Apprendiamo da fonti istituzionali italiane che la cosiddetta Guardia Costiera libica ha raggiunto il gommone in avaria e portato indietro le persone a bordo che avevano invece chiesto soccorso all’Europa.

Non ci tranquillizza affatto che la Guardia Costiera di Italia e Malta ‘appaltino’ il salvataggio dei naufraghi alla cosiddetta Guardia Costiera libica. Non vi sono le minime garanzie internazionali di rispetto dei diritti umani. Non sapremo mai se alcune di loro sono morte in questa operazione o abbandonate in mare ancora vive, come è successo in tanti interventi “coordinati” dai libici. In ogni caso, non si tratta di un soccorso, ma di una cattura.

Decine di persone, tra cui donne incinte e bambini, tornano in quell’inferno chiamato Libia, dove l’Onu ha denunciato, nel suo rapporto di dicembre 2018, che “inimmaginabili orrori”, torture ed esecuzioni sommarie sono all’ordine del giorno.

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