Lettera aperta di un sedicente ‘generale trozkista, intollerabilmente indisciplinato’.

Cari Luigi e Matteo,
mi accorgo di avervi trascurato e faccio subito ammenda mettendo a vostra disposizione le mie modeste conoscenze militari perché comprendiate l’essenza di un problema d’attualità che il mainstream mediatico ci propina quotidianamente da molti giorni: l’avvelenamento di un traditore dell’URSS di antica data, di sua figlia e di un agente di polizia britannico, con gas nervino ‘di un tipo sviluppato dalla Russia’, come ben spiegato in questo articolo di Pressenza.
Questa ambigua asserzione, utilizzata nella medesima esatta composizione lessicale da britannici, statunitensi, francesi e tedeschi, ci fa capire che è in atto una campagna di disinformazione ai danni di Putin e del suo paese. Campagna orchestrata con regia unitaria, delle proporzioni di quella che ci condusse a distruggere l’Iraq e ad impiccare Saddam Hussein, accusato di nascondere le famigerate armi chimiche di distruzione di massa che, come poi si dimostrò, non erano mai esistite.

Qual è questa volta la prova che dovrebbe convincere tutti?
Il programma Novichok, geniale parto degli scienziati militari russi di qualche anno fa. Il supposto tattico era che il territorio russo fosse invaso dai militari statunitensi e da tutti noi loro ascari, e che i cittadini (non uso volutamente il termine partigiani) si potessero armare anche di armi chimiche ‘fai da te’ per usarle contro noi porci invasori, per riconquistare l’indipendenza. Con la sapiente miscelazione di insetticidi e fertilizzanti in commercio avrebbero potuto ottenere un gas di tipo nervino, infinitamente meno aggressivo di quello militare che la Russia non possiede più perché ha distrutto tutte le sue 40.000 tonnellate nel 2017, davanti ad ispettori occidentali, in attuazione del patto multilaterale di disarmo programmato (OPCW).
Gli USA invece impiegheranno altri 5 anni per distruggere le proprie scorte.
Israele ha firmato il patto OPCW, ma poi si è rifiutato di ratificarlo perché ciò lo sottoporrebbe all’obbligo di ispezione e di distruzione delle proprie scorte davanti agli ispettori degli altri paesi.

Notate che, dal punto di vista dell’impiego militare, questo tipo di gas nervino è paradossalmente più efficace di quello letale perché costringe il paese aggredito ad un enorme dispendio di risorse per assistere gli intossicati.

Lealmente i russi, quando hanno firmato l’OPCW, hanno messo a disposizione di tutti gli altri contraenti gli studi Novichok.
Vi è chiaro tutto, ora?

Fatte queste premesse, cari Di Maio e Salvini, se volete tener fede al vostro dichiarato intento di imprimere alla politica estera italiana un colpo di reni che salvaguardi la nostra dignità di nazione sovrana, quale migliore prova potreste darci che una dichiarazione congiunta nella quale vi dissociate dai ‘quattro grandi’ occidentali e siete solidali con la Russia strumentalmente diffamata?

Ringrazio Pressenza per avermi aperto gli occhi, il resto è frutto delle mie competenze militari.

 

Firmato: Nicolò Gebbia, classe 1950, ufficiale del ruolo normale dell’Arma dal 1975 al 2015. Laurea in giurisprudenza, maturità classica.
Nel 1989-90 ha frequentato un Corso di Stato Maggiore in cui si è specializzato nelle dottrine militari sovietiche.
Ha prestato servizio in Bosnia e Iraq, e gli statunitensi non hanno mai sospettato che fosse un trozkista aderente alla quarta internazionale.
E’ stato appena espulso dalla Lista del Popolo dopo un processo popolare che ne ha decretato l’intollerabile indisciplina.