L’Unione Europea respinge l’espulsione dell’incaricato d’affari e del console spagnolo in Bolivia, misura che considera “estrema e poco amichevole”. Su richiesta della Spagna, la delegazione dell’UE in Bolivia ha espresso ieri la sua “profonda preoccupazione” per la decisione del governo provvisorio di La Paz di dichiarare due diplomatici spagnoli “persona non grata”, dando loro 72 ore di tempo per lasciare il paese. Come ritorsione per questo provvedimento, il governo spagnolo ha espulso gli incaricati d’affari e gli addetti militari e di polizia della Bolivia a Madrid.

Lunedì pomeriggio si è svolto un incontro tra i capi missione dei paesi dell’Unione europea rappresentati in Bolivia e lo stesso delegato dell’UE a La Paz, durante il quale il rappresentante spagnolo ha riferito sull’accaduto. “La delegazione dell’UE gradirebbe ricevere al più presto una spiegazione dal governo provvisorio della Bolivia”, ha dichiarato il rappresentante alla fine della riunione.

I diplomatici in questione erano in visita presso l’ambasciata del Messico il cui governo  aveva denunciato il persistere dell’assedio della polizia alla sua ambasciata e alla residenza ufficiale a La Paz, con movimenti che non corrispondono alle pratiche abituali di sorveglianza e protezione della proprietà. “Le forze di sicurezza e di intelligence boliviane continuano a circondare entrambi i complessi messicani a La Paz, contrariamente a quanto dichiarato dai funzionari messicani”, ha avvertito il Ministero degli Esteri messicano in una dichiarazione ufficiale. Le autorità messicane hanno riferito che gli agenti boliviani seguono i loro veicoli ufficiali e registrano i movimenti delle persone che entrano ed escono dall’Ambasciata.

Di fronte a tali proteste la presidente ad interim Jeanine Áñez aveva commentato “La Bolivia non è una colonia del Messico” generando ironia e ridicolo. Il governo boliviano è in realtà preoccupato per i militanti del MAS che si sono rifugiati nell’ambasciata messicana per il timore di una persecuzione politica, di possibili arresti arbitrari o, addirittura, esecuzioni sommarie.

Dall’Argentina Evo Morales continua nel suo lavoro di preparazione della campagna elettorale del MAS, nella prospettiva di vincere le elezioni e tornare a governare la Bolivia. Però tale prospettiva è messa in discussione dal continuo rinvio della data delle elezioni e dal clima di persecuzione a cui sono sottoposti i dirigenti e militanti del MAS.