Sulla Siria ci proponiamo di monitorare assiduamente e di riferire sugli sviluppi della politica italiana, avendo come guida l’articolo 11 della Costituzione e la Carta delle Nazioni Unite.

 

Si è tenuto ieri il primo dibattito a Palazzo Madama proprio sulla situazione in Siria. L’ordine del giorno prevedeva solo l’elezione di due segretari d’aula, ma un accordo spontaneo fra molti senatori ha consentito di utilizzare la pausa di scrutinio per discutere sull’ultima crisi siriana. I banchi del governo erano vuoti, e così tutti hanno concordato nel chiamare il governo a riferire quanto prima; la ministra Roberta Pinotti, titolare del dicastero cosiddetto ‘della Difesa’, si era affrettata ad andarsene subito dopo aver votato. Evidentemente aveva qualcosa di più importante da fare: speriamo non fosse coordinarsi con la sua collega guerrafondaia Mogherini. Altra donna ad abbandonare l’aula, cedendo lo scranno più alto al Vicepresidente Ignazio La Russa, è la Presidentessa Alberti Casellati (e meno male che il pacifismo è donna!).

Comunque sia, ci proponiamo di monitorare assiduamente e di riferire sugli sviluppi nostrani, avendo come guida l’articolo 11 della Costituzione e la Carta delle Nazioni Unite.

Dal resoconto stenografico della seduta del Senato, 11/4/2018:

Il primo a chiedere la parola ieri è stato Andrea MARCUCCI, capogruppo del Pd. Primo in ordine di tempo e anche per il perfetto politichese: egli chiede di “fermare l’utilizzo delle armi chimiche e condannare con forza e compattezza internazionale gli autori e i mandanti di tali scellerate azioni… che ci ricordano – ahimè – da vicino le stragi di civili che colpirono il centro Italia per mano dei nazifascisti…”.

Lo supera non in politichese, ma in goffaggine, TONINELLI (M5S): chiede che “Gentiloni riferisca… anche in vista della nuova composizione parlamentare in essere”. Forse Toninelli non ha ancora capito che differenza passa fra Parlamento e Governo. E dovrebbe anche aggiornarsi sulla situazione in ‘campo di guerra’: “…alcune aree sono ancora sotto il controllo del regime di Damasco”.

MALAN (FI): “L’Italia… deve far sentire la propria voce e deve lavorare per evitare mosse affrettate e passi che possano portare addirittura ad un peggioramento della situazione, già molto problematica, nell’area”.
Va dato atto che, con Gheddafi, il governo Berlusconi lavorò per evitare mosse affrettate, ma non lavorò abbastanza (o i suoi lavori furono ‘ostacolati’ da un tempestivo crollo delle azioni Mediaset?).

BAGNAI (L-SP): “I cittadini italiani… hanno una sensazione molto sgradevole, cioè quella di assistere a un film per molti versi già visto: …Colin Powell con la sua fialetta e … Tony Blair, quando chiese scusa ai suoi elettori per aver sostenuto l’attacco contro l’Iraq, del quale i suoi servizi avevano detto che deteneva nocive e letali armi di distruzione di massa, che poi in effetti non vennero trovate”.
Suvvia, Bagnai, già che ci sei dilla tutta: di’ che Blair sapeva fin dall’inizio che quelle armi non c’erano proprio.

FAZZOLARI (FdI)“Il Presidente degli Stati Uniti ha annunciato un probabile attacco missilistico contro la Siria per punire il gravissimo attacco chimico avvenuto nella città di Douma da parte del regime siriano e, secondo le parole presidente Trump, di quell’«animale di Assad». È stata stabilita la pena, non è stata ancora provata la colpa… Purtroppo già in passato abbiamo visto che mosse avventate in Iraq, in Medio Oriente e recentemente in Libia sono state poi smentite dai fatti e forse, con il senno di poi, sarebbe stato meglio adottare un’attenzione e una prudenza maggiori”.
Se questa è la destra guerrafondaia, benvenga!

DE PETRIS (Misto- LeU): “Crediamo che la parola debba tornare ancora una volta alla comunità internazionale e alle sue istituzioni e che non si possa lasciare la parola agli sceriffi internazionali, perché questo significherebbe accettare soltanto la logica della legge del più forte”.
Almeno una donna che parla da donna!

LANIECE (Aut (SVP-PATT, UV)): “Credo che questa tragedia sia la più grave dopo la Seconda guerra mondiale e quindi è giusto che tutte le forze, in questo Paese, contribuiscano in qualche modo a spingere il Governo a intervenire in senso positivo per quel territorio. Purtroppo, anche noi dobbiamo sottolineare come ancora una volta ci sia il silenzio assordante dell’Unione europea e credo che questo sia uno degli aspetti più negativi dell’intera questione”.
Un rappresentante delle minoranze etniche sente particolarmente acuta la mancanza dell’Europa… e meno male che è assente! Perché lui ovviamente pensa all’Europa dei Popoli, mentre quella presente, anzi incombente, è l’Europa dei plutocrati.

 

E fuori del Senato?

GENTILONI, (intervenendo a un convegno promosso da Medici con l’Africa-CUAMM, ONG con cui mi onoro di aver servito il mio Paese in alternativa al servizio militare): “Dobbiamo dire che l’uso di armi chimiche da parte del regime di Assad, non è la prima volta che accade, non può essere in nessun modo tollerato”.
Delle due l’una: o Gentiloni ha prove che non ha neppure Trump, oppure dovrebbe essere messo alla gogna in pubblica piazza.

DI MAIO: “Spero che non si arrivi a che ci chiedano le basi per bombardare la Siria. E’ utile come alleati trovare una soluzione che non preveda i bombardamenti”.
Ovvero: io speriamo che me la cavo, ma la NATO non si discute.

SALVINI: (chiede) “una presa di posizione netta dell’Italia contro ogni ulteriore e disastroso intervento militare in Siria”. 
Ovvero: Dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi Vladimiro? E non si può dargli torto, vista la posizione del “nuovo che avanza” in casa PD…
…Maurizio Martina, “reggente” PD: “Salvini vuole cambiare le alleanze internazionali del nostro Paese? Se è così, lo dica chiaramente”.

 

Insomma, Italia meno peggio che Regno Unito e Francia, ma ancora abbondantemente cerchiobottista: io vorrei, non vorrei, ma… se… vuoi.
E l’ineffabile Huffington Post che… non vorrebbe… o forse vorrebbe… ma “si potrebbe arrivare al punto di dover scegliere fra Trump e Putin”

No, dico, e se scegliessimo di proclamarci neutrali, come i nostri vicini svizzeri?
E ringraziare gli ‘amici’ della NATO per i servizi resici finora, ma non è proprio, più, il caso?
Davvero qualcuno pensa che, sloggiata la NATO, Putin ci salterebbe addosso?