Tra il 24 ottobre e il 12 dicembre 1917 avvenne la battaglia di Caporetto, nome che da allora è sinonimo di sconfitta disastrosa. Caporetto è oggi un comune sloveno (Kobarid) di poco più di 4000 abitanti e sede del Museo di quella disfatta. Nelle carte di guerra austro-ungariche il paese era annotato come Karfreit. Dopo la sconfitta di Caporetto l’esercito italiano si assestò sulla linea del Piave. Furono giorni di confusione e di tensione, di esodo, saccheggio, stupri e fucilazioni. “Qui si fucila senza pietà!, affermava allora Monsignor Longhin, Prevosto di Montebelluna.

Il documentario “Fucilateli-Commissione di inchiesta su Caporetto 1918-19”, proiettato lo scorso maggio al Senato, sarà proiettato Venerdì 18 ottobre 2019 ore 20:45 al Teatro Binotto di Montebelluna, a cura del MEVE Memoriale della Grande Guerra, con sede a Villa Correr Pisani.
Il documentario è scritto e diretto da Manuel Zarpellon e Giorgia Lorenzato, prodotto da Sole e Luna Production di Manuel Zarpellon, distribuito da Emera Film.
Il lavoro è stato girato in gran parte lungo le sponde del Piave e importante è stato il contributo di B.I.M. Piave di Treviso, della consulenza di prof. Marco Mondini (Università degli Studi di Padova) e delle dichiarazioni del Procuratore Militare Dottor Marco De Paolis, della Dottoressa Irene Guerrini e del Dottor Marco Pluviano. Il documentario, inoltre è patrocinato dal Ministero della Difesa e ha certificazione storico-scientifica dell’Università degli Studi di Padova.
La Commissione d’Inchiesta, promossa dall’allora Presidente del Consiglio Orlando e presieduta dal Generale Caneva, fu istituita nel gennaio 1918 e chiusa nei primi mesi del 1919. Per quanto riguarda il tema delle fucilazioni, i primi dati resi noti dalla Commissione parlano di 729 condanne eseguite tra il maggio del 15 e il novembre del 18, con una media di 17 al mese. Vi furono proteste e sgmonento per cui i risultati della Commissione furono ritirati e tenuti segreti.

Vi fu una fucilazione anche vicino a Montebelluna. La brigata Treviso, è a Nervesa della Battaglia. Tre soldati, fra cui un caporale, erano stati sorpresi dal Colonnello Brigadiere Giuseppe Barbieri che uscivano da una villa di Nervesa con della biancheria, un paio di camicie e mutande pulite con le quali cambiarsi di indumenti sporchi e pieni di insetti. Vennero interrogati e tre ore arrivò dal Comando di Brigata l’ordine di fucilarli. Invano valse il tentativo del colonnello stesso di far ridurre la pena. Furono fucilati il 2 novembre 1917 da un plotone d’esecuzione che pianse per lordine assurdo. Dovettero presenziare ufficiali e compagni darmi sgomenti. I fucilati non si lamentarono né vollero essere bendati.

L’ Italia detiene il record pesante di essere al primo posto in fatto di fucilati e decimati. In un esercito di 4 milioni e 200 mila soldati al fronte ne giustiziò circa 1000. L’esercito francese che iniziò la guerra nel 1914, un anno prima, ebbe 6 milioni di soldati e 700 fucilati. Nell’esercito inglese furono 350 e in quello tedesco una cinquantina.

Il documentario “Fucilateli-Commissione di inchiesta su Caporetto 1918-19” ha il merito di raccontare questa tragedia nella tragedia. Può, inoltre, stimolare la ripresa di un’azione per la riabilitazione collettiva dei fucilati e decimati durante la Grande Guerra, Grande Massacro 1915 — 1918.
I fucilati e decimati durante la Grande Guerra non vanno perdonati, ma riabilitati.

Articolo originale https://www.ancorafischiailvento.org/2019/10/13/il-documentario-fucilatelia-montebelluna/