Carissimi amici e compagni,

con tutto il rispetto, Vi scrivo una lettera che sa forse di sfogo, ma che approfittando della discussione sulle Sardine vuole essere invece una esortazione alla riflessione, a fermarsi un attimo e riflettere sulla condizione del nostro Paese.

Non so se ci sia resi conto che la scena della politica italiana ultimamente sia divenuta talmente povera e misera, da far sì che un semplicissimo movimento di opinione, come le Sardine, venga caricato all’inverosimile di responsabilità politiche che mai ha voluto né dichiarato voler avere.

Non so se ci si renda conto che in questo movimento d’opinione alcuni vorrebbero riporre la speranza che abbia la soluzione a tutti i nostri problemi, ed altri ancora invece gli imputano di non avere le soluzioni ai nostri problemi come Paese intero.

Forse a causa del livello di comunicazione attuale, sempre più confuso e torbido per non dire falsato, forse è sfuggito che le Sardine sono un semplice movimento d’opinione, tali sono nate, senza altre pretese, tale si sono dichiarati fin dall’inizio le Sardine: un semplice movimento d’opinione, senza ambizione di avere programmi, senza ambizione di avere le soluzioni per questo paese, senza la pretesa di voler salvare l’Italia e soprattutto gli italiani da sé stessi.

Ricapitoliamo può darsi che ci aiuti: le Sardine come movimento sono nate un mese fa,  ripeto il dato che credo sia importante un solo mese fa:  Il 14 novembre scorso, tre ragazzi, conosciuti all’università, che iniziano una catena di messaggi fra amici per organizzare un flash-mob a Bologna per riaffermare 5 semplici cose:
1) I valori e i principi della Costituzione (compreso e soprattutto le radici lasciate nella nostra Costituzione dall’eredità dei partigiani)
2) Antifascismo,
3) Antirazzismo
4) Europeismo in chiave di opposizione al nazionalismo stile “prima gli italiani!”
5) Chiedere alla politica di rinunciare all’aggressività, all’odio, alla violenza e alla rissa verbale.

Questi ragazzi, il 14 novembre fanno questo flash-mob e sono in 6000, sotto la pioggia e con gli ombrelli. Un numero relativamente modesto, “6000 sardine”, il numero esatto della capienza del PalaDozza di Bologna.

Perché il nome Sardine? Perché avevano l’idea comunque di riuscire a trovarsi in tanti, non a caso tutti pigiati dentro il PalaDozza come stanno appunto le sardine.
Perché proprio questo nome, Sardine, perché il nome di un piccolo pesce nel mare?  Per il motivo di cui sopra ovvero perché appunto non hanno pretese di poter salvare il mare italico ma solo di mettersi insieme per fare gruppo, per difendersi meglio dagli squali voraci, non a caso hanno scelto anche un nome senza pretese, un nome di un piccolo pesce che si difende non perché abbia armi particolari, né denti affilati, e nemmeno forza essendo piccola la Sardina, si difende solo grazie al fatto che riescono a formare un grande banco, cercano di restare unite fra loro per difendersi l’un l’altra grazie al grande numero contro l’aggressione degli squali.

E dopo che cosa è successo? È successo che le piazze via via si sono riempite di persone ogni volta di più in tutta Italia. La gente ha aderito proprio perché non avevano pretese particolari e lanciavano semplici richieste quei 5 punti sopra e la possibilità di difendersi grazie al grande numero contro gli squali, questo e niente più…..

 

Perché hanno scelto di andare nelle Piazze? Per contrapporre ai numeri incontrollati e incontrollabili dei social, i numeri della presenza fisica e in strada delle persone reali e vere.

Non hanno programmi politici perché i programmi politici li hanno e li debbono avere e soprattutto perseguire i partiti politici, eppure tante persone sono a chiedergli continuamente: “Sì ma che programma avete?” Non pare già un po’ surreale questa insistenza di alcuni a chiedere un programma a un movimento d’opinione che un programma non lo deve né al momento lo vuole avere?

Non hanno un piano di uscita dal mare di fango in cui tutti come paese  ci troviamo, semplicemente perché non sono nati con questo scopo, sono nati invece per riaffermare i 5 punti di cui sopra, e l’occasione di fare branco unito per difenderci l’un l’altro.

In questi ultimi giorni poi sono stati esplicitati altri 6 punti dalle Sardine:
6) Un ripensamento dei decreti sicurezza
7) Che chi è eletto faccia politica nelle sedi proprie e non stia sempre in campagna elettorale (ogni riferimento a una specifica persona non è puramente casuale)
8) Che chi è ministro comunichi solo per canali istituzionali, e non tramite i social magari con tweet ogni 5 minuti
9) Che la politica sia trasparente nell’uso delle risorse sui social
10) Che la stampa traduca le informazioni in messaggi fedeli ai fatti, lo riscrivo maiuscolo visto che credo sia di fondamentale importanza: proprio il tema della comunicazione: CHE LA STAMPA TRADUCA LE INFORMAZIONI IN MESSAGGI FEDELI AI FATTI.

11) Che La violenza e l’odio stiano fuori dalla politica, e che nei toni e nei contenuti di quella verbale sia equiparata a quella fisica. Ovvero che venga sanzionata e punita. Perché seminare odio e violenza è come diffondere veleno nelle coscienze e nei pensieri di tutti noi, significa minare le basi minime di una qualsiasi forma di convivenza civile non dico umana, e se proprio non vivibile, dico minimamente almeno decente e passatemi la maldestra coniazione del termine, che sia almeno “sopravvivibile.”

 

Cari amici e compagni di tutti gli schieramenti politici.
Le Sardine, non hanno basi politiche semplicemente perché non le possono avere, non sono un partito né un movimento di formazione politica, sono semplicemente un movimento di opinione formatosi un solo mese fa con una catena di messaggi tra amici e studenti di Bologna, per ritrovarsi in più persone possibili in una piccola piazza di Bologna il giorno in cui Salvini teneva uno dei suoi innumerevoli comizi della sua eterna e permanente campagna elettorale.

Cari amici e compagni, di qualsivoglia movimento o idea politica. Con tutto il rispetto, chiedere a questo movimento d’opinione: “Sì ma che programmi hanno?” “Sì ma quale è il loro piano quinquennale?” “Sì ma che risposta danno alla disoccupazione?” “Sì ma che risposta danno all’ILVA, “Si ma che risposta danno al non senso della vita????
Perché già che ci siamo non gli chiediamo i prossimi numeri dell’Enalotto….
Mi domando se ci si renda conto di quanto sia surreale tutto questo oppure no?

Cari amici e compagni, di qualsiasi fede, o non fede, che abbiate.
I programmi vanno chiesti ai Partiti, perché sono di loro competenza realizzarli e possibilmente attuarli.

I piani quinquennali vanno richiesti ai governi, perché è loro competenza dichiararli a grandi linee prima delle elezioni in base ai programmi elettorali, e poi attuarli nei 5 anni di governo qualora vengano eletti, è a loro che bisogna fare pressione massima se non viene mantenuto ciò che è stato prima dichiarato.

L’opposizione di qualsivoglia schieramento politico sia, va richiesta con forza di farla all’opposizione di governo, che ha il compito di fare opposizione seria e controllare cosa fanno i governi, e spingere nei modi permessi dalla Costituzione affinché qualsiasi governo in carica faccia del suo meglio per la popolazione, per il bene comune di tutti, non sperare e spingere affinché un governo faccia del suo peggio per portarci tutti nel baratro, perché dopo staremo molto peggio tutti, opposizione compresa.

La soluzione alla disoccupazione, ai morti sul lavoro, alla scuola che non funziona più, allo sfruttamento che dilaga, ai malati che non vengono curati, a tutte le schifezze fatte e imposte sulla pellaccia della gente vanno chieste con l’attuazione della nostra Costituzione.

E chi deve attuare la nostra Costituzione se non le Istituzioni Politiche, Amministrative, Giuridiche, Esecutive, Legislative, d’Ordinamento Pubblico, d’Istruzione, Sanitarie, ecc. ecc.

Carissimi tutti.

Il fatto di chiedere i programmi, i piani di governo quinquennali, l’attuazione mai attuata della Costituzione, e tutte le soluzioni possibili ai nostri problemi ultracinquantennali alle Sardine…. (che va ricordato una volta ancora, sono nate come semplice movimento d’opinione, con delle semplicissime richieste che dovrebbero essere l’ABC e il pane quotidiano della convivenza civile, e alla base dell’organizzazione di un qualsiasi paese con uno straccio di Costituzione che lo regge), la dice lunga sul livello di disperazione e di miseria politica, sociale, civile, di pensiero, e ormai anche umana in cui siamo precipitati.

Carissimi tutti, forse è l’ora di ricollocare ogni cosa nel suo giusto posto, assegnare la giusta funzione ad ogni cosa secondo quello per cui è nata e secondo la funzione che dovrebbe e deve avere in un paese civile, in un contesto minimo di convivenza pubblica.

Che le Sardine ce lo abbiano ricordato e ce lo stiano ricordando, cose semplici, senza grosse pretese, che dovrebbero essere scontate, ma che oltre a non essere attuate vengono pure ridicolizzate e diventano invece oggetto di pubblico ludibrio, tutto questo non è una mancanza del movimento delle sardine… bensì è una nostra mancanza come Paese intero e come collettività tutta, nessuno escluso. E’ un disastro, è un fallimento di un intero paese, del nostro Paese in cui fino prova contraria dobbiamo vivere e convivere, figli e nipoti compresi.

Carissimi tutti, con il massimo dell’affetto, forse è davvero il momento di fermarsi a riflettere, e riflettere bene.

Un abbraccio

Luca Cellini