La Giornata Internazionale del Rifugiato il 20 giugno, celebrata dal 2001, è stata indetta dalle Nazioni Unite per ricordare l’approvazione dell’assemblea generale dell’ONU nel 1951 della “Convenzione relativo allo statuto dei rifugiati”. Migranti, profughi, rifugiati parole che nel linguaggio comune troppo spesso vengono confuse e sommerse da click-bait, menzogne, propagande, vergognosi e indegni cori. Nel vortice delle tantissime giornate mondiali, europee e nazionali il rischio che tutto passi e si dimentichi in poche ore è altissimo. Ma è un dramma del nostro e di ogni tempo, specchio delle iniquità e della disumanità della società. Dove, parafrasando le profetiche parole di padre Ernesto Balducci, rinchiusi dentro mura d’acciaio non si sentono più – o si percepiscono sempre più solo come un fastidio – le grida di disperazione di miliardi di persone. Ma, ammoniva Balducci, dentro quelle mura d’acciaio siamo milioni e milioni che quelle grida le sentono e cercano di vivere “come se fosse nostra” quella disperazione. Milioni e milioni che alcuni guardano con disprezzo, altri odiano, qualcun altro compatisce come anime belle, che quotidiano si calano nelle trincee del mondo, negli interstizi del disordine globale come le definì Marco Revelli, e cercano di riannodare la speranza, di ricostruire dove tutti distruggono, si donare a tutte e tutti un possibile avvenire migliore. Una delle trincee più disumani e disperate è da tanti anni la Siria, luogo di una vera guerra mondiale per procura dove la quotidianità sono bombe e massacri nell’indifferenza complice del mondo. Milioni di persone ogni anno cercano di fuggire dai luoghi dove impazza la guerra, cercando anche solo un futuro di sopravvivenza. E troppi trovano la morte, nelle traversate, nei lager, negli affari delle mafie e dei trafficanti, nello sfruttamento criminale. O ne diventano vittime.

I numeri dei rifugiati in fuga ogni anno, dei morti e di coloro che tutta la vita porteranno cicatrici nel corpo e nell’animo per sempre, sono immensi. Le statistiche possono portare a dimenticare tutto questo, a non sentire nel cuore e nell’animo il macigno delle lacrime e dei drammi, non permettono di conoscere i volti e le vite, a sentire il caldo di un cuore che batte come quello di ognuno di noi. La Comunità Papa Giovanni XXIII, nelle strade d’Italia e di tanti luoghi del mondo con l’Operazione Colomba, dal 1968 (quando fu fondata da don Oreste Benzi) questi volti e questi cuori li cerca, si accompagna a loro per spezzare le catene della schiavitù e di ogni barbarie. In occasione della giornata internazionale dei rifiuti ha voluto condividere volti, vite, speranze, drammi volgendo lo sguardo all’ormai quasi decennale guerra in Siria. Quasi dieci anni, il tempo in cui nelle zone più fortunate del mondo una persona nasce e completa il primo ciclo di studi.

Noi siriani: Proposta di Pace per la Siria

Nella giornata mondiale del rifugiato la presentazione della video-animazione

In occasione del 20 giugno, Giornata Mondiale del Rifugiato Operazione Colomba presenta una VIDEO ANIMAZIONE (3 min. – sottotitoli in ITA) per raccontare la Proposta di Pace per la Siria scritta insieme ai profughi siriani conosciuti nelle tende dei campi profughi nel nord del Libano.
Vedi il filmato

La firmano i volontari di Operazione Colomba, il Corpo Nonviolento di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII:

«A partire dal 2013 condividiamo, oltre alle difficili condizioni dei campi, anche le speranze e il desiderio di tornare a casa di migliaia di rifugiati siriani.
Abbiamo toccato con mano la durezza di una vita di povertà, l’impossibilità per tanti bambini di andare a scuola, degli adulti di trovare un lavoro degno, di tutti di avere accesso alla sanità e una mancanza di futuro.

E la guerra in Siria non finisce, né finiscono le condizioni di persecuzione e pericolo che hanno causato la fuga di 10 milioni di siriani.
Insieme abbiamo cercato di proteggere chi vedeva quotidianamente violati i propri Diritti Umani fondamentali e cercava accesso a documenti e cure mediche; abbiamo dato vita a Corridoi Umanitari (con altre realtà) per l’Italia e insieme abbiamo scritto una Proposta di Pace per il loro Paese, la Siria.
Una Proposta nata parlando con le persone che più hanno pagato, anche con la vita, il prezzo di una guerra, tra le tende, tra pianti e sorrisi, neve e caldo soffocante.

Abbiamo portato questa Proposta a diverse cancellerie europee, alle Nazioni Unite, al Parlamento Europeo, al Vaticano, a numerose Istituzioni ed Associazioni italiane.

Chiediamo aiuto nel diffondere e far conoscere questo VIDEO, confidando nel fatto che la forza di una proposta nata tra le vittime della guerra possa essere nella solidarietà dell’opinione pubblica.

La video animazione sarà disponibile a partire dal 20 giugno sul nostro sito web e sui nostri canali Facebook e Twitter.

Vogliamo creare alleanze costruttive per guarire le ferite della guerra e fare spazio a proposte che non siano di morte ma di vita.

Chiediamo di sostenere questo sforzo di costruzione di una pace senza armi e senza violenza!
Grazie».

Per contatti: operazionecolomba.ls@apg23.org

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