In questi giorni, improvvisamente, si apprende dai media che una quantità indefinita di persone sta uscendo dalla zona della Ghouta orientale, vicino a Damasco.

A leggere i giornali però spesso non si capisce perché e dove vanno. Così, con la prudenza che dovrebbe distinguere chi dà informazioni, ho tentato di capire.

Come sappiamo e come ricordava Francesca Borri in una sua recente intervista, nella Ghouta Orientale non è mai entrato un solo giornalista e tutto quel che succede lo possiamo sapere solo in modo indiretto e da fonti che sono inevitabilmente di parte. Spesso viene citato l’Osservatorio per i Diritti Umani in Siria che è un’organizzazione dichiaratamente anti-Assad e che ha la sua sede a Londra e il cui operato è fonte di critiche da punti di vista piuttosto diversi tra loro. D’altra parte l’agenzia di stato Sana pubblica notizie e comunicati molto precisi che regolarmente non vengono presi in considerazione. Comprendo che non si può prendere per oro colato tutto quello che dice l’agenzia di stato (peraltro giornalisticamente piuttosto ben fatta e tradotta in numerose lingue) però non comprendo perché le notizie che dà siano raramente prese in considerazione.

Per esempio nell’edizione di ieri c’è una dichiarazione dell’ambasciatore permanente siriano all’ONU che praticamente nessuno ha riprodotto in cui  Bashar Jaafari segnala che negli ultimi giorni 40.000 persone si sono allontanate da Ghouta grazie ai corridoi umanitari predisposti dall’esercito siriano, persone che, secondo il diplomatico, erano usate come scudi umani dai terroristi che occupavano, e parzialmente occupano ancora la zona.

Sempre Sana pubblica un videomessaggio dell’esercito citando una ad una le zone sottratte all’influenza dei terroristi.

Sul piano degli organismi internazionali Unicef, in un suo comunicato di ieri, informa che sono stati predisposti aiuti di prima necessità nei rifugi dove stanno arrivando gli sfollati e che convogli umanitari sono arrivati  a Douma e che gli operatori di Unicef hanno potuto distribuire cibo a bambini affamati e malnutriti.

Visto che tutti, di tutte le tendenze, sono concordi nel dire che la gente sta uscendo da Ghouta e rifugiandosi in campi profughi dove potrà avere un’assistenza umanitaria ci sembrerebbe di poter dire che, nella tragedia generale siriana, questa sia una buona notizia.

Questo è quello che riesce a sapere un cronista, volontario, dal suo computer. Ovviamente con voglia si saperlo e dal punto di vista della speranza che questa guerra, come tutte le guerre, si risolva e che la gente possa vivere in pace. Ed anche con la coscienza che l’informazione possa fare la propria parte verso quella direzione.