In merito all’attacco di un gruppo di persone a volto coperto contro almeno 26 tra studenti e insegnanti della Jawaharlal Nehru University (Jnu), il direttore generale di Amnesty International India, Avinash Kumar, ha dichiarato:

È impressionante la violenza usata sugli studenti nel campus della Jnu. Il fatto che la polizia di Delhi abbia tollerato un attacco così violento che ha causato feriti gravi è ancora più scioccante e dimostra una noncuranza intollerabile dei diritti alla libertà di espressione e di manifestazione pacifica. Inoltre, è preoccupante la facilità con cui gli aggressori hanno potuto accedere a uno spazio universitario “sicuro” e agire con una tale violenza. Diversi giornalisti e alcuni studenti hanno dichiarato che la polizia è stata testimone dell’attacco e si è rifiutata di controllare e arrestare i facinorosi. Inoltre, secondo quanto abbiamo appreso, le ambulanze sono state bloccate all’ingresso del campus“.

Sia nel caso della Jnu che in quello della Jamia Millia University, la polizia di Delhi ancora una volta non è stata in grado di proteggere gli studenti che manifestavano in maniera pacifica contro l’emendamento alla Legge sulla cittadinanza (CAB). Le autorità sono venute meno al loro dovere di garantire la sicurezza degli studenti, segnale di una vergognosa complicità dell’apparato statale. Inoltre, la costante demonizzazione degli studenti ad opera del governo indiano continua ad accrescere la loro vulnerabilità a tali attacchi e premia l’impunità degli assalitori. Non si tratta di un incidente isolato e deve essere considerato nel più ampio panorama repressivo nei confronti delle proteste di massa che proseguono ininterrottamente in tutto il paese. È d’obbligo per il governo ascoltare i propri cittadini“.

Ulteriori informazioni

La sera del 5 gennaio una folla di persone dal volto coperto ha assediato la Jnu per oltre due ore, ferendo più di ventiquattro persone tra studenti e docenti, tra i quali il professor Sucharita Sen. L’attacco è avvenuto in seguito a una marcia per la pace guidata dall’Associazione degli insegnanti dell’università.

Tra i feriti più gravi figura il presidente dell’Unione degli studenti della Jnu Aishe Ghosh, che ha perso sangue.

Secondo quanto emerso, minacciando e colpendo gli studenti con bastoni e martelli, gli aggressori hanno distrutto il campus e hanno fatto irruzioni nei dormitori urlando cori come “Uccidi le persone di sinistra“, “Uccidi gli anti-cittadini” e “I traditori devono essere colpiti a morte“.

Sull’aggressione alla Jnu è stata aperta un’inchiesta, ma al momento la polizia di Delhi non ha eseguito nessun arresto.