: sicure in che senso?

Gianfranco Schiavone del direttivo ASGI ha reso noto tramite un’intervista alla rivista Altreconomia che il Viminale ha negato i dati sui respingimenti – al confine friulano nel 2020 – di coloro che avevano dichiarato la volontà di accesso all procedura di richiesta di protezione internazionale (richiedenti asilo), sostenendo di non averli, nonché di non essere in possesso neppure dei dati sulle nazionalità delle persone riammesse.

Quindi la politica attuata dal governo italiano da maggio 2020 almeno fino ad inizio gennaio 2021 dell’Italia è stata quella di impedire agli stranieri che giungono alla frontiera di richiedere la protezione internazionale, una serissima violazione degli obblighi costituzionali che non riguarda solo la rotta balcanica, questione della quale abbiamo parlato con l’avv. Maurizio Veglio di ASGI in questa intervista riguardo ai cittadini di origine tunisina.

Il Ministero, evidenzia Schiavone, cade in una plateale contraddizione che si configura come un’ulteriore prova della illegittimità delle riammissioni informali, di fatto respingimenti illegali di richiedenti asilo, come sancito dal Tribunale di Roma.

L’avv. Schiavone ha inoltre dichiarato che il Viminale non smentisce la circostanza dei respingimenti ( “riammissioni a catena”), che il fatto che non ci siano dati sui respingimenti si tratti di una grave omissione e che sussista nei fatti un’implicita ammissione dei respingimenti che il Tribunale ha sentenziato come illegali.

Quindi la politica attuata dal governo italiano da maggio 2020 almeno fino ad inizio gennaio 2021 dell’Italia è stata quella di impedire agli stranieri che giungono alla frontiera alle persone di richiedere la protezione internazionale, una serissima violazione degli obblighi costituzionali che non riguarda solo la rotta balcanica e questione della quale abbiamo parlato con l’avv. Maurizio Veglio di ASGI in questa intervista riguardo ai cittadini di origine tunisina.

La richiesta di protezione internazionale è infatti un diritto fondamentale della persona previsto dall’ordinamento giuridico italiano nonchè da quello dell’Unione Europea e che in quanto tale non può mai essere violato: un diritto sancito.

La negazione di un diritto ne crea immancabilmente altri, non ultimo il diritto all’informazione dei cittadini, che come viene denunciato da più parti è sistematicamente negato sulle questioni “scottanti” delle politiche sui migranti.

La perquisizione nella sede di Linea d’Ombra ODV e la denuncia a carico di Gian Andrea Franchi si collocano in questo contesto.

La Rete DASI FVG in un comunicato stampa dichiara:

Fondato appare il sospetto, nel caso che ha coinvolta l’associazione Linea d’Ombra, che la solidarietà invece di essere un supremo valore da difendere dia fastidio, specie se essa, magari insieme alla denuncia politica ed etica, venga esercitata in un territorio, come quello di Trieste, che ha visto nell’ultimo anno, episodi di sconcertante e gravissima illegalità come sono state le riammissioni illegali di richiedenti asilo ai quali è stato impedito di entrare nel nostro Paese per chiedere protezione e sono stati rigettati nell’inferno balcanico.

Chi indagherà con la dovuta solerzia su queste condotte e sulla catena di comando che le ha rese possibili?

Il rischio che corriamo tutti è quello di un grave sovvertimento e confusione dei valori sui quali si fonda l’ordinamento democratico.

E’ stato riaperto il CPR di Palazzo S. Gervasio, una decisione sconcertante che spetta proprio al Viminale, che sembra rispondere con la volontà di privare della libertà le persone migranti che non riesce illegalmente a respingere.