Stazione Centrale di Milano, se ci giri intorno è come fare il giro del mondo molti i ragazzi africani, molte le biciclette, gli skate, un po’ di polizia, un po’ di esercito, tanti taxi, un po’ di venditori. Oggi nei pressi di quella stazione, davanti al Memoriale della Shoah, vicino a quel binario dal quale partivano i treni verso i campi di concentramento, un bel gruppo di associazioni si è ritrovato. E’ riuscito a realizzare quell’indispensabile sintesi che unisce la storia e il presente, le vergogne del passato con quelle attuali, le ferite cicatrizzate e quelle che sanguinano.

All’iniziativa lanciata da “Porti aperti”, hanno aderito e partecipato quasi tutte le realtà milanesi che si occupano di immigrazione e di diritti, che da anni ricordano che i porti devono essere aperti, che nel Mediterraneo si muore, che chi arriva ha dei diritti e va accolto. C’era un prezioso coro, “Voci di donne”, che ha scaldato più del tiepido sole che faceva capolino. Milano in più occasioni si è fregiata del nome di città dell’accoglienza, eppure mesi fa ha permesso l’apertura di un CPR.

E ora arrivano le notizie dalla Bosnia, ma in realtà il vero scandalo è quello che abbiamo raccontato nell’intervista a Gianfranco Schiavone  e cioè quello che sta avvenendo in Friuli, dove da mesi avvengono dei veri e propri respingimenti illegali. E’ notizia di due giorni fa che un giovane “respinto” pachistano ha vinto il ricorso e ha diritto a tornare in Italia. Se tra Turchia ed Italia, lungo la rotta balcanica, si svolge quel folle “game” che costringe migliaia di persone a violenze disumane e cammini infiniti, è ora che in tanti si riesca a gridare: “GAME OVER”, basta, vergogna, mai più.

Oggi si sono ritrovate almeno 150 persone, ben distanziate fisicamente, ma mai così vicine e felici almeno di sfiorarsi. Un variegato mondo che ha ripetuto più volte quanto sia importante restare uniti, allargare il cerchio, insistere fino a incidere. La Resistenza ce lo ha insegnato, la strada è lunga ed è faticosa, ma la forza di sentirsi dalla parte della giustizia e della ragione si avverte.

Siamo zona rossa? Forse domani arancione? Un giorno gialla… Ma possiamo puntare a essere soprattutto una zona liberata da ogni ingiustizia e da ogni fascismo, vecchio o nuovo che sia.

Adesioni:

Abba Vive

Audrey ANPI

Cambio Passo

Centro Sociale Cantiere

Coordinamento Collettivi Studenteschi

Dimensioni Diverse

Help Refugees

Libera Milano

Mai più Lager – No ai CPR

MEDITERRANEA SAVING HUMANS MILANO

Milano Senza Frontiere

Naga

Non una di meno

Porti Aperti Milano

Razzismo Brutta Storia

Rete Milano

Sms-Spazio di Mutuo Soccorso