Venerdì 15 novembre 2019 la grande maggioranza dei partiti nel Parlamento cileno ha votato a favore della proposta dell’alleanza di governo di indire un referendum nell’aprile del 2020, per stabilire se il popolo cileno vuole modificare la Costituzione e, in caso affermativo, come cambiarla. Tra i partiti con rappresentanza parlamentare, solo sei non hanno votato a favore di questa proposta: il Partito Ecologista Verde, il Partito Convergenza Sociale, il Partito Comunista, il Partito Verde regionale, il Partito Progressista e il Partito Umanista.

L’accordo votato dalla maggioranza parlamentare presenta alcuni inconvenienti:

– Non soddisfa la richiesta popolare perché Piñera si dimetta e venga giudicato insieme al suo governo per le loro responsabilità nei crimini contro i manifestanti.
– Con questa strategia, Piñera rimane al potere per altri due anni.
– L’obiettivo è quello di calmare la folla in sei mesi e andare a un referendum con più tempo. Gli alleati del governo in questo sforzo saranno naturalmente la stampa del sistema, che fungerà da estintore e la polizia, che cercherà di sfiancare i manifestanti.

I partiti che hanno votato a favore di questo accordo “storico”, come l’hanno chiamato, hanno condannato la maggioranza delle assemblee popolari dei quartieri, che il giorno precedente avevano impedito di inviare al governo un “disegno di legge” ed esigevano il giudizio delle responsabilità di Piñera e la stesura della nuova Costituzione insieme al popolo. Quello stesso pomeriggio c’è stata una nuova manifestazione in Plaza Italia, che purtroppo al calar della notte ha dovuto affrontare la più dura repressione poliziesca degli ultimi giorni.

Ieri, 18 novembre 2019, si è compiuto un mese da quando il popolo cileno è sceso in strada ogni giorno chiedendo dignità. Ovviamente il numero di manifestanti è diminuito rispetto all’inizio, ma sono ancora migliaia, mostrano una passione innegabile, sono stanchi delle mobilitazioni centrali e organizzano centinaia di assemblee di quartiere in tutto il Cile.

Traduzione dallo spagnolo di Silvia Nocera