Maria Elena Naddeo è co-presidente della Asamblea Permanente por los Derechos Humanos (APDH) e membro della prima ora del Comitato per la Liberazione di Milagro Sala.

Mercoledì 17 luglio si è tenuta una conferenza stampa per denunciare la situazione di alcuni dei detenuti, membri del Tupac Amaru, nella prigione di Alto Comedero a Jujuy (Argentina); di cosa avete parlato?

La APDH e il Comitato per la Liberazione di Milagro Sala denunciano il maltrattamento e la tortura di tre prigioniere politiche nella prigione di Alto Comedero, nella provincia di Jujuy. Sono state tenute in tempi diversi in “celle di isolamento” dove sono state isolate dal resto fino a 7 giorni, con le finestre chiuse, con solo un’ora al giorno per l’igiene personale. Questa situazione è aggravata dal fatto che le vengono levati i vestiti, cioè vengono lasciate nude con una sola coperta per coprirsi. Per tenerle buone le somministrano psicofarmaci, a volte con la forza, a volte di nascosto in mezzo ad altri farmaci.

Questa situazione si può inquadrare in un generale abuso dei diritti umani in quella regione?

Si tratta di una chiara violazione dei diritti umani, una violazione delle regole delle Nazioni Unite sul trattamento dei prigionieri e sul trattamento delle donne detenute. Per questo motivo abbiamo presentato un esposto al Comitato Argentino contro la Tortura, alla Segreteria dei Diritti Umani della nazione argentina e al governo di Gerardo Morales a Jujuy.

Voi denunciate in generale la situazione delle prigioni in tutto il paese. Può fare qualche esempio?

Nella prigione di Ezeiza una giovane donna arrestata è morta per le ustioni riportate: nella sua cella si è sviluppato un incendio e i soccorsi sono giunti in ritardo. Nelle carceri della provincia di Buenos Aires molti prigionieri sono morti a causa di presunti incidenti, incendi di dubbia origine a cui non si è dato rapida assistenza. D’altra parte, i prigionieri politici di Marcos Paz denunciano che i trasferimenti alle udienze giudiziarie sono estremamente lunghi; restano lunghe ore in tribunali ammanettati aspettando i furgoni per cinque o sei ore in piccoli locali senza ventilazione o generi di conforto.
Il sovraffollamento delle prigioni è un altro problema generale. E’ stato incrementato dall’attuale politica del governo che utilizza la detenzione preventiva in modo arbitrario e abusivo.

Dopo oltre tre anni di accuse e persecuzioni giudiziarie contro Milagro Sala, possiamo avere una visione d’insieme del problema? E questo riguarda anche altri collettivi sociali?

Nella provincia di Jujuy le varie cause contro Milagro Sala e la Tupac Amaru continuano ad essere costellate di irregolarità. Per esempio hanno messo dentro altri compagni, uno di questi, Miguel Sibilia, è entrato in una della cooperative della Tupac nell’Ottobre del 2015, ha preso un mese di stipendio come costruttore. Nel dicembre del 2015 cambia il governo di Jujuy, cominciano le denunce e si fermano i lavori di costruzione. Sibilia, per essere un cooperativista della Tupac Amaru ha avuto un processo ed è stato condannato a 8 anni di carcere per associazione illecita. E’ una vergogna in uno stato democratico.

La persecuzione giudiziaria e politica colpisce tutti coloro che si mobilitano per i loro diritti. In Argentina abbiamo nelle carceri delegati o militanti di gruppi sindacali come Daniel Ruiz del PTSU (Partito dei Lavoratori Socialisti Unificati) che ha partecipato e lanciato un petardo alla manifestazione contro la riforma pensionistica nel dicembre dello scorso anno. La prigione preventiva è una punizione anticipata e viola il principio dell’innocenza e del giusto processo.

Gli Adolescenti e i giovani sono vittime dei nuovi protocolli delle forze di sicurezza messi in atto dal Ministro degli Interni Patricia Bullrich. Queste direttive incoraggiano l’uso indiscriminato delle armi da fuoco da parte delle forze di sicurezza, così negli ultimi mesi abbiamo numerosi giovani morti duranti gli arresti della polizia all’uscita dalle discoteche, ad esempio. Nella provincia di Buenos Aires, dei giovani che cantavano nel loro furgone sono stati fermati a un posto di blocco e presi a rivolverate dalla polizia e quattro dei cinque passeggeri sono morti.

Il paradigma repressivo si porta via le vite dei lavoratori, dei combattenti sociali e dei giovani dei quartieri poveri.

Intervista originale in spagnolo, traduzione dell’autore stesso